Con Tenco a tempo di tango, il giallo funziona anche a teatro. Il fortunato spettacolo in tournèe per la seconda stagione consecutiva è stato proposto anche al Duni di Matera nella rassegna teatrale promossa da Incongress “Voglia di Teatro”. L’idea è nata durante Centoventimilioni di cazzate, lo show di Adriano Celentano prodotto per Rai Uno: nel cast c’era anche Adolfo Margiotta, attore comico che all’epoca lavorava in coppia con Massimo Olcese e già noto al pubblico per aver partecipato a programmi molto amati soprattutto dai giovani come Tunnel e Avanzi. “In quel programma – ha spiegato l’attore raggiunto nei camerini del Duni – recitavo quattro gialli scritti da Lucarelli. Luigi Tenco è solo uno dei tanti personaggi legati al mondo della musica che purtroppo hanno perso la vita in circostanze tragiche. Da Blu Notte al teatro passando per Radio Deejay, dove da settembre scorso Carlo Lucarelli conduce Dee Giallo, un radiodramma declinato su storie del mondo della musica a sfondo tragico. Il giornalista ricostruisce in forma narrativo-documentaristica delitti irrisolti più o meno famosi legati al mondo della musica. Una storia naturalmente si può raccontare anche a teatro e così Lucarelli ha deciso di affidare proprio ad Adolfo Margotta il ruolo dell’ispettore di polizia di Sanremo incaricato di indagare sul viaggio di Luigi Tenco nel settembre del 1967. Due anni prima Tenco era stato trovato morto nell’albero Savoy, dopo aver appreso la sua esclusione dal festival di Sanremo. “Abbiamo rincorso Lucarelli – prescisa Mascia Foschi – per sette mesi e quando il giallista ha deciso di partecipare al nostro lavoro siamo partiti in giro per l’Italia con grande entusiasmo. E’ proprio la voce inconfondibile di Carlo Lucarelli ad introdurre la storia che sarà rappresentata dai quattro attori sul palco. Il sipario è ancora chiuso ma una radio anni ’50 riporta il pubblico all’epoca che segna la scomparsa del giovane cantautore Luigi Tenco. La scenografia è secca, minimale: con Adolfo Margotta e Maria Foschi ci sono anche Alessandro Nidi al pianoforte, e Massimiliano Pitocco al bandoneon. E’ la musica di Luigi Tenco a far sognare il pubblico. L’ispettore di Polizia Adolfo Faina irrompe nella locanda El Viejo Almacen, quella in cui si è intrattenuto anche Luigi Tenco nel suo breve soggiorno in Argentina, avvolto dal mistero come quello della sua scomparsa. Ad accogliere l’ufficiale giunto dall’Italia è Angela, la cantante di una piccola orchestra che ogni sera propone le canzoni di Luigi Tenco arrangiate a tempo di tango. L’ispettore non risolverà il giallo legato alla morte del cantautore ma grazie alla cantante Angela riscoprirà anche il delizioso repertorio musicale di Tenco e si ritroverà a fare cameriere, mestiere che amava da bambino e sul quale avrebbe puntato se non fosse nato in una famiglia di poliziotti e carabinieri. Tenco a tempo di tango. Perché, ricorda Angela, se Tenco fosse rimasto in Argentina sarebbe diventato un grande “tangero”. Ottanta minuti di musica e teatro per uno spettacolo che riscopre l’animo sensibile di un grande cantautore scomparso troppo presto in circostanze non acora chiarite. Mascia Foschi ha una voce splendida mentre Adolfo Margiotta si cala nel ruolo dell’ispettore con grande professionalità. Sulla scena i dialoghi sono veloci e divertenti, anche perché giocano sui malintesi che scaturiscono dai titoli delle canzoni di Lugi Tenco. Per Margiotta lo spettacolo dedicato a Luigi Tenco è stata l’occasione per ritrovare gli amici materani con i quali ha girato il film “Lo Stallo” (regia di Silvia Ferreri, soggetto e sceneggiatura di Antonio Andrisani, protagonista della storia assieme a Rolando Ravello, che ha già interpretato Marco Pantani per una fiction trasmessa dalla Rai). “Ho recitato una piccola parte, sono il presidente di una fantomatica film commission e sono tornato con piacere in questa città dopo aver partecipato alle riprese di questo film con un cammeo.” Meglio il teatro o la tv? “Io voglio recitare sempre belle storie e il teatro è il luogo ideale perché hai i tempi giusti per lavorare. In televisione ci sono tempi più ristretti ma è chiaro che anche questo mezzo ti permette di esprimerti se riesci a portare quello che ti piace. Ora per esempio sto lavorando con un gruppo di Sarzana con un nuovo lavoro che definirei “artigianale”. Adolfo Margiotta è un professionista e ci tiene a raccontare anche la sua esperienza nel film Balcancan, girato con una produzione russa in Macedonia. Loro mi hanno chiamato venti giorni prima solo per farmi vedere i posti in cui avremmo girato. Hanno una cura maniacale per quello che fanno, in Italia non voglio dire che si lavora male ma sicuramente siamo più commerciali…Margiotta dunque non ha fretta e soprattutto non vuole farsi travolgere dal successo effimero. Ha scelto sicuramente la strada giusta.
Michele Capolupo