Si è conclusa dopo otto anni l’esperienza in Basilicata da direttore della Lucana Film Commission del giornalista calabrese Paride Leporace. In una nota Leporace ripercorre tutto il lavoro svolto in questa esperienza professionale. Di seguito la nota integrale.
I miei indimenticabili otto anni alla Lucana Film Commission.
Con la nomina di Roberto Stabile da parte della Regione alla presidenza della Lucana Film Commission s’intravede la ripartenza della fondazione pubblica che ho avuto l’onore di dirigere per due mandati per quasi otto anni durante i qualisono cambiate la percezione pubblica della Basilicata e la sua collocazione nel panorama audiovisivo nazionale.
Conosco molto bene Stabile, una sorta di ministro degli esteri dell’Anica, uomo di grandi relazioni e con comprovate competenze professionali e che, sono certo,con il consigliere Porcari e con il terzo che verrà sicuramente si continuerà con strategie di mercato che consentiranno al comparto di raggiungere nuovi importanti risultati.
Ho fatto gli auguria Stabile e abbiamo già concordato un incontro per meglio informarlo sullo stato dell’arte della Fondazione.
Nel congedarmi dall’incarico la moviola dei ricordi rivede scene e momenti di un percorso entusiasmante che per me ha significato una crescita umana di non poco conto.
Tutto è iniziato nella stanza del Palazzotto di via della Madonna delle Virtù, la dietro avremmo trovato anni dopo l’esterno della casa della protagonista di “Sorelle”. Io da solo in una stanza con un tavolo e quattro sedie. Avevo lasciato la direzione di un quotidiano con tutti gli agi che ne conseguono. Con un ipad e il mio cellulare mi sono messo molto in cammino per giungere al punto dove siamo arrivati oggi.
Una grande iniezione di fiducia mi venne quando nei primi mesi portammo sulla Murgia, con gli amici del Lucania Film Festival, un gruppo di giovani filmmaker stranieri a far vedere i punti di osservazione diversi delle crocifissioni di Pasolini e Gibson. Di fronte alla loro meraviglia estasiata trovai un senso al mio ruolo e al molto che si poteva costruire.
In un’epoca di grande odio sociale per le classi dirigenti non mi è stata risparmiata la mia parte con risentimenti tipici e ricorrenti dell’ambiente artistico e creativo. Non tutto è andato per il verso giusto ma di certo mi sento di aver dato il massimo e con i mezzi messi a disposizione (pochi fondi e ancor meno personale soprattutto amministrativo) ho la presunzione di sostenere che la nascita della Film Commission in Basilicata è stata la cartina di tornasole di un Mezzogiorno positivo.
Potrei pigiare i pistoni sulle oltre 60 opere audiovisive che abbiamo sostenuto e promosso arrivando a rappresentare l’Italia all’Oscar, svettando ai David di Donatello e guadagnano una visibilità nelle rassegne specializzate internazionali che hanno voluto far vetrina sulla Basilicata terra di cinema.
In Basilicata si sono sempre girati film. Ma c’è un prima e un dopo la film commission. Nel dopo si è lavorato per far sorgere un sistema e non aspettare la fortunata designazione.
Aver lanciato la nostra proposta nella tempesta di una più grande crisi economiche globali con lo slogan “Bando alla crisi” ha funzionato molto. Come ha funzionato il claim “In Basilicata puoi farti tutti i film che vuoi” giocando nella promozione sulla varietà del nostro paesaggio, grande studio di posa a cielo aperto. Fu una grande intuizione finanziare con i fondi europei il cinema e assegnarne una quota alle start up. I lucani che hanno aperto partite Iva in nome di quel patto non possono essere lasciati ora da soli.
Quell’esperienza ci dice che quando management, politica e burocrazia marciano insieme raggiungono i risultati aggregando il capitale umano. Se qualcuno diserta o gioca da solo la macchina va in panne.
Sono fiero di aver contribuito a raggiungere il risultato di Matera capitale europea della Cultura. Funzionò molto la coincidenza con l’anniversario dei 50 anni del Vangelo di Pier Paolo e molti scettici furono costretti a salire sul carro dei vincitori.
Io di questi anni intensi sono molto legato alle serate che hanno riempito le sale di Matera con la proiezione de “La lupa” che contribuimmo a restaurare, alle iniziative con i Gal, all’educazione all’immagine con le scuole, agl’incontri con l’università della Terza età, alle masterclass aperte a tutti seduti sull’erba ad ascoltare maestri del cinema come Paolo Sorrentino e John Landis.
Mi sento lieto di aver consentito l’esordio di diversi registi, di aver dato opportunità agli outsider, di aver sostenuto sempre la qualità e di aver permesso occasioni di lavoro alla filiera che impegna i tanti mestieri del cinema che assommano anche i preziosi autisti, truccatori, vigilantes eccetera eccetera.
Mi si permetta di ringraziare i presidenti Franco Rina e Luigi Di Gianni sempre preziosi nel loro sostegno, Nicola Timpone per l’ingegno relazionale e organizzativo, Caterina D’Amico per la competenza, Giovanna D’Amato nei suoi diversi ruoli, Giovanna Carone per l’abnegazione totale alla causa, Gina Somma per la presenza vigile sul territorio, Lucio Lecce e Camilla Iannuzziello per lo zelo professionale e i tanti altri che non posso elencare per esigenza di spazio.
Ciao Lucana Film Commission. E’ stato bello farti nascere e curarti come una piccola bambina curiosa di stare al mondo. A chi verrà dopo di me il compito di farla diventare un’adolescente cosciente della sua vita adulta.