Don Mazzi a Matera. L’occasione buona per visitare la città dei Sassi arriva grazie all’invito della Fidapa per presentare nell’auditorium di piazza Sedile il suo ultimo libro, già in libreria dall’aprile dello scorso anno. All’evento hanno partecipato numerose autorità civili e religiose.
Una relazione sul fenomeno del bullismo nella città di Matera è stata presentata prima dal sindaco Buccico, poi dal presidente della provincia Nigro e infine da capo di gabinetto della Polizia di Stato Rosato. Il primo cittadino ha precisato che il bullismo nella nostra città è circoscritto a casi isolati anche se ci sono diverse emergenze sociali che vengono affrontate con grande generosità dalle numerose associazioni di volontariato presenti a Matera. Il presidente Nigro si è soffermato su due di casi di bullismo registrati in due scuole medie superiori, uno a Matera e l’altro a Policoro. Poi spazio all’intervento di don Antonio Mazzi, molto atteso dalla pubblico che ha gremito l’auditorium. Se ci sono i bulli la colpa è anche dei genitori che non riescono a svolgere al meglio il loro compito di padri e di madri. Un bullo che non viene recuperato ha molte possibilità di continuare a svolgere una vita da delinquente.
Ecco perchè risulta fondamentale l’educazione che i nostri ragazzi ricevono prima di tutto in famiglia e poi nell’ambito scolastico. Il consiglio di Don Mazzi è molto semplice: niente vizi ma un sano rigore per una crescita corretta. Ma per scongiurare dei nuovi bulli i ragazzi devono essere seguiti e non è facile per i genitori che lavorano avere le giuste attenzioni nei confronti dei propri figli. Lasciarli davanti alla tv per ore e ore è uno dei comportamenti scorretti che portano al bullismo perchè i messaggi che passano dal piccolo schermo durante la giornata possono condizionare il comportamento dei giovani nel contesto sociale.
Perchè allora non riscoprire la parrocchia come luogo di aggregazione e di creazione di nuovi talenti? Ai genitori il compito di seguire i consigli riportati nel libro di Don Mazzi, con la speranza di inculcare nelle nuove generazioni quei valori ormai travolti da una società consumistica che offre ai giovani il divertimento facile attraverso l’uso e l’abuso di alcol o peggio di sostanze stupefacenti.