Questa sera in piazza Cesare Firrao a Matera in occasione della Giornata mondiale dell’Ambiente, è stato proposto al pubblico il film “Il Buco” (2021) di Michelangelo Frammartino, nell’ambito della rassegna delle arti e dell’ambiente “Rizomatica. Nuove forme di coesistenza”, organizzata dalla Fondazione Matera Basilicata 2019 e curata da Imma Tralli e Roberto Pontecorvo di Marea Art Project, con il patrocinio dei Comuni di Matera, Moliterno e Pisticci, in programma tra aprile e giugno a Matera, Moliterno e Pisticci.
Mentre nel prospero nord Italia viene costruito l’edificio più alto d’Europa durante il boom economico degli anni ’60, all’altra estremità del paese nell’agosto del 1961 un gruppo di giovani speleologi visita l’altopiano calabrese e il suo incontaminato entroterra immergendosi nel sottosuolo di un Meridione che tutti stanno abbandonando. Scoprono così coi suoi 700 metri di profondità una delle grotte più profonde del mondo, l’Abisso del Bifurto dell’altopiano del Pollino, sotto lo sguardo di un vecchio pastore, unico testimone del territorio incontaminato.
Biografia Michelangelo Frammartino
Nato a Milano da genitori calabresi, Michelangelo Frammartino è tra i più importanti registi del cinema italiano contemporaneo. Esordisce su grande schermo con il lungometraggio Il dono (2003), presentato al Festival Internazionale di Locarno, a cui segue Le quattro volte (2010) che conquista sin da subito l’attenzione di pubblico e critica nel contesto delle Quinzaine des realisateurs del Festival di Cannes. Nel 2021 presenta Il buco al Festival del Cinema di Venezia, aggiudicandosi il Premio Speciale della Giuria. Negli anni di formazione, Frammartino alterna lavori più orientati al mezzo cinematografico con opere connesse al mondo delle arti visive, tra cui la video-installazione Alberi (2013) presentata anche al MoMA di New York e incentrata sull’antico rito arboreo di cui è protagonista il Romito, celebre figura del Carnevale di Satriano di Lucania (Potenza). Il cinema di Michelangelo Frammartino approfondisce la più intima e profonda relazione tra natura e umano, attraverso una polifonia sensoriale fatta di rumori, suoni e immagini, scavando nel ventre ancestrale, primitivo e intimo della terra.
La fotogallery dell’evento (foto www.SassiLive.it)