Ha riscosso molto interesse la proiezione del documentario del prof. Nicola Scaldaferri, docente di Etnomusicologia presso l’Università di Milano,“Montagne Sacre. Pellegrinaggi abramitici e pratiche musicali nel Mediterraneo” in un incontro organizzato dall’Associazione “Bene Comune” presso il Centro Sociale “Alberti-Marone” a Viggiano. Il Presidente dell’Associazione, Vittorio Prinzi, ha sottolineato il successo ottenuto dal documentario anche all’estero e l’importanza di farlo conoscere in Basilicata e specialmente a Viggiano, il cui Santuario è stato scelto come luogo di devozione mariana e di pellegrinaggio cristiano, nel confronto con le altre due religioni abramitiche (Ebraismo e Islam) nell’ambito del Mediterraneo. Scaldaferri, nell’introdurre la visione del documentario, ha ribadito come il pellegrinaggio, pur nelle sue varie modalità ed espressioni, è tipica manifestazione di religiosità, che si conserva da secoli presso alcune comunità del Mediterraneo, sempre accompagnata dalle più diverse pratiche musicali e “sacrificali”, che rispecchiano la cultura e la tradizione di un popolo, di una etnia o di una comunità.La visione del documentario ha offerto immagini, anche dai toni talvolta crudi e toccanti, che hanno mostrato tre episodi, ognuno dedicato ad un diverso evento religioso, seguendo i soliti momenti di un pellegrinaggio: La salita: in occasione di un’antichissima festa (lo Shavuot), un gruppo ormai veramente esiguo (duecento in tutto) di Samaritani Israeliti va a pregare sul Monte Gerizim (in Cisgiordania) dove si trovano i loro luoghi sacri; la festa: ad agosto, i membri della confraternita dei Bektashi scalano il Monte Tomorr (in Albania), dove pregano vicino alle tombe di Dede (antenati) e praticano il kurban (una vera e propria mattanza di pecore, le cui carni vengono poi consumate dalle famiglie); la discesa: ai primi di settembre, la Statua miracolosa della Madonna Nera di Viggiano, Regina della Lucania, “scende” nel paese, accolta da canti, suoni e balli tradizionali.Sebbene l’obiettivo principale del documentario fosse quello di esplorare il ruolo delle pratiche musicali come modo di preghiera e di partecipazione e l’importanza del suono nel dare forma e significato ai tre luoghi prescelti, la riflessione dei relatori e il dibattito hanno riguardato soprattutto il senso religioso del pellegrinaggio. Infatti, Don Paolo D’Ambrosio, Rettore del Santuario S. Maria del Monte di Viggiano, ha affermato che il pellegrinaggio è uno degli aspetti più significativi e profondi della pietà popolare, segno della condizione di ogni essere umano in quanto homo viator. Non a caso, l’idea della vita come di un cammino non appartiene solo alla Bibbia, ma si ritrova in ogni cultura e religione, dai filosofi ai poeti, e costituisce uno dei miti letterari più presenti e ricorrenti, dall’Ulisse omerico o da quello di Joyce all’inquieto cuore di Agostino. In questo senso si può dire che il viaggio, il cammino, il pellegrinaggio è davvero la grande metafora della vita umana. Il pellegrinaggio cristiano – ha aggiunto – in particolare è un evento complesso, comprendente diversi momenti successivi: la partenza, il cammino, la visita al santuario, il ritorno. Si è poi soffermato sugli aspetti della partenza e del cammino, ribadendo che il segno peculiare del pellegrinaggio cristiano non è tanto l’andare in qualche luogo quanto la conversione, in un atteggiamento di auto contestazione, di rinnegamento di sé (Mt 16, 24); quanto al cammino, poi, esso è condizione di Dio e dell’uomo e la Sacra Scrittura èil libro del cammino, dei grandi camminatori, da Adamo ad Abramo, al popolo ebraico, a Mosè… Camminare, nel linguaggio biblico, è esistere, vivere, ricominciare sempre.Dopo alcuni chiarimenti sul documentario offerti dal prof. Scaldaferri(studio lungo e complesso, anche solo perentrare nelle comunità esaminate e per penetrarne e comprenderne, talvolta solo per “simboli” e segni, la storia, la cultura….) si è aperto il dibattito, nel quale sono stati rilevati tratti differenti nelle “espressioni” e comuni nella sostanza e nello “spirito” nelle tre forme di pellegrinaggio oggetto dello studio antropologico, come il “sacrificio”, che, a differenza dell’ebraismo e del cristianesimo, presso le comunità islamiche conserva ancora aspetti vetero-testamentari, e come la “festa”, momento comune conclusivo del pellegrinaggio, vissuto, tranne che nella piccola comunità dei Samaritani, in modo sempre più simile con manifestazioni musicali dettate dalla contemporaneità.