Dopo la prima visita a Matera nell’agosto 2018 in occasione di Cinemadamare, la kermesse cinematografica itinerante del giornalista lucano Franco Rina, il regista inglese Peter Greenaway è ritornato nella città dei Sassi per la 4^ edizione del Matera Film Festival. Prima della sua masterclass al cine-teatro Guerrieri, Peter Greenaway ha incontrato i giornalisti per rispondere alle curiosità che riguardano la sua luminosa carriere nel cinema.
“Nella mia carriera da regista ho diretto 60 film tra corti e lungometraggi ma sono anche un pittore, ho cominciato a dipingere dall’età di 13 anni e ho studiato pittura per 4 anni. Per questo vorrei che i registi producessero un film guidati da un sentimento e non per fare solamente soldi, perchè con tutto il rispetto credo che non sia ambizioso. Da pittore credo che il cinema deve valorizzare molto di più le immagini. Il cinema che preferisco non è quello realistico, per quello ha già fatto un ottimo lavoro Dio. Torno con molto piacere a Matera, città in cui è stato girato il film di Pier Paolo Pasolini “Il Vangelo secondo Matteo”. Anche io vorrei fare un film religioso qui ma vorrei concentrare la mia attenzione sulla Natività ed in particolare sulla figura di Giuseppe, il padre putativo di Gesù. Io sono un grande lettore di storia, la storia è un ramo della letteratura e io cerco sempre la verità nell’evento storico. Credo che gli storici sono quasi tutti bugiardi. Io credo che il cinema è stato utilizzato per ridare vigore alla storia e sia servito come strumento di lezione attraverso le immagini. Ho altre sei sceneggiature già pronte, cerco un produttore interessato ai miei lavori. Credo che il cinema non sia cambiato molto da Charlie Chaplin ad oggi perchè è un arte molto giovane. Sicuramente la fruizione è cambiata. Prima si guardava un film al cinema in uno spazio pubblico, oggi puoi vederlo da solo a casa o anche sul telefonino o dentro un orologio”.
Se dovesse dipingere Matera quale scena vorrebbe riprodurre? “Non c’è solo una immagine dei Sassi che vorrei dipingere ma tantissime. Una cosa è certa, ci sarebbe sempre il colore dei Sassi, che è veramente unico al mondo”.
Michele Capolupo
Peter Greenaway, 81 anni, gira con sei sceneggiature sotto il braccio in cerca di produttori, ma un progetto ce l’ha davvero ed è Lucca Mortis: “Un film che sarà incentrato molto sulla città e sulla sua architettura, che come sapete è una delle mie passioni”. Ma il regista britannico guarda anche a Matera e pensa anche a un progetto su un personaggio come San Giuseppe.
Per quanto riguarda Lucca Mortis, con protagonista Morgan Freeman, il film racconta la storia di uno scrittore newyorkese che prende un anno sabbatico per visitare questa città toscana alla ricerca delle sue origini. “Ci sarà inevitabilmente un parallelo fra le torri gemelle di New York e quelle di Lucca, e anche quelle della vicina Pisa e di Bologna. Un parallelo, se si vuole, tra mortalità e immortalità, in quanto quelle moderne sono spesso miserabilmente in rovina mentre le antiche sono ancora lì al loro posto”. E ancora Greenaway: “Io ho ormai ottant’anni e penso inevitabilmente molto alla fine di tutte le cose e spesso, sarà l’età, rifletto sull’attuale diffusione dei suicidi in Giappone e negli Stati Uniti”.
Regista, sceneggiatore, montatore, scrittore e pittore britannico, non manca di rivendicare ancora una volta l’importanza della pittura anche per chi si misura con il cinema. “Un regista secondo me dovrebbe essere per prima cosa un pittore. Il fatto è che il cinema è un’arte giovanissima rispetto alla pittura che ha più di 40.000 anni. Un esempio: un film di Charlie Chaplin e uno di Martin Scorsese non sono poi così lontani l’uno dall’altro. E con questo voglio dire che il cinema è qualcosa che ancora deve mostrare la sua vera natura.
Oggi conta troppo il profitto e poco il sentimento, invece bisognerebbe affrontare un film come lo si fa con un quadro”.
Il report della sesta giornata della 4^ edizione del Matera Film Festival
La masterclass di Peter Greenaway e l’omaggio a Paolo Villaggio con la presentazione del libro Fantozzi dietro le quinte” con Elisabetta Villaggio al Matera Film Festival 2023. Sono i due eventi di spicco della sesta giornata della 4^ edizione del Matera Film Festival 2023. La giornata si è aperta nella Casa delle Tecnologie Emergenti con un brainstorming Story a cura di di Elizabeth Jennings.
A seguire al teatro Guerrieri di Matera per “Città invisibili o condivisibili” l’Arpab ha promosso il convegno sul tema “Mission ed educazione alla sostenibilità ambientale: un percorso multimediale” a cura di Anna Cammarota, responsabile Area Comunicazione ed Educazione Ambientale Arpab.
A seguire sono stati presentati i seguenti corti per “Les nuits en or – le notti d’oro”
Les grandes claques di Annie St-Pierre (18’) – Canada – 2022
Yaõkwa, imagem e memória di Vincent Carelli et Rita Carelli (21’) – Brasile – 2022
Maria Schneider di Elisabeth Subrin (25’) – Francia – 1983
Partir un jour di Amélie Bonnin (25’) – Francia – 2023
Per Matera Edu dopo i saluti istituzionali del sindaco di Ferrandina, Carmine Lisanti e dell’assessore comunale alla Cultura del Comune di Ferrandina, Pierluigi Di Biase è stato presentato il film “Il mondo è troppo per me” di Vania Cauzillo. A seguire la regista ha conversato con Donato Santeramo.
Nel pomeriggio nella Casa delle tecnologie emergenti è stato proposto un altro brainstorming story a cura di Elizabeth Jennings.
Al cinema Guerrieri per MFF Feature è stato presentato al pubblico El canto de las moscas di Ricardo Soto (95’) – Messico – 2023.
Nella sala conferenze di Basilicata OpenSpace dell’Apt Basilicata per “Qui e ora” è stato presentato il libro “Fantozzi dietro le quinte” con Elisabetta Villaggio. A seguire l’autrice ha convesato con Marianna Dimona.
Al cinema Guerrieri per Focus Italia è stato presentato il corto “Effimeri” di Stefania Laterza (10’) – Italia – 2022. A seguire la regista ha incontrato il pubblico.
A seguire al cinema Guerrieri per “Qui e ora” il momento clou della giornata con la masterclass di Peter Greenaway, che ha conversato con Domenico De Gaetano. Il regista è stato celebrato anche con la proiezione del film “The baby of mâcon” (112’) – Regno Unito/Paesi Bassi/Germania/Francia – 1993
A seguire sono stati presentati i seguenti corti per “Les nuits en or – le notti d’oro”:
Genosse tito, ich erbe di Olga Kosanović (27’) – Austria – 2022
In flow of words di Eliane Esther Bots 2022 (22’) – Paesi Bassi
A film there might be about the future di Josefine Exner (26’) – Danimarca – 2023
Le giurie dei film in concorso
Anche in questa quarta edizione del Matera Film Festival, a giudicare le opere in concorso, nomi di grande prestigio.
La giuria della sezione Feature è composta dal regista Peter Greenaway, Presidente di giuria, la sceneggiatrice Lisa Nur Sultan, la regista Paola Randi, Francesca Cualbu (produttrice per Groenlandia) e la casting director Marita D’Elia.
Per quanto riguarda i Documentari i giurati sono l’artista e regista Saskia Boddeke, Presidente di giuria, la produttrice e regista Joana de Freitas Ginori ed il regista Vincenzo Marra.
Infine, la sezione Short è stata invece affidata al giudizio del regista Stefano Cipani, Presidente di giuria e delle attrici Manuela Spartà e Nadia Kibout.
Presidente dell’evento è Dario Toma, vicepresidente Annarita Del Piano, la direzione generale è affidata a Nando Irene, mentre la direzione artistica è curata da Donato Santeramo. La kermesse prevede un ricco programma di eventi, ospiti e proiezioni, prenotabili sul sito ufficiale www.materafilmfestival.it.
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La fotogallery dedicata a Peter Greenaway (foto www.SassiLive.it)