Al via il secondo appuntamento della rassegna “Tempo di lirica”. Giovedì 24 febbraio presso il teatro Duni in programma Elisir d’amore di Gaetano Donizetti. La regia è affidata alla cantante lirica Katia Ricciarelli, assistente alla regia Giovanni Guarino. Orchestra del Conservatorio “Tito Schipa” di Lecce, coro lirico di Puglia e Basilicata e Direttore Giovanni Pellegrini.
Il Direttore Artistico della rassegna promossa dalla società Quadrum dei fratelli Braia e dall’Associazione La Camerata delle arti è il tenore Francesco Zingariello.
Dopo il successo del Gran galà del nuovo anno con i tre tenori: Martemucci, Zingariello e Caputo (21 gennaio) il cartellone prevede altri due imperdibili appuntamenti, il 17 marzo con “Trilogia Popolare” per festeggiare i 150 dell’Unità d’Italia (che prevede in apertura una cerimonia istituzionale in collaborazione con la Prefettura di Matera) e l’ 8 aprile con il “Rigoletto” di Giuseppe Verdi.
Costo abbonamento per i tre spettacoli: platea 50, galleria 30
costo singolo biglietto: platea 20, galleria 12 euro
Scheda Elisir d’amore
L’ascesa e la conquista del successo da parte del compositore bergamasco Gaetano Donizetti non fu affatto semplice. L’accoglienza riservata alle sue opere fu nella maggior parte dei casi assai tiepida, fatta eccezione per “L’ajo nell’imbarazzo” e “Olivo e Pasquale”; i suoi melodrammi, in poche parole non riuscivano a far presa sul pubblico dato che lo scenario era quasi sempre occupato dalle opere di Rossini. La prima occasione di riscatto si presentò nel 1830, quando un nobile proprietario del Teatro Cercano, commissionò allo stesso Donizetti un’opera seria per l’apertura della stagione teatrale. Il compositore trionfò nel 1830 con “Anna Bolena” e successivamente, sfidando le critiche di alcuni giornali che preferivano le composizioni di Bellini, ottenne uno scarso successo presso La Scala di Milano con l’opera “Ugo conte di Parigi”. Fu proprio durante il suo soggiorno milanese che Donizetti ricevette dall’impresario Alessandro Lanari, che all’epoca aveva in appalto la stagione del Teatro di Canobbiana, l’incarico di comporre un’opera comica su libretto di Felice Romani. Non avendo molto tempo a disposizione, Romani riportò quasi fedelmente il libretto “Le Philtre” del suo collega francese Eugene Scribe, raggiungendo un risultato di gran lunga superiore rispetto al testo originale, tanto da essere definito il miglior testo comico della sua intera produzione. Portata a termine la partitura dell’opera in un lasso di tempo brevissimo, “L’Elisir d’Amore” andò in scena il 12 maggio del 1832 al Teatro della Canobbiana di Milano, con un successo a dir poco straordinario che, a distanza di un anno dalla messa in scena di “Anna Bolena”, sancì la definitiva consacrazione dell’artista nel capoluogo lombardo. “La Gazzetta giudica l’Elisir troppo bene, credetemi, troppo” queste furono le parole del compositore indirizzate al suo maestro Giovanni Simone Mayr all’indomani della sua prima rappresentazione. Mantenendo il filone dell’operà- comique, Donizetti ci affascina con la semplicità dei suoi personaggi “umanizzati” dalla loro capacità di amarsi, ridere e far sorridere, regalando un macchinoso intreccio, seppur semplice applicato al nostro caso, fra il Tenore Nemorino, il Soprano Adina ed il Baritono Belcore.