In attesa di poter rivivere in una produzione cinematografica proposta dalla società materana Blu Video le vicende legate all’oppressione dei tedeschi nella città di Matera durante la seconda guerra mondiale, culminata con l’esplosione della milizia che provocò la morte di tanti concittadini e la successiva rivolta avvenuta nella storica giornata del 21 settembre 2043, la compagnia Il Sipario ha presentato al teatro Duni di Matera “U vicnonz”, una commedia in vernacolo materano che ripercorre attraverso una storia scritta da Francesco Sciannarella i giorni cruciali che hanno permesso a Matera di ottenere la medaglia d’argento al valore militare. Il punto di riferimento della compagnia Il Sipario è Bruno Frangione ma uno spettacolo teatrale è il frutto di un lavoro di squadra e nel vicinato si fanno apprezzare tutti gli attori della compagnia coinvolti in questo ambizioso lavoro teatrale: a regalare emozioni sul palco sono anche Giuseppe Giuralongo, Imma Rondinone, Giacinto Di Lecce, Maria Di Marcio, Vito Capozza, Angelo Loperfido, Pino Rondinone, Floriana Lanza, Vito Papapietro, Francesca Spagnolo, Angelo Spagnolo, Antonio Scalcione, Giovanni Muscas, Anna Di Lecce, Rosa Tataranni, Mariangela Fiore, impegnata anche come scenografa e Francesco Sciannarella, che ha ringraziato al termine della performance Bruno Frangione per aver creduto nella rappresentazione teatrale del suo testo storico. Apprezzato anche il lavoro “oscuro” dietro le quinte prodott dalla costumista Arcangela Nicotra e dalla truccatrice Rosaria Fabrizio. Danilo Barbalinardi ha offerto il suo contributo disegnando a fumetti la guida allo spettacolo teatrale. U vicinonz è una commedia in tre atti che si apre con una rievocazione storica del periodo in cui è ambientata: si ascoltano gli editti di Mussolini e torna in auge la figura del federale. Nella seconda parte emerge la storia d’amore tra Rosetta e Giulio, un soldato che ha risposto alla chiamata alle armi e si trova a Roma. Un rapporto sentimentale non scaturito dall’accordo tra le due famiglie, come imponeva l’usanza dell’epoca ma frutto di un sentimento naturale che aveva spinto Rosetta ad innamorarsi di Giulio. Il secondo atto è chiuso proprio da una canzone della tradizione folk materana, “il soldato innamorato” mentre la terza e ultima parte è aperta da una voce fuori campo che annuncia il susseguirsi degli eventi del 21 settembre 1943, scosso dall’uccisione di due tedeschi che avevano tentato di razziare la gioellieria Iacovone. Intanto la famiglia di Giulia viene a conoscenza che all’interno della milizia c’è anche Giulio, ritornato dalla capitale. Il momento più struggente della serata è l’elenco dei caduti del 21 settembre 1943, sottolineato dalle luci tricolori puntate sulla volta del teatro Duni. Due anni dopo la famiglia allargata si ritrova insieme durante la festa della Bruna e tutti si chiedono cosa stanno facendo Rosetta e Giulio, che dopo la fine della guerra hanno deciso di emigrare a Parigi per affrontare una vita sicuramente migliore rispetto a quella che il destino ha riservato ai suoi cari. Il vicinato riproduce in pochi minuti suoni, colori e commenti tipici del giorno più atteso dai materani, quello dedicato ai festeggiamenti per la Madonna della Bruna. E il messaggio finale del capo-famiglia Bruno Frangione è universale: ma più guerra, miseria e carestia per una storia, quella dedicata ai fatti storici del 1943, che tutti dovrebbero conoscere.
Michele Capolupo
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