E’ dedicato a Don Mimì Falcicchio, il parroco della chiesa di San Giovanni Battista di Matera scomparso il 7 novembre dello scorso anno all’età di 72 anni dopo aver combattuto con un male incurabile, il documentario “L’oro di Matera”, presentato in anteprima nel pomeriggio al cinema Il Piccolo di Matera. In sala, tra gli altri, i due attori Simone Castano e Carla Latorre, i registi Eugenio Persico e Riccardo Papa, il direttore della Lucana Film Commission, Paride Leporace e Luigi Di Lauro, il presidente dell’associazione La Città del Cinema, che ha sostenuto la produzione firmata Grapevine Studio. I Sassi, le chiese rupestri, gli ipogei di piazza Vittorio Veneto e di Matera Sum, la grotta dei Pipistrelli, il Museo Ridola, San Pietro Barisano, la Cripta del Peccato Originale, le chiese rupestri della Murgia materana, la tradizione del Carro trionfale in cartapesta in onore di Maria Santissima della Bruna con un racconto affidato all’artista Mario Daddiego e una testimonianza sulla chiesa di San Giovanni Battista che vede protagonista proprio il compianto Don Mimì. Il cuore di Matera al centro di questo progetto cinematografico magistralmente diretto dai registi Eugenio Persico e Riccardo Papa e interpretato con grande professionalità da due attori materani che si sono affermati nella capitale, Simone Castano e Carla Latorre.
“L’oro di Matera” è un progetto di docu-fiction che, partendo da una leggenda locale, ripercorre la storia mitologica e artistica della città di Matera. Una caccia al tesoro vista attraverso lo sguardo e la fame di misteri di Simone, un originario di Matera, il quale, alla fine della sua indagine si ritroverà al cospetto del tesoro della città. La misteriosa Carla accompagnerà il giovane Simone nella sua indagine, aiutandolo a comprendere i segnali nascosti tra le righe dei monumenti e dello splendore naturale che circoscrive i luoghi da sempre teatri di storie e favole, tramandate oralmente dalla popolazione attraverso i secoli, fino ad arrivare ai giorni nostri.
Michele Capolupo
Di seguito la sinossi del documentario “L’oro nero”, i personaggi e i luoghi coinvolti, le dichiarazioni dei registi, la scheda e la fotogallery della prima al Piccolo di Matera
“Ma io dovevo andare nella Grotta, dovevo rendermi conto di cosa si nascondesse dietro i pipistrelli. Un tempo, poi, non c’era nessun bisogno di scendere, di calarsi: l’ingresso della grotta era in piano. Ma adesso siccome era stato tolto tutto il guano, gli escrementi di quelle bestie infernali, tutto era crollato e la grotta era precipitata”.
Queste sono le parole tratte dagli appunti dell’archeologo Domenico Ridola, che, nel 1872 intraprese gli scavi all’interno della Grotta dei Pipistrelli, alla ricerca di reperti dell’età paleolitica.
Purtroppo, gli scavi andarono distrutti, in seguito al tentativo, da parte dei suoi cavatori, di trovare un tesoro che si diceva sepolto lì da un re Barbarossa.
“Quale dei Barbarossa?”, “Perché è stato sepolto proprio in quel luogo?”, “A quanto ammonta il tesoro?”. Sono solo alcune delle domande a cui cerca di dare delle risposte Simone Morelli. Spinto dalla curiosità, Stefano Morelli si stabilisce a Matera e, con l’aiuto di una ragazza del luogo, appartenente appassionata di folklore e della leggenda stessa, Carla, si metterà sulle tracce del fantomatico tesoro.
Luoghi fantastici, tesori nascosti, sfarzosi palazzi barocchi e meravigliose chiese rupestri: Stefano si ritroverà immerso in posti ricchi di storia e fascino, partendo da una grotta che da sempre custodisce segreti e leggende che si sono tramandate oralmente attraverso molte
generazioni di materani.
La sua indagine dà forma ad una docu-fiction, ricca di avventura e umorismo, al confine tra la realtà e la suggestione dei personaggi più leggendari e i misteri più suggestivi, che vuole proporre una diversa chiave di lettura sulla visione di una Matera senza tempo.
I personaggi
Simone
Ha origini materane, ma non è mai stato prima nella città in cui affondano le sue radici. Lo spunto per andare a scoprire Matera gli viene dato da un diario del nonno, che ha ritrovato casualmente. Nel diario si parla della leggenda del tesoro del re Barbarossa, che sarebbe
stato sepolto secoli prima all’interno di una delle grotte che si aprono nella murgia materana: la Grotta dei Pipistrelli.
Nel diario il nonno narra di un avventura che l’ha coinvolto nella sua ricerca del tesoro. Simone diviene ossessionato da questa ricerca, tanto da voler ripercorrere i passi dell’antenato. Durante la sua avventura il desiderio di entrare in possesso del tesoro, o di almeno
provare una sua esistenza, comincia a fondersi col suo desiderio di riscoprire la terra dove affondano le sue origini, le bellezze che ha da offrire e i luoghi suggestivi e misteriosi che fanno di Matera un posto unico.
La ricerca del tesoro, seppuyr in modo inconscio, diventa per Simnone la spinta ad entrare in contatto con qualcosa che ha sempre avuto dentro, ma che non ha mai avuto l’occasione di conoscere, un tesoro più grande di qualsiasi forziere leggendario.
Carla
Una giovane ragazza di Matera che da subito viene incuriosita dalla ricerca di Simone, tanto da decidere di accompagnarlo nel suo viaggio, da fargli da cicerone durante la sua ricerca. Appassionata di storia e folklore della sua città, ha uno strano modo di aiutare Siomone nella
sua avventura, suggerendo connessioni e possibili soluzioni agli indizi contenuti nel diario del ragazzo, più che dare risposte vere e prorpie. Sempre sull’orlo dell’ambiguità, sembra molto più interessata a far vedere con occhi differenti la città al ragazzo che ad aiutarlo veramente a trovare il leggendario tesoro. Ma forse quell’ambiguità nasconde qualcosa di più, qualcosa che non vuole rivelare al ragazzo, qualcosa che farebbe finire subito il suo viaggio senza dargli la possibilità di poter ammirare tutto quello che Matera e il territorio circostante la città hanno da offrirgli.
I luoghi
La Grotta dei Pipistrelli
È il punto di partenza della ricerca di Simone. Una grotta apparentemente simile alle altre che si aprono nella murgia materana, ma sulla quale nel corso degli anni si sono accumulate leggende.
La sua particolarità è che nel corso dei secoli si dice sia stata una chiesa rupestre dedicata a San Michele e prima ancora un luogo di culto delle acque. A volte viene indicata anche come la Grotta del Diavolo. I secoli hanno lascito su di essa i vari usi che gli uomini ne hanno fatto: chiesa, stalla per animali, granaio e addirittura rifuggio per briganti.
Museo Domenico Ridola
Nel museo archeologico della città di Matera, dedicato a colui che per primo individuò nella Grotta dei Pipistrelli un importante sito, Simone cerca informazioni reali sull’esistenza del tesoro. Qui tra i ritrovamenti e gli scritti del Ridola, Simone cercherà per la prima volta di capire quanto sia reale la leggenda che lo ha condotto a Matera.
San Pietro Barisano
Nella chiesa scavata nella roccia sita nel sasso Barisano, Simone viene condotto da un’intuizione: inquesta chiesa pare siano state trovate delle monete, un piccolo tesoro, e come la Grotta dei Pipistrelli, in qualche modo è presente l’arcangelo Michele.
Simone visditerà anche la cripta nella chiesa, una serie di corridoi scavati anch’essi nella roccia, dove nei tempi remoti venivano collocati i cadaveri dei monaci.
Cripta del Peccato Originale
Simone viene condotto da Carla in questo luogo alcuni chilometri fuiori Matera per la somiglianza con il luogo descritto nella leggenda.
Ancora una volta una chiesa scavata nella roccia. Ancora una volta un dipinto rupestre che rappresenta gli arcangeli.
Circondato dai dipinti delle pareti della chiesa rupestre Simone sembra dimenticare la sua ricerca e farsi circondare soltanto dalla bellezza del luogo.
Chiesa di San Giovanni
Da un indizio trovato nel diario che fa riferimento alla storia delle Penitenti di Accon, Simone viene condotto alla chiesa. Qui sotto la guida del parrocco potrà ammirare la particolare struttura della chiesa composta da capitelli di forma diversissima che narrano, tramite simbologie, storie bibbliche e evangeliche. Sempre qui entrerà a conoscenza di episodi riguardanti la storia medioevale di Matera, con i quali dovrà fare i conti durante la sua ricerca.
Ipogeo e Matera Sum
Simone cerca indizi e conferme anche nei sotterranei della città. Esattamente come diceva il nonno Matera è una città costruita nella terra e ogni olivello va a ricoprire quello sottostante. Qui Simone avrà una visione di come doveva essere la città dei secoli passati, negli anni in
cui la leggenda aveva preso vita. Cristo della Selva e Tavole palatine, due luoghi onirici e favolistici nei quali è ambientato il sogno di Simone che lo porterà alla rivelazione finale. Il primo luogo, una chiesetta isolata che fa da inizio ad un percorso di cavita scavate nella
roccia e panorami suggestivi, è l’inizio del sogno, il luogo in cui la mente di Simone cerca di mettere a posto i pezzi che ha raccolto durante la sua ricerca. Il secondo, capolavoro del periodo greco, è il luogo in cui durante il sogno,le informazioni raccolte formeranno una sorta di percorso che daranno a Simone l’indizio finale della sua
ricerca.
Matera
L’intera città, con le sue strade, le sue piazze, i rioni dei Sassi, con i loro vicinati, e la sua particolare struttura, fa da sfondo e da personaggio aggiuntivo a tutta la vicenda fino a diventare nel finale, da una suggestiva vista dalla Murgia Timone, il compimento della ricerca leggendaria di Simone.
Le dichiarazioni dei registi Eugenio Persico e Riccardo Papa
Lo scopo principale del documentario “L’oro di Matera” è quello di valorizzare il territorio e la cultura Lucani in tutte le loro sfaccettature. Partendo dalla leggenda del “tesoro di re Barbarossa”,
il progetto farà luce su quelle che sono sempre state considerate le peculiarità culturali e artistiche del luogo e della storia che contraddistingue la città. Abbiamo avuto così modo di esplorare una Matera ricca di suggestioni, storie fantastiche,
atmosfere al confine tra sogno e realtà, attraverso le parole di autorevoli esponenti storici e di settore. Folklore e storia sono i veri protagonisti di questa avventura e al centro del nostro documentario. Muovendosi attraverso gli sconfinati orizzonti lucani, ci siamo ritrovati di fronte a luoghi di immenso valore artistico e storico: chiese rupestri, cripte, musei, fino ad esplorare
il parco naturale della Murgia. L’ idea di regia si è fondata sulla presenza dei due personaggi di finzione, Simone e Carla, i
quali seguendo le indagini circa la leggenda del tesoro del re Barbarossa, hanno dato modo di coniugare l’investigazione documentaristica ad uno stile di ripresa moderno e concitato.
L’indagine offre, così, l’occasione di mostrare Matera sotto occhi diversi e, al tempo stesso, l’opportunità di calarsi nelle profondità dei segreti, sulle tracce del tesoro e dell’antica leggenda a cui esso appartiene. Luoghi, fatti e persone sono i punti cardine attraverso cui i nostri protagonisti hanno tessuto i fili della tela delle loro speculazioni e, dopo lunghe e minuziose ricerche, giungeranno all’unica conclusione possibile: l’oro di Matera è Matera stessa!
Scheda del documentario
Autori Simone Castano e Carla Latorre.
Regia di Eugenio Persico e Riccardo Papa
Soggetto di Antonio Cardia, Tony Costagliola Di Fiore
Riccardo Papa ed Eugenio Persico
Sceneggiatura di Antonio Cardia
Testi del “Diario” di Adolfo Conti
Fotografia di Stefano Petti
Montaggio di Eugenio Persico
Musiche di Francesco Persia e Francesco Tripaldi
Suono di Salvatore Tagliavia
Produttore esecutivo Maria Teresa Sisinni
Prodotto da Ilaria Nomato e Riccardo Papa
La fotogallery del documentario “L’oro nero” (foto www.SassiLive.it)