E’ stata presentata nei locali suggestivi di Progetto Arte di via D’Addozio la statua del Cristo Salvatore di Timmari realizzata dallo scultore Pietro Marchetti di Carrara. La statua sarà poi installata presso la chiesa presente sul colle Timmari. Don Egidio Casarola ha sottolineato come è nata l’idea e la collaborazione con l’artista. Il poliedrico artista materano Franco Di Pede si è soffermato sulla doppia valenza che questa occasione straordinaria ha messo in atto sul sito Timmari e il tufo.
“Il futuro di Matera – ha dichiarato l’artista materano – potrebbe essere proprio la valorizzazione del materiale con il quale sono stati costruiti gli antichi rioni Sassi. Per quanto riguarda questa collaborazione tra Matera e Carrara, l’auspicio è che vada a buon fine e potrebbe diventare un modello per altre realtà. Stiamo pensando di trovare dei soggetti da realizzare in tufo che possono rappresentare la tipica caratteristica della nostra città. Oltre al discorso dell’Accademia ho pensato di ripetere quello che ho già sperimentato con lo Studio Arti Visive di Matera. Negli Anni Settanta ho invitato sette scultori per realizzare a Matera opere in tufo che poi sono state utilizzate per una mostra itinerante. Allora aderirono scultori come Pomodoro, Cascella, Stacciali, Cavaliere e questa iniziativa potrebbe valorizzare l’opera che svolgono i ragazzi del “Progetto Arte”.
La scultura in tufo che rappresenta il Cristo Salvatore è stata realizzata dall’artista Pietro Marchetti, docente dell’Accademia di Belle Arti di Carrara. A spiegare le caratteristiche tecniche è lo stesso Marchetti: “Questa scultura in tufo è alta 417 centimetri (la sola figura misura cm 267) e rappresenta il Cristo Salvatore, la cui devozione risale a tempi remoti. Timmari custodisce una chiesetta pre-romanica, dedicata appunto al Santissimo Salvatore, da diversi secoli meta di pellegrinaggi. Timmari è anche un sito di grande importanza storica in quanto in tempi recenti sono venuti alla luce , a seguito di scavi archeologici, insediamenti del periodo neolitico. Un luogo quindi abitato , frequentato e venerato fin dai tempi antichi: insediamento agro-pastorale ma anche luogo di culto e devozione popolare. E’ in questo contesto ambientale e culturale che ho cercato di elaborare un’idea di scultura legata alla terra e alla tradizione. Il mio scopo è stato quello di realizzare un’opera, una scultura molto vicina alla gente e per la gente, quindi un’opera che potrei definire popolare. Fin dal primo momento ho pensato ad un pilastro verticale, ad un solido portante nel quale ricavarne una statua ben piantata. Ho immaginato di vedere una figura lignea realizzata da mani contadine e vestita con tessuti poveri. Con questa statua ho voluto rappresentare un contadino lucano che contenesse nel volto i caratteri della passione ed ho pensato al volto della Sindone, alla sofferenza dell’uomo crocifisso con lo sguardo rivolto verso chi arriv , uno sguardo che accoglie. In questa parte della scultura è rappresentato il Cristo a spalle nude poggiate sul panneggio del pannello che diventa capitello della colonna della flagellazione. Uno stacco netto dal corpo vestito, la Resurrezione, una visione nella totalità , che partendo dal basso verso l’alto dalla terra, dalla roccia, si eleva al cielo. La parte centrale, il pilastro portante, il manto, la rappresentazione teatrale, la vestizione della figura, è un omaggio all’amico e scultore Bodini, le cui geometrie dei panneggi rimandano alla sua poetica, alle geometrie contenute nella porta bronzea della chiesa di La Martella. Un richiamo alla presenza e alla continuità di una storia cominciata anni fa con grandi artisti che hanno reso omaggio alla chiesa del borgo La Martella e che adesso prosegue grazie all’impegno di don Egidio Casarola e dell’artista Franco Di Pede dello Studio Arti Visive. Inoltre voglio ricordare che la realizzazione dell’opera è stata possibile grazie anche alla preziosa collaborazione del laboratorio artigianale e artistico del Progetto Arte di Matera ed alla disponibilità di Pietro Papapietro della Cava di tufo in agro di Montescaglioso”