E’ in libreria “Matera anni cinquanta”, una pubblicazione del professore Vincenzo Abbatino che arricchisce la letteratura materana e quindi anche quella di Basilicata, un libro che riporta in chiarezza la storia degli anni cinquanta vissuti nella città dei Sassi tra documenti e ricordi vissuti in prima persona dall’autore. “Matera anni cinquanta” è un libro che si legge con una particolare attenzione in quanto pagina dopo pagina parla di Matera, dei Sassi, dei borghi, dei rioni e della vita che scorreva all’interno delle case-grotte, rifugio essenziale della popolazione. Vincenzo Abbatino ne fa una raccolta preziosa esplicitando in maniera lineare e trasparente quello che ha significato la vita materana in quegli anni. Per rievocare la storia materana sessantanni dopo Abbatino ricorre alle storie di coloro che hanno attenzionato alla città dei Sassi lasciando memorie reali ripercorrendo fatti e misfatti che hanno governato Matera. Abbatino si affida alle testimonianze dirette di quanti hanno scritto di Matera quando la stessa doveva trasmigrare dai bassifondi dei Sassi, dove l’indice di affollamento di un vano era abbastanza elevato, e dove la malaria, il rachitismo, la sifilide, la tubercolosi, il gozzo e il tracoma erano abbastanza indicizzati. Ad evidenziare questi problemi di natura sanitaria e sociale sono le tavole sinottiche riportate all’interno del libro, tavole che sono espresse in dati forniti dal Dispensario Materano. L’autore ricorre a Fedele Aiello, Leonardo Sacco, Luca Crispino, Laura Fabbri, Giovanni Dello Iacovo, Padre Marcello Morelli, Errico Palumbo, Riccardo Musatti, Francesco Paolo Nitti e vi cuce all’interno, con il fluire elegante e incisivo la sua gioventù, raccontando le esperienze di lavoratore e universitario, utilizzando tutta la sua carica emotiva. E allora non si hanno solo spaccati di vita del vicinato ma anche gli episodi che determinavano la vita cittadina con tutte le sue incidenze di governo. Ogni pagina ha una vita sociale interessante e reale che fa prendere coscienza a chi ha vissuto gli Anni chiamati in memoria da Abbatino e fornisce a quanti leggeranno questa pubblicazione, giovani o adulti, informazioni reali, evidenti e vissute che vengono confrontate con la vita quotidiana moderna. L’opera si fa accattivante, interessante e la lettura è carica di notizie che aprono squarci reali di quello che era Matera e la gente di Matera. Il libro, che si nutre di dodici capitoli, si sviluppa in una organicità di fatti e di eventi a partire da “I sassi tra orrore e fascino” per concludere con quella che è la vita giovanile dell’autore, definita nel libro “Il mio Sasso”. Matera anni cinquanta è composto da una ottantina di pagine che danno colore alla pubblicazione di Abbatino. Un libro al quale l’autore concede un’anima propria oltre ad evidenziare quella dei Sassi, dei rioni e dei borghi. Il libro esalta quelli che erano i valori umani che i Sassi esprimevano con la bontà del vicinato e la semplicità delle famiglie e che hanno fatto grandi gli uomini di quegli Anni. Simpatico e altamente narrante il capitolo relativo a Piazza S. Giovanni. In apertura l’indice e la presentazione del professore Giovanni Caserta e la nota dello stesso autore. Entrambi sviscerano il contenuto del libro cercando di riassumere in modo chiaro cosa vuole esprimere la pubblicazione ma naturalmente queta introduzione non preclude alla lettura completa, necessaria per coglierne l’essenza, la vita, il profumo di quegli anni e l’ampiezza di una società che viveva di cose semplici. Vincenzo Abbatino inizia il suo lavoro partendo dalla descrizione di Matera a cominciare dall’esiliato politico e artista Carlo Levi, autore di “Cristo si è fermato ad Eboli”. Un libro, “Matera Anni Cinquanta” che si rivela di alto valore sociale e che dovrebbe ritrovarsi nelle librerie di tutte le case. Ne vale la pena. Ecco alcuni stralci della prefazione del professsore Giovanni Caserta: “E’ il suo un percorso negli spazi dei Sassi di Matera, ma anche nella storia di quegli anni a metà secolo. Ne nasce una tela che è un vivace documento di vita vissuta, che tanto simile a quella di tutti i ragazzi di quegli anni, segnava una svolta nelle vite individuali ma anche nella vita sociale e persino nel volto urbanistico della città”.
Il lavoro di Abbatino nasce dall’ “avver trovato nel garage un raccoglitore, sgualcito e scolorito dal tempo, contenente una specie di libro e tanti fogli scritti a macchina, in pessime condizioni. Mi resi conto che era tutto ciò che era rimasto e dimenticato della mia tesi di laurea, frutto di due anni intensi di ricerche, viaggi, interviste” e quelle memorie oggi sono in questo lavoro encomiabile, fresco di letteratura. Il libro di Vincenzo Abbatino è dedicato ai suoi genitori, a sua moglie, a Laura, a Marianna, a Giovanni”. Il libro sarà presentato mercoledì 16 febbraio alle ore 17 nella sala Levi di Palazzo Lanfranchi.
Carlo Abbatino
Vincenzo Abbatino si presenta così ai lettori
“Ho cercato in tutti i modi e con le poche forze a disposizione di sovvertire quanto programmato dalla “pianeta”. Ha tentato, senza successo, di fare il falegname, il fabbro ferraio, il barbiere, il geometra, riuscendo solo, tra vari imprevisti, a proseguire gli studi e laurearsi in Economia e Commercio. Ha viaggiato tanto, con tutti i mezzi di trasporto, iniziando alla tenera età di due giorni. Gli manca solo l’esperienza del volo. Contro ogni più rosea previsione è approdato all’insegnamento e in questa attività che ha potuto finalmente espletare, al meglio, i suoi “talenti”. Ha utilizzato il rapporto con i giovani per arricchire ed arricchirsi. Almeno spera.
Vincenzo Abbatino ha insegnato matematica e scienze presso la scuola media annessa al conservatorio Duni di Matera e presso la scuola media Torraca.