“Con l’Avaro di Molière abbiamo deciso di fare un salto di qualità, per far ridere il pubblico non solo con le battute in vernacolo materano ma anche con un testo classico, grazie al capolavoro prodotto nel 17° secolo da un grande commediografo francese.” Antonio Montemurro, deus ex machina di Talìa Teatro, compagnia teatrale nata nel lontano 1984 quasi per gioco, dopo aver sperimentato con successo una rappresentazione avvenuta nell’aula magna del Liceo Scientifico, istituto nel quale insegnava. In quella occasione con un gruppo straordinario di alunni aveva portato in scena un dramma, “La vita di Galileo”, di Bertold Brecht. E’ stata quella la molla che ha dato vita a Talìa Teatro, nome ispirato dalla musa della Commedia. Da “fef i ciquèr”, il primo grande successo della compagnia teatrale, rigorosamente in vernacolo materano, assoluta novità a metà degli anni novanta a L’Avaro”. Quindici anni in cui Talìa Teatro ha fatto crescere tanti attori “dilettanti” e non è un caso se in città sono nate successivamente altre compagnie, composte da attori che si sono formati proprio nella compagnia di Antonio Montemurro. Il professore non fa nomi ma, sia pure senza polemica, precisa: “Dispiace dirlo ma una cosa è copiare, un’altra è copiare male e sbagliare. Tutti copiano, anche Molière ha copiato. Ma bisogna sapere anche copiare per fare bene una cosa”. Sulla nuova commedia Antonio Montemurro è molto chiaro: “Avevamo voglia di realizzare qualcosa di nuovo e così ho pensato all’Avaro di Molière perchè in questa rappresentazione ci saranno personaggi che parleranno esclusivamente il dialetto, altri che utilizzeranno la lingua italiana, naturalmente in dizione e alcuni che alterneranno battute in vernacolo ad altre in lingua, a seconda delle situazioni. Talìa Teatro salirà sul palco con dodici attori. Fanno parte della “vecchia guardia” Franco Burgi, Saverio Mastronardi, Margherita Arrè, Mimì Orlandi mentre con orgoglio Antonio Montemurro presenta in conferenza stampa le nuove leve, Laura Matera, Rocco Cascini e Claudia Passarelli.
Antonio Montemurro racconta brevemente come è nata l’idea di rappresentare l’Avaro al Teatro Duni. “Molìere mi ha sempre affascinato. Era un grande commediografo, un regista, un attore, un capo-comico. La sua vita è stata molto sfortunata. Viveva da solo ma ha avuto la fortuna di morire sul palcoscenico, a causa di un attacco di tubercolosi, durante la rappresentazione della commedia “Il malato immaginario”, ironia della sorte. La Chiesa ha pure rifiutato di far seppellire le sue spoglie in un luogo sacro e quindi il corpo di Molière è finito sotto la terra di una campagna”.
Nell’Avaro il protagonista è Arpagone, che sarà interpretato naturalmente da Antonio Montemurro. Un personaggio attaccato morbosamente al denaro e che di mestiere non poteva fare altro che l’usuraio. “A me ricorda mio nonno – confessa Montemurro – perchè Arpagone è un burbero benefico, sembrava cattivo ma in realtà non lo era. Il testo si ispira al teatro classico romano e greco e pertanto ci attende un lavoro impegnativo. Sinceramente non so se saremo in grado di rappresentare degnamente questa commedia ma noi ci proveremo, perchè questa volta ho avuto la fortuna di lavorare con tanti attori che hanno accettato la mia sfida. Naturalmente non abbandoniamo il dialetto materano ma con questa commedia proveremo a far “salire” il pubblico che sarà presente al Duni per farlo ridere con Molière invece di utilizzare le classiche battute che conquistano la scena solo perchè hanno una punta di volgarità e sopratutto perchè sono recitate in dialetto.” Montemurro ricorda le finalità di Talìa Teatro: “Francesco Zaccaro – ha ricordato Montemurro – è un ragazzo che ha cominciato con Talìa Teatro e oggi è un attore professionista. La speranza è che tanti giovani possano ripetere questi risultati prestigiosi partendo dalla nostra compagnia teatrale”.
Tra questi ci sono anche Laura Matera, Rocco Cascini e Claudia Passarelli. A Laura Matera chiediamo da quanti anni fa teatro con Talìa Teatro e con che spirito ha deciso di cominciare questa avventura: “Sono in Talìa da quattro anni e faccio teatro per passione, in questo ambiente ho trovato i giusti equilibri e credo che recitare resterà un hobby”. A Rocco Cascini, che già ha dimostrato il suo talento con due libri presentati al pubblico, chiediamo invece se trova più difficile scrivere o recitare. “Per quanto mi riguarda nella scrittura ho espresso un talento innato, la recitazione è una esperienza intensa, credo che non si finisce mai di imparare e credo che Talìa Teatro sia un punto di arrivo.” Soddisfatta anche Claudia Passarelli, che ha espresso la sua vocazione artistica realizzando anche la locandina dello spettacolo. Anche sulla scenografia c’è stato un grande lavoro di squadra da parte dei componenti di Talìa Teatro che lavorano nell’ombra come Eus Lunalbi e Francesco Andrisani. Tante spese, che Antonio Montemurro ha paragonato ad una emorragia grave in medicina, sostenute dalla compagnia teatrale, che ha acquistato da un’azienda pugliese anche i costumi di scena, che riproducono quelli dell’epoca in cui è ambientato lo spettacolo.
“I costumi – scherza Montemurro -, almeno quelli, sono professionali – gli attori un po’ meno…” Talìa Teatro presenterà “L’Avaro” di Molière martedì 22 e mercoledì 23 dicembre 2009 e nelle seguenti date del nuovo anno: venerdì 22 gennaio, venerdì 19 febbraio e venerdì 19 marzo. “Speriamo di raggiungere un’intesa anche con i dirigenti scolastici per presentare anche la commedia alle scolaresche, anche perchè solo così le nuove generazioni possono cominciare a prendere confidenza con la via del teatro…”
Michele Capolupo