Due ore dedicate al bel canto con la musica lirica esaltata prima e contaminata in seguito dai successi popolari di grandi cantautori italiani e mezz’ora concessa alle istituzioni politiche e religiose per una passerella non gradita da qualche spettatore, in attesa degli annunciati bis. La presentatrice Annabella Giordano, imbarazzata dalle proteste registrate in un contesto più formale rispetto al mondo delle barzellette del Mudù di Uccio De Santis, ospite a sorpresa sul palcoscenico per allietare il pubblico dopo le prime perfomance dei tre tenori Francesco Zingariello, Cataldo Caputo e Sabino Martemucci, commette una gaffe che non fa bene ad una città candidata a capitale europea della cultura nel 2019. Alcuni spettatori preferiscono abbandonare il teatro ma non sono quelli che hanno protestato. L’equivoco fa innervosire così tanto la conduttrice che esclama: “Faccio il gesto dell’ombrello a chi non ha avuto la pazienza di attendere” e qualche minuto più tardi mimerà proprio questo gesto. La conduttrice ha sottolineato il gesto maleducato di abbandonare il teatro da parte di qualcuno ma probabilmente era più opportuno ignorare chi andava via evitando parole e gesti degne di un varietà comico e che sinceramente si sono mal conciliate con il galateo richiesto da un gran galà. E’ stata questa l’unica “nota stonata” del primo evento che ha inaugurato “Tempo di lirica”, la rassegna dedicata alla musica promossa dalla società “Quadrum promozione è sviluppo” con la direzione artistica di Francesco Zingariello. Il Gran Galà, evidenziato da grandi lettere bianche posizionate al bordo del palcoscenico e che componono la scenografia dello spettacolo assieme ad una gigantografia di un panorama dei Sassi all’imbrunire, è stato aperto in musica con l’orchestra di Puglia e Basilicata diretta dal maestro Antonio Palazzo e sostenuta dal coro delle voci bianche di Gravina. Diciotto i brani selezionati dal direttore artistico e tenore Francesco Zingariello, accompagnato in questa “prima” di Tempo di Lirica da altri tenori altrettanto bravi come Cataldo Caputo e Sabino Martemucci. E’ proprio Martemucci con un’opera di Francesco Cilea a “battezzare” con la sua voce profonda il tris di esibizioni dedicate alle romanze classiche. La professionalità di Cataldo Caputo emerge chiara nel brano successivo, “Una furtiva lacrima”, estratto da Elisir d’amore di Gaetano Donizetti mentre il “padrone di casa” Francesco Zingariello chiuderà il tris con “E lucean le stelle” dalla Tosca di Puccini. I tre tenori poi si ritrovano insieme per La donna è mobile dal “Rigoletto” di Giuseppe Verdi e “Nessun dorma”, tratto dalla Turandot di Puccini, due capolavori della lirica italiana, magistralmente interpretati dai tre tenori della Murgia. Mentre sul palco Martemucci confessa alla conduttrice che sogna di interpretare il cavaliere Mario Cavaradossi nella Tosca e Caputo si augura di trasformarsi in Alfredo nella Traviata, sul palcoscenico irrompe a sorpresa Uccio De Santis, il re delle barzellette barese di nascita e materano d’adozione visto che in questa città viene prodotto il suo programma cult in onda su Telenorba. Per uno come lui che arriva dai villaggi turistici è un gioco da ragazzi intrattenere il pubblico in un evento dedicato alla musica lirica. Uccio scherza con una violinista e poi chiama sul palco anche i tre tenori per cantare insieme con l’arrangiamento dell’orchestra una delle sigle più amate dal pubblico, “Su e giù”. A premiare il comico è Franco Menzella, dirigente della Provincia di Matera, ringraziato da Uccio con tanto di barzelletta personalizzata per il luogo in cui lavora. Un altro premio, dedicato allo “sportivo dell’anno” va all’allenatore materano Gino De Canio, impegnato in serie A con il Lecce e quindi costretto a declinare l’invito. E’ stata la moglie a ritirare la targa ricordo in tufo offerta dalla Quadrum. Il Gran galà prosegue con Non ti scordar di me di Tosti, Mare chiaro di De Curtis e Un amore così grande di Claudio Villa, successo eseguito fuori gara a Sanremo nel 1984. Al Gran galà anche Maria Grazia Zingariello, figlia d’arte e già protagonista a Ti lascio una canzone, il programma di Rai Uno condotto da Antonella Clerici che ha esaltato le “voci bianche” più emozionanti d’Italia. “Io che amo solo te” di Sergio Endrigo è uno dei brani preferiti di Maria Grazia e al teatro Duni con un papà così forte pronto a sostenerla il Gran galà regala un momento magico al pubblico in sala. Un arrangiamento personalizzato dal maestro Palazzo diventa l’intervallo musicale per passare dalla musica lirica classica a quella pop, con due grandi successi come “I migliori anni della nostra vita” di Renato Zero e “Nel sole di Albano”, eseguiti dal trio Caputo-Zingariello-Martemucci. Il Gran Galà che apre “Tempo di Lirica” è impreziosito da un nome di riferimento della musica italiana, il maestro Pinuccio Pirazzoli, chitarrista, arrangiatore e direttore d’orchestra italiano sulla “breccia” da cinquant’anni. E’ arrivato al Duni grazie all’invito del suo amico Antonio Palazzo e dopo aver smentito la biografia ufficiale che prevede il copione racconta al pubblico come è riuscito a farsi apprezzare grazie alla passione per la musica pur ritrovandosi senza famiglia dall’età di 13 anni. “A quattro anni suonavo la fisarmonica, a cinque il pianoforte e poi ho cominciato con la chitarra. Per andare avanti ho fatto sacrifici lavorando per tanti anni nelle balere. Una lunga gavetta che mi ha portato a diventare prima il chitarrista di Adriano Celentano e poi arrangiatore per Gino Paoli: avevo solamente 22 anni. In seguito ho prodotto i dischi per i più grandi autori e gruppi italiani come i Camaleonti, i Dick Dick, l’Equipe 84, Renato Zero e tanti altri. Poi ho cominciato con la televisione e non mi vergogno di ricordare che ho fatto ballare anche i bambini, con il famoso “Ballo del qua qua”. Dal ’92 Pirazzoli lavora per la televisione, partecipa come arrangiatore a I migliori anni condotto da Carlo Conti e al pubblico del Duni propone una sua versione de “Il mare del silenzio”, brano che esalta anche la sua bravura come direttore d’orchestra. La musica lirica legata a quella pop continua con Tu si na cosa grande di Domenico Modugno, My way di Frank Sinatra, una fantasia sudamericana con Besame mucho e Granada di Claudio Villa. Quindi arrivano le premiazioni: il consigliere regionale Romeo Sarra premia il regista e attore materano Antonio Andrisani, il consigliere regionale Luca Braia si trova di fronte invece il vulcanico don Basilio Gavazzeni, il prete anti-usura che scuote le coscienze della comunità locale e che spesso tira le orecchie alla classe politica. “Accetto questo premio ma non ci sentiamo accalappiati da nessuno e vi tradiremo sempre!” Parole così forti che non hanno bisogno di commento. Il presidente dell’Orchestra Lucana Franco Lisanti premia due rappresentanti dell’associazione Mozambico fondata da don Prosperino Gallipoli: a ritirare le targhe Tataranni e Galante. La senatrice Maria Antezza premia Luigi Bradascio, presidente dell’Associazione Amici del Cuore, che si unisce idealmente al discorso duro ma efficace di don Basilio. Il vice presidente della Camera di Commercio Alfredo Ricci premia l’imprenditore della Bawer Pasquale Lorusso. Poi arrivano i due bis, O sole mio e Un amore così grande. Ma non è finita: a premiare i tre tenori è il sindaco di Matera Salvatore Adduce e almeno lui fa tutto di fretta considerata l’ora. Sul Gran galà cala il sipario intorno a mezzanotte e un quarto ma Tempo di lirica continua giovedì 21 febbraio con L’Elisir d’amore, giovedì 17 marzo con Trilogia popolare per celebrare i 150 anni dell’Unità d’Italia e venerdì 8 aprile con il Rigoletto.
Michele Capolupo
La fotogallery dedicata al Gran gala dei tre tenori Francesco Zingariello, Cataldo Caputo e Sabino Martemucci.
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come al solito quando in questa città si fa qualche cosa…mi riferisco ad eventi in genere…ci sono sempre i ns. politici in evidenza…e sempre gli stessi… e non è la prima volta che accade…si dice a matera “la Quatriglia si balla in famiglia, balla la ma mamma, il padre e la figlia..!!!!e non aggiungo altro. tutte le cose che si fanno in questa città sono solo ed esclusivamente mirate in chiave politica…e questo non è bello e non fa bene alla ns. città. Tutto viene sempre pilotato da politici e partiti, con la speranza che qualcuno possa aggiudicarsi futuri consensi da parte del pubblico, che ancora una volta viene preso in giro…..
dimenticavo di aggiungere….ma dove sono finiti i progetti e le iniziative di spettacolo presentate a suo tempo al comune,regione,provincia di altre numerose associazioni “LIBERE” di questa città?…ma viviamo forse nel TRIANGOLO DELLE BERMUDE?…..datevi una risposta….