Claudia Molinari
Domina il bianco, sull’ultima tela che Claudia ha dipinto per questa mostra materana, ed è dedicata a Pier Paolo Pasolini. C’è anche qualche traccia di nero, ma non troppo, appena sfumato, e vi sono dei fili tesi fra muro e muro con panni appesi a sciorinare al sole. E qui Claudia mostra la sua genialità, la sua personalità, perché quei panni sono ritagli di giornali niente affatto anonimi, anzi, selezionati apposta per raccontare, attraverso i titoli, le storie delle infinite tragedie che accompagnarono il percorso travagliato di Pasolini. La scelta del bianco e nero non è casuale, perché l’artista ha ben chiari nella memoria alcuni dei film di Pasolini, come Accattone e Mamma Roma, che furono girati in bianco e nero. E poi il bianco è nero sono colori poeticamente drammatici, come le controre mediterranee, come i muri calcinati sui quali si attacca con la solagna la patina dell’antico; e poi il bianco e nero sono espressioni del quotidiano, dell’aria che si respira, della fame che fa ruggire i visceri, della povertà dei proletari, dei piedi scalzi dei mocciosi che si azzuffano, e delle toppe sui panni. Dei Mezzogiorni del mondo. Coi panni stesi infine Claudia sembra voler ripopolare di vita vera quella parte della città, i Sassi di Matera, nei quali Pasolini girò le sequenze più palpitanti del suo Vangelo, e mettere a nudo il quotidiano vissuto, amato e sofferto.
E sono panni niente affatto anonimi, sembrano icone scese dalle pale degli altari di antiche tragedie che appartengono alla biografia pasoliniana. Che è biografia comune alle nuove generazioni: con le ansie, i tormenti, le incertezze. I quadri di Claudia sono pagine che raccontano sensibilità moderne, che illustrano i moti dell’anima senza nulla nascondere, senza nulla trascurare, scandagliando fra i disordini del mondo. Ha definito, infatti, “versi e riversi” le tre tele su cui si intuisce quanto grande sia questo disordine universale, questo mondo che sembra non avere né capo né coda, e nel quale essa, Claudia, si butta a mettere ordine: magari cominciando dall’arte, che è atto d’amore, di solidarietà, di abbraccio fra generazioni. Le tre tele sono concepite in un moto unitario con una linea di orizzonte che le attraversa e le amalgama nel movimento rotatorio della storia. E qui essa sembra voler svelare la sua non troppo nascosta anima militante, quasi fosse una giacobina di ritorno che grida vendetta contro il dilagante conformismo, contro il disarmo della coscienze, con l’occhio la mente il cuore tesi a raccogliere ed auscultare i battiti del cuore universale. Non a caso, una delle sue tele porta il titolo di “esodo”, quello delle masse universali, novelli ebrei erranti, in mezzo alla procella di antiche e più recenti tragedie: ieri l’olocausto, appena ieri i sentieri della speranza,oggi gli zatteroni di gente in fuga dalla fame, dalle guerre e dai genocidi, dai massacri che insanguinano i continenti, da terre dove la morte è sempre in agguato, in cerca di approdi più sicuri. Con la morte nel cuore. Con la speranza negata.
Tutto questo essa porta nell’anima, e quando si ferma a dipingere, il quadro è già pensato: come “stato d’assedio”, coi corpi lacerati e calpestati da folle impazzite nell’euforia della guerra; come “omaggio all’Africa”, quel continente sul quale si danno appuntamento tutte le tragedie dal mondo moderno, ma dove si intravedono ancora le speranze, il continente dove anche il silenzio è musica, dove ogni movimento è danza; o come “l’equilibrista”, che richiama il dramma attuale del precariato, anzi dei precari, entità sociali sospesi a mezz’aria fra un mese di lavoro e undici mesi di speranze tradite e negate; o come le “margherite”, colte a fine ottobre nelle tenerezza dei bianchi e dei verdi sui prati che si accingono ad affrontare il gelo dell’inverno, quasi fosse l’agonia dei sogni; o, infine, come “sospirata evasione”, con i pesciolini boccheggianti che protendono la boccuccia verso un cielo improbabile. Sembrano, le sue, composizioni rivelatrici dell’autobiografia tormentata di chi cerca il sole e la libertà.
Domenico Notarangelo
Note Biografiche di Claudia Molinari
Nasce a Zug, in Svizzera, il 9 dicembre del 1975. Figlia dell’emigrazione, trascorre un infanzia nomade arricchita dai numerosi spostamenti dei genitori, dal nord al sud dell’Italia. Consegue la maturità artistica a Matera nel 1994 e si trasferisce a Bari dove frequenta l’Accademia di Belle Arti che termina nel 1999. Il suo impegno sociale la porta a lavorare con la pittura all’interno di istituti di cura, tra i quali S. Maria di Cassano (BA) e il Buon Cammino di Altamura (BA).
Realizza in seguito pitture murali presso privati. Nel 2000 sperimenta l’oreficeria conseguendone la qualifica presso un noto laboratorio orafo di Matera.
Personalità eclettica, utilizza nel suo lavoro svariati materiali e collabora alla realizzazione di un presepe di 20 mq in legno e cartapesta nella piazza centrale di Mola di Bari. Nel 2001 è docente di modellato per un corso di formazione di Arti applicate. Realizza intanto, come libera professionista, opere artistiche in terracotta e creazioni di monili in argento, falsi d’autore e ritratti su commissione, non trascurando la continua ricerca stilistica e personale produzione pittorica.
Nel 2007 si accosta all’arte del restauro lavorando su opere lignee e murarie di chiese presso le città di Matera, Tursi e Montescaglioso. Attualmente vive e lavora a Matera.
Indice delle mostre
1994
-Collettiva di pittura, Ipogei Piazza S. Francesco, Matera
-II Rassegna Internazionale di pittura, “Premio i Sassi di Matera”, Ipogei Piazza S. Francesco, Matera
1997
-Collettiva di pittura, Accademia di Belle arti di Bari
-Collettiva di pittura, “Immagini sull’Impermanenza”, alla venerabile presenza del Lama Ghesce Sonam Yangub, Palazzo Acito, Matera
1998
-Collettiva di pittura “Giovani Artisti”, Santo Spirito, Bari
-Collettiva di pittura “Primo Premio Villa Gattini”, Matera
-Collettiva di pittura “Ambientiamoci” mostra d’arte contemporanea, Matera
1999
-Segnalazione al “28° Concorso Internazionale d’Arte”, S. Giovanni Bono, Cesena
2000
-Collettiva di Arte contemporanea “Exploi”, Fitzcarraldo cafè, Bari
2002
-Personale di beneficenza, presso “BNL” Altamura (BA)
2004
-Personale presso “Nooa Toba Cafè” , Piazza S. Pietro Barisano, Matera
2005
-Primo premio all’estemporanea di pittura organizzata dalla Pro Loco di Rotondella
-Premiata con la pubblicazione di un’opera sulla rivista specializzata “Boè”
-Personale presso la “Galleria Modigliani”, Milano
2006
-Personale nei tre piani degli uffici di produzione, durante le riprese del film “Nativity”, girato a Matera.