Per il secondo appuntamento della rassegna “Officina del jazz Urban Club” domenica 31 ottobre a partire dalle 21,30 è in programma il concerto di Cheryl Porter Quartet con “Mina in Black”. Prevendita presso Teatro Duni. Costo biglietto 15 euro.
Per l’occasione l’associazione preesieduta dal sensibile direttore artistico Angelo Calculli sposa anche la causa della lotta contro la violenza. Cheryl Porter sarà infatti a Matera già venerdì 22 ottobre alle ore 21 al teatro Duni all’evento promosso dall’associaizone D.i.v.a. (donate il vostro aiuto).
Il motto di Cheryl Porter recita: “Canterò ogni volta che il Signore mi dirà di cantare, obbedendo alla volontà di Dio”. Ed è proprio cosi’… da dieci anni Cheryl ha dedicato la sua carriera ad una missione in musica: quella di portare un messaggio di unità ad un mondo diviso, di fraternità ai popoli in guerra, e di pace interiore a chi ascolta la sua musica. “Potente”, “commovente”, “ispirata”, “elegante” sono le parole più usate quando si parla della cantante Cheryl Porter. Una voce unica, che riesce ad arrivare dentro l’anima di chi ascolta lasciando un’emozione difficile da dimenticare.
Grazie all’ampio spettro di capacità vocali ed alla sofisticata miscela di Spirituals, Classica, Jazz e Gospel, Cheryl ha avuto modo di collaborare e condividere il palco con molti artisti, alcuni dei quali veramente leggendari: si possono citare Paolo Conte, Katia Ricciarelli, Tito Puente, Mariah Carey, Take 6, The Blues Brothers, ed inoltre Gen Rosso, Paquito D’Rivera, Marshall Royal, Dave Brubeck, Amii Stewart, Claudio Roditi, Bob Mintzer (Yellow Jackets), Hal Crook, i Brecker Brothers, e David Crosby. Nel 2003 è stata invitata a partecipare come voce gospel alla cerimonia e al ricevimento del matrimonio del Maestro Luciano Pavarotti, dove ha condiviso il palco con Andrea Bocelli e con Bono degli U2.
Ha registrato più di venti cd di Spirituals, Jazz, e Gospel, e più di quaranta singoli. Nel corso della sua carriera ha avuto modo di esibirsi in 15 paesi (toccando America, Europa, Medio Oriente, Sud America e Caraibi), per un pubblico di fans sempre più numeroso.
L’Officina del jazz invita i cittadini all’aperitivo con l’autore, in programma domenica mattina 31 ottobre alle ore 11.30 presso la norceria Lacapagira (Sasso Barisano, via d’Addozio 14) per la presentazione del libro Generazione tuareg di Francesco Delzìo.
La biografia di Francesco Delzìo
Classe 1974, oggi Executive Vice President e direttore dell’Area Relazioni Esterne e Affari Istituzionali del Gruppo Piaggio. Dal 2001 al 2007 Direttore dei Giovani Imprenditori di Confindustria (il più giovane dirigente nella storia dell’associazione imprenditoriale) e ancora prima giornalista professionista in Rai. Presidente dell’Associazione Laureati Luiss e Consigliere d’Amministrazione dell’ Università. Ideatore e condirettore del Master in “Relazioni Istituzionali, Lobby e Comunicazione d’Impresa” , presso la Luiss. Selezionato come Italian Young Leader dal Dipartimento di Stato USA. Vice Presidente di Confindustria ANCMA, membro del Direttivo di Federmeccanica e dell’Unione Industriali di Pisa. Fondatore e animatore dei più innovativi network generazionali degli ultimi anni, da VeDrò a Trenta. Membro dei Comitati scientifici di Glocus e di Symbola – Fondazione per le qualità italiane. Autore di saggi tra cui il fortunatissimo “Generazione Tuareg. Giovani flessibili e felici” (Rubbettino, 2007), paragonato dal Presidente della Camera Gianfranco Fini agli scritti di Sartre sulla condizione giovanile. Il più recente è “Politica Ground Zero. Lettera d’amore di un giovane tradito” (Rubbettino, 2008).
Le info sul libro “La Generazione Tuareg”.
I trentenni e quarantenni di oggi si sono formati in un deserto, causato dal rapido e imprevedibile dissolvimento delle certezze che avevano caratterizzato il Novecento. Sono i protagonisti della Generazione Tuareg. Costretti a vagare in un mare senz’acqua come i nomadi del deserto, privi delle bussole che avevano guidato padri e nonni. Proprio come i Tuareg hanno una sola chance per sopravvivere: affrontare il deserto in gruppo, abbandonando l’iper-individualismo di fine Novecento. Colpita e marginalizzata dalle conseguenze della rivoluzione del ‘68 e della cultura dello spot televisivo, dai mercati dei servizi chiusi alla concorrenza e dalla riforma Dini, la Generazione Tuareg può riscattarsi solo costruendo una nuova mappa di valori, un nuovo pensiero comune. Coltivando visioni più ampie del proprio interesse, può rovesciare l’approccio di chi oggi è al potere in Italia. Battendo la “sindrome dell’alieno”: l’idea – straordinariamente diffusa tra dirigenti pubblici e privati, imprenditori, opinion maker, accademici – che le sorti dell’Italia siano qualcosa di altro rispetto ai propri comportamenti, ai propri giudizi, alle proprie ambizioni.
Il Blog nasce per diffondere i valori e la visione del mondo della Generazione Tuareg e per lanciare una grande battaglia comune. Solo in questo modo potremo dar vita ad una rivoluzione culturale: liberare la Generazione Tuareg dai falsi miti del Novecento per riaccendere la speranza e ricostruire il “sogno italiano”. E’ la grande missione della Generazione Tuareg: flessibile per necessità, felice per scelta.