Dal festival di Recanati a quello di Sanremo, per poi cantare le sue canzoni in teatri e piazze su e giù per la penisola, con qualche puntata da ospite nello studio di Porta a Porta, perchè a Bruno Vespa piace molto il suo impegno sociale. Ma Povia non si è montato la testa ed è rimasto quel ragazzo semplice che abbiamo conosciuto a Matera nel settembre del 2003, quando con la chitarra regalò l’inedito successo “I bambini fanno ooh…” al pubblico accorso in piazza Sedile per assistere alle premiazioni del concorso letterario di Energheia, con Povia scelto dagli organizzatori materani per svolgere il ruolo di presidente in giuria. I bambini fanno ooh…doveva ancora passare da Sanremo e Povia era passato solo una volta in radio, con un brano molto radiofonico, che si chiama “E’ vero”. A Sanremo era stato escluso proprio perchè I bambini fanno ooh… era stata già cantata in pubblico a Recanati , dove aveva vinto con “Mia Sorella”, brano in cui affronta il tema della bulimia che aveva colpito la sorella. Un ragazzo semplice, Giuseppe Povia, milanese d’adozione con papà pugliese, originario di Bisceglie e mamma toscana, dell’Isola d’Elba.
Dopo la breve performance in piazza Vittorio Veneto nell’estate scorsa per Battiti Live, a Matera, nel teatro Duni, è arrivato il primo concerto di Povia, accompagnato dalla splendida voce di Monia Russo e dalla sua band, composta da Davide Piscopo alla batteria, Mirco Pieri al basso, Giuliano Pireschi e Raffaele Chiano alle chitarre elettriche, Alessio Buccella alle tastiere.
Le sue canzoni parlano al cuore, i suoi testi lanciano messaggi sociali coraggiosi e controcorrenti, i suoi cartelli, lanciati in occasione della sua ultima partecipazione al Festival di Sanremo con Luca era gay, contengono aforismi di una semplicità disarmante. E Povia è tornato a Matera per promuovere le sue canzoni estratte da “centravanti di mestiere”, il suo quarto album della sua breve carriera discografica e nel bis due brani tratti dal cd “Non basta un sorriso”, prodotto da Povia in occasione delle festività natalizie per raccogliere fondi a favore della ricerca sulle malattie infantili. Sono sempre i bambini al centro della musica di Povia. “Avrei voluto far pagare anche questo cd dieci euro ma non si poteva, in ogni caso dei 14 euro la mia percentuale, pari ad un euro, sarà devoluta per questa operazione. Quando andavo in giro per gli ospedali a visitare questi bambini fortunati, mi rendevo conto all’uscita che erano loro che avevano fatto stare bene me e così ho deciso di fare qualcosa per loro, cercando di sensibilizzare anche i politici.” Il bis del suo grande successo “bambini fanno ooh…” ha chiuso il divertente concerto di Povia al teatro Duni di Matera. Un concerto nel quale Povia affronta con coraggio le tematiche sociali di un mondo nel quale “l’essere umano non sa più essere umano”. E’ questo il primo cartello mostrato dal cantautore al pubblico di Matera, dopo aver scaldato il teatro con due canzoni estratte dal suo nuovo album. Quindi il ritorno alle origini con “E’ Vero” e “Fiori” e il secondo aforisma a caratteri cubitali: “Per trovarsi bisogna perdersi”. Un modo originale per raccontare che non c’è più il gusto per le cose private, che c’è la tendenza a spogliarsi davanti al mondo invece di spogliarsi dentro, che mentre le coppie si lasciano…i piccioni stanno ancora insieme, preludio a “Vorrei avere il becco”, brano con il quale ha vinto l’edizione 2006 di Sanremo, quella affidata a Giorgio Panariello e conclusa conma “due cuori in piazza qui a Matera…”. Povia è uno fuori dagli schemi e non si smentisce neanche a Matera. Basta un attimo e si ritrova in mezzo ai suoi fans a cantare “Ma tu sei scemo”, dedicata a chi parla troppo..e il teatro Duni si trasforma subito in una grande discoteca. “Nessuno ha sempre ragione è il cartello che sintetizza il suo concetto, poi arrivano “Single”, dedicato a tutti coloro che cercano ancora l’anima gemella e Zoccoli, canzone controcorrente nella quale emerge che “il problema non è la doppia personalità ma le altre cento”. Piccola premessa per Luca era gay, inevitabile dopo le polemiche che hanno travolto il brano che affronta in maniera diversa il tema dell’omosessualità. “Ognuno difende la sua verità” è il messaggio forte che accompagna il brano che si piazzato al secondo posto all’ultimo festival di Sanremo. Povia dedica questa canzone a chi crede in Dio. Anche Povia ci crede in Dio…”solo che non dovrebbe essere gestito da nessuno..perchè “Dio è al di sopra di ogni religione”. Povia poi presenta l’incapace, dedicata a quella persona che ha rovinato la sua vita, “perchè oggi le persone pericolose non sono quelle cattive ma gli incapaci”. Dal nuovo album Centravanti di mestiere arrivano “Meglio darci un taglio”, canzone per tutti gli innamorati che si sono lasciati, un pezzo per tutte le anime irrequiete e “Spettinata”, brano che rispecchia lo stile sbarazzino di un ragazzo che non intende piegarsi alle regole della discografia italiana. Forse anche per questo nessuna radio nazionale passa le sue canzoni. Povia se ne infischia e con Maledetto Sabato fa scappare anche qualche lacrima. Il brano è autobiografico e racconta la storia di un incidente stradale avvenuto nel 1992 in cui è stato coinvolto assieme al suo migliore amico. Entrambi erano ubriachi e sono caduti nella trappola di uno stupido sabato sera. Lui ha perso la vita” e Povia da quel momento ha cominciato ad avere problemi con l’alcol e la droga. E’ stato in comunità ma ora sta bene, altrimenti non sarebbe sul palco a suonare. E siccome ti ricordi di vivere solo quando stai per morire Povia ricorda ai giovani presenti a teatro che “la vita non si gode, si vive”. Dal suo primo album arriva “Chi ha peccato”, canzone contro l’ipocrisia del nostro tempo. Nel bis tre brani. “L’emozione” e “Non basta un sorriso”, in cui Povia conferma l’amore per i bambini e il suo impegno sociale e il suo ultimo successo sanremese “Luca era gay”, con le precisazioni doverose sul senso del testo. Per Povia l’omosesualità non è una malattia, perchè “siama tutti vergini alla nascita, nessuno nasce eterosessuale o omosessuale. Volevo raccontare una storia vera ma se qualcuno non crede che questa storia sia vera, sicuramente è una storia credibile.” Povia ci concede anche una breve intervista al termine del suo concerto.
Il successo popolare non è accompagnato da quello radiofonico. Come mai non passano le tue canzoni? “Probabilmente sto sulle scatole per le tematiche che affronto ma sicuramente non sono io fuori dal coro.” Non vai in radio ma ti si vede spesso in tv da Bruno Vespa, come mai? “A Porta a porta affrontano gli argomenti che racconto nelle mie canzoni e quando sono in televisione dico sempre quello che penso. Ricordo una discussione con il sindaco di Roma Alemanno sui problemi che riguardano le nuove generazioni. Quando lui ha dichiarato che un ragazzino si può comprare il piacere io mi sono permesso di precisare che quello non è un piacere ma un vizio. Per quanto mi riguarda la strada è ancora lunga, sto preparando un altro album che uscirà il prossimo anno e ti posso dire che “non mi sento una pecora”…tanto che ho inserito anche una canzone che fa riferimento a questo.”
In basso la fotogallery a cura di Marco Fanuzzi del concerto “Centravanti di Mestiere live tour” di Povia, concerto promosso a Matera da Fabrizio Nacucchio, che solo due giorni fa è diventato papà. Visibilmente emozionato quando si è improvvisato presentatore per annunciare l’arrivo di Povia, Fabrizio ha avuto il coraggio di portare a Matera un cantautore in via d’estinzione, che non ha fatto il pienone ma che certamente ha fatto riflettere e divertire il pubblico presente in platea. Complimenti a Povia e auguri a papà Fabrizio dal direttore di SassiLive Michele Capolupo.
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