Nota del sindaco di Grassano sull’opuscolo che celebra il 150° anniversario dell’Unità d’Italia.
L’idea di questo opuscolo nasce in occasione delle celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia. A episodi celebri della storia dell’Unità di Italia sono dedicati i sei pannelli in ceramica policroma che, realizzati dall’artista materano Franco Di Pede, ornano e abbelliscono l’edificio della Scuola Elementare “San Giovanni Bosco” di Grassano. Le ceramiche ripercorrono, oltre che momenti epici dell’Unità nazionale, anche alcuni significativi eventi locali, inserendo le storie della gente lucana nella corrente della Storia nazionale. Troppo spesso, come lucani, ci siamo sentiti esclusi dalla Storia con la “s” maiuscola, ed è quindi con grande orgoglio che patrocino questa iniziativa.
Ho sempre pensato, infatti, che, soprattutto in Basilicata, occorra riscoprire con più orgoglio la storia locale, per poter costruire un futuro migliore per le nuove generazioni.
L’opera del prof. Di Pede darà modo, inoltre, ai grassanesi di riscoprire l’edificio stesso della Scuola Elementare, un’opera architettonica di grande pregio, progettata a misura di bambino e costruita nel 1963. Il progettista è il grande architetto di fama internazionale prof. arch. Ludovico Quaroni, che realizzò il progetto gratuitamente, su richiesta particolare del suo amico personale, on.le Gaetano Ambrico, allora sindaco di Grassano.
Tre generazioni di grassanesi hanno avviato i loro studi in questo edificio ed è quindi con estrema soddisfazione che la mia amministrazione promuove la valorizzazione di quest’opera architettonica e artistica. La più viva ed affettuosa gratitudine, naturalmente, va al prof. Di Pede, per aver proposto la pubblicazione di questo opuscolo e averne curato la stesura.
Vito Magnante, Sindaco di Grassano
L’opuscolo presentato da Franco Di Pede
La tesi di laurea Franco Di Pede – un artista materano fra avanguardia e cultura del territorio – del giovane universitario Diego De Angelis, dell’Università di Basilicata, mi ha permesso di rivisitare, dopo un quarantennio, alcune mie opere, che, realizzate nel 1963-64 per il nuovo edificio scolastico di Grassano, hanno accompagnato la formazione culturale di varie generazioni di ragazzi della piccola cittadina lucana. Sono sei pannelli in ceramica policroma, delle dimensioni di metri 2,50 per 1,80 ciascuno, cui si aggiunge una fontana artistica con gruppo scultoreo. Trattasi di ceramiche realizzate a seguito di concorso nazionale ai sensi della legge 9 luglio 1949 n. 717. Aveva come tema “Vinti e vincitori”; la fontana aveva come motto “Oltre la Siepe”.
Pannelli e fontana dovevano ornare e abbellire il nuovo edificio, il cui progetto architettonico era stato affidato dal Comune di Grassano al compianto prof. arch. Ludovico Quaroni nel 1954-55. Quaroni aveva accettato l’incarico, fornendo il progetto gratuitamente, a condizione che, sul frontale del nuovo edificio, fosse apposta una targa con il suo nome.
La direzione artistica dei lavori fu affidata dallo stesso Comune al progettista Quaroni; alla direzione tecnica, invece, fu chiamato l’ing. Giovanni Bolettieri di Matera, mentre all’assistenza ai lavori doveva attendere il geom. Michele De Cuzzi di Grassano. Il progetto originale di Quaroni prevedeva la copertura, a terrazza, dei padiglioni e del centro didattico; ma fu modificato a tetto, nel corso dei lavori, in modo da rendere l’immobile più funzionale.
Negli stessi anni, il prof. Ludovico Quaroni realizzava il complesso monumentale della parrocchia di san Vincenzo de Paoli nella nascente borgata di La Martella, ove era anche operante un laboratorio di ceramica, che, inizialmente voluto dai fratelli Andrea e Pietro Cascella, fu ereditato da Nello Mira d’Ercole e, in seguito, dai fratelli Eustachio e Pietro Gaudiano, che realizzarono le sei ceramiche e la fontana monumentale (attualmente smembrata), destinata per l’atrio dell’edificio. Realizzai i sei pannelli sulla storia d’Italia a seguito delle celebrazioni del primo centenario dell’unità dello Stato italiano; la fontana rappresentava il profilo della mano di un fanciullo protesa verso l’alto.
Nella realizzazione delle figure infantili – è interessante dirlo per ragioni pedagogiche e psicologiche – mi fecero da modelli alcuni ragazzi di La Martella, che facevano pratica nel laboratorio di ceramica.
Franco Di Pede
Come i ragazzi grassanesi imparavano che erano italiani
Quando, nel 1963, fu costruito l’edificio della scuola elementare di Grassano, Di Pede si domandò quale messaggio poteva trasmettere agli alunni di quegli anni, che ora sono persone mature, se non anziane, alcune nemmeno viventi a Grassano, che è stato ed è paese di grande emigrazione. Da poco, nel 1961, si era celebrato il primo centenario dell’Unità d’Italia. Che cosa di meglio, allora, se non continuare su quella falsariga? Molti grassanesi erano partiti, stavano partendo e sarebbero partiti dal loro paese per raggiungere il Nord d’Italia, alla ricerca di un lavoro. Bisognava dare loro la certezza che, comunque, andando al Nord, rimanevamo pur sempre in Italia ed erano italiani. Oggi, purtroppo, molte idee strane si sono diffuse, né mancano sciagurate forze politiche che vogliono mettere in discussione e anzi mettono in discussione l’unità nazionale e i valori che la sostengono, cioè i valori di fratellanza, solidarietà ed equità, che sempre legano e devono legare i membri di una stessa famiglia. A maggior ragione, perciò, ricorrendo il 150° anniversario della Unità nazionale, è indispensabile riproporla oggi come valore civile, sociale ed etico.
Il sogno dell’Unità d’Italia, come è noto, parte da lontano, almeno dal tempo di Dante. Di Pede parte dal Settecento, cioè da quando, anche concretamente, cominciarono ad affiorare episodi politico-militari che lasciavano già intravedere una più diffusa coscienza nazionale e, di conseguenza, il rifiuto dello straniero dominatore. Sfilano, infatti, attraverso le sue sei ceramiche, episodi “clamorosi”, di cui furono protagoniste persone comuni, spesso del ceto basso. In ordine cronologico si incontrano: Pietro Micca, minatore, che difese l’indipendenza di Torino e casa Savoia contro i Francesi; Giovanni Battista Perasso, detto Balilla, ragazzo di strada che spinse il popolo genovese alla rivolta contro gli Austriaci; i fratelli Attilio ed Emilio Bandiera, ufficiali dell’esercito austriaco, ma di nazionalità italiana, che non tolleravano una siffatta “anomalia”; le barricate innalzate a Milano, ancora contro gli Austriaci, da parte del popolo milanese; lo storico sbarco dei Mille a Marsala, che dal Nord scesero a liberare il Sud per unirlo al Nord; i bersaglieri della breccia di Porta Pia, giunti a cancellare l’ultima barriera di divisione politica nella penisola.
A chiudere la rassegna per “episodi” del farsi dell’Unità d’Italia, si riporta il plauso di Garibaldi alle popolazioni lucane, che, insorte prima del suo arrivo, si raccolsero a Corleto Perticara. Qui, il 16 agosto, prime fra tutte le altre province meridionali, proclamavano l’Italia unita e la annessione ad essa della Basilicata. Seguì la marcia su Potenza, l’insurrezione del 18 agosto e la cacciata definitiva dei borbonici.
Giovanni Caserta
Generosi della Basilicata!
Crederei di frodare lode al coraggio, al genio, all’abilità vostra, se non attestassi pubblicamente la simpatia che vi debbo. Voi, senza mezzi speciali, sotto giogo di ferro, spiati, interdetti fin dentro il pensiero, voi, così ridotti, guardaste in faccia il vostro fiero destino e sorgeste…. Mai dimenticherò la bravura, l’umanità, la solerzia vostra, o egregi Lucani!
(dal Discorso del generale Garibaldi ai Lucani)
La lettera inviata dal presidente dello Studio Arti Visive – Centro documentazione arte contemporanea Franco Di Pede al Signor Presidente della Repubblica Italiana Onorevole Giorgio Napolitano
Gent.mo Signor Presidente,
l’artista materano Franco Di Pede nel 1963 vinse il concorso indetto per la realizzazione di opere da destinare alla Scuola Elementare Don Bosco di Grassano, località in provincia di Matera conosciuta per aver ospitato nel 1935 Carlo Levi durante il suo esilio in terra lucana.
Tale concorso prevedeva la realizzazione di sei pannelli in ceramica dal tema:”Episodi del Risorgimento italiano”.
I pannelli in questione furono realizzati dal Di Pede nel laboratorio creato negli anni ’50 dai maestri Pietro ed Andrea Cascella nel borgo, denominato La Martella, che sorge a pochi chilometri dal centro abitato di Matera.
L’edificio che ospita attualmente la Scuola Don Bosco di Grassano fu disegnato dal noto architetto Ludovico Quaroni contemporaneamente alla progettazione del Borgo de La Martella.
Le inviamo in allegato le foto dei pannelli citati ed il relativo catalogo (volutamente di piccole dimensioni in quanto distribuito a tutti gli alunni di Grassano).
Con la speranza di averLe fatto cosa gradita e con stima deferente, inviamo distinti saluti.
Il Presidente Franco Di Pede
Note biografiche su Franco Di Pede
Franco Di Pede è nato nel 1937 a Matera (Italia), ove vive e svolge la sua attività artistica. Nel 1956 si è diplomato al Liceo Artistico di Napoli. Ha frequentato anche l’Accademia di Belle Arti e la facoltà di Architettura della stessa città. Dal 1957 al 1981 è stato ordinario di Educazione Artistica nelle scuole medie di Matera. I suoi interessi si distribuiscono in più campi: architettura, pittura, scultura, fotografia, arredamento, design e storia locale. Collabora a quotidiani e riviste specializzate. Come animatore culturale, per tener vivo il discorso sulla problematica del recupero e conservazione dei famosi rioni materani, chiamati “Sassi”, ha organizzato workshop e ha tenuto più di cinquecento mostre personali e collettive in Italia e all’estero. Fra gli Stati esteri frequentati si citano Stati Uniti, Canada, Australia, Giappone, Cina e, naturalmente, molti Stati europei. Sue opere sono presenti in molti musei e collezioni private. Ha pubblicato molti libri monografici di storia locale.
Dell’artista si sono interessati, tra gli altri, D. Cara, G. Di Genova, R. Margonari, S. Orienti, F. Solmi, F. Sossi, E. Spera, B. D’Amore, I. Cavallari, G. Beringheli, G. Turroni, M. Novi, M. N. Varga, P. Marino, L. Magagnato, A. D’Elia, F. Menna, G. Dorfles, I. Mussa, L. Lambertini, S. Fizzarotti, G. Caserta, P. Restany, C. Strano, M. Apa, P. Berthier, A. Rubini, T. Paloscia, U. Piscopo, M. Cuozzo.