Un evento speciale dedicato al grande cinema italiano questa mattina nel Palazzo Lanfrancho a Matera: ospiti l’attore, regista, sceneggiatore e produttore Terence Hill, nome d’arte di Mario Girotti, personaggio che dopo aver spopolato con i film in coppia con Bud Spencer si è fatto amare dal pubblico televisivo nei panni di don Matteo nell’omonima fiction Rai, e Renato Casaro, uno dei più importanti, influenti e innovativi cartellonisti cinematografici italiani per l’incontro sul tema “C’era una volta …prima del digitale… L’ultimo uomo che dipinse il cinema” promosso dal Museo nazionale di Matera.
Dopo aver visitato la mostra nella sala delle Arcate, Terence Hill e Renato Casaro hanno raccontato al pubblico che ha gremito la sala Lev diversi aneddoti molto divertenti legati ai film che hanno coinvolto l’attore Matteo Girotti in arte Terence Hill insieme a Bud Spencer, film le cui locandine sono state realizzate proprio da Renato Casaro.
A fare gli onori di casa il direttore del Museo Nazionale di Matera, Annamaria Mauro. Gli ospiti hanno dialogato con la curatrice della mostra Chiara Matteazzi, funzionaria della Direzione regionale Musei Veneto e Fabio Toninelli, presidente dell’associazione Tapirulan.
A Terence Hill è stato donato un plaid con la scena del film “Lo chiamavano Trinità” realizzato dall’artigiano pomaricano Donato Cirella mentre il pasticciere Nicola Giotti di Giovinazzo ha donato all’attore un uovo di Pasqua in cui era raffigurata una scena del film “Lo chiamavano Trinità”.
L’incontro con Terence Hill è stato inserito tra gli appuntamenti collaterali alla mostra “Il mio nome è Renato Casaro” allestista dallo scorso ottobre a Palazzo Lanfranchi, con un’esposizione di 100 opere tra originali e manifesti realizzati dagli anni ’50 ad oggi. Nata dalla collaborazione tra il Museo Nazionale di Matera, la Direzione regionale Musei Veneto, l’Associazione Tapirulan e il Matera Film Festival e curata da Chiara Matteazzi e Fabio Toninelli, la mostra è stata prorogata fino al 1 maggio 2023.
Nel corso della sua lunga carriera, Renato Casaro ha realizzato migliaia di opere dedicate alla settima arte, lavorando con i più grandi registi del mondo quali Quentin Tarantino, Bernardo Bertolucci, Sergio Leone, James Cameroon, David Lynch e molti altri. Diversi, fra i bozzetti e i manifesti in mostra a Palazzo Lanfranchi, sono quelli che vedono protagonista proprio Terence Hill, spesso in coppia con Bud Spencer, come “Chi trova un amico trova un tesoro” (1981), “Io sto con gli ippopotami” (1979) , “Lo chiamavano Trinità” (1970), “Continuavano a chiamarlo Trinità” (1971), “Troublemakers (Botte di Natale)” (1994), “…Altrimenti ci arrabbiamo” (1974), “Due superpiedi quasi piatti” (1977), “Il mio nome è Nessuno” (1973).
Nel catalogo della mostra, è lo stesso Casaro a raccontare del rapporto con i due attori: «Negli anni ’70 e ’80 per Bud Spencer e Terence Hill disegnai quasi tutti i manifesti. Li conoscevo molto bene ed ero legato soprattutto a Mario Girotti (Terence), mentre Carlo Pedersoli (Bud) mi dava sempre un po’ di soggezione […]. Terence era sempre sereno, positivo. Il viso di Bud contrastava con la stazza: era bonario, a volte ingenuo, mentre disegnavo l’altro con un aspetto assonnato o distaccato, ma pronto all’azione e ad approfittare della situazione per il proprio vantaggio”.
Michele Capolupo
La fotogallery dell’incontro (foto www.SassiLive.it)