L’intervento conservativo della Cripta del Peccato Originale a Matera
conquista gli esperti internazionali
Zétema ospite domenica 31 ottobre – ore 12
Antica chiesa Madonna delle Grazie
Palagianello (Taranto)
E’ un caso di studio a livello internazionale, l’intervento conservativo della Cripta del Peccato originale di Matera. Dopo aver conquistato l’attenzione e il plauso al “Ravello Lab – colloqui internazionali”, il laboratorio europeo di idee, analisi e proposte sul rapporto che lega cultura e sviluppo dei territoride, la Cripta del Peccato originale torna al centro dell’attenzione dei maggiori esperti del settore. La Fondazione Zétema è stata invitata a intervenire nell’ambito delle “Giornate internazionali di studio in terra jonica” organizzate dall’Archeogruppo “Espedito Jacovelli” di Massafra in collaborazione con il Dipartimento di Progettazione dell’Architettura dell’Università degli studi di Firenze.
Nella mattina di domenica 31 ottobre -, nell’Antica chiesa Madonna delle Grazie a Palagianello, Raffaello de Ruggieri presidente di Zétema e il progettista e direttore dei lavori di restauro della cripta Sante Lomurno chiuderanno il convegno “L’Habitat Rupestre nell’Area Mediterranea”. Il restauro voluto e realizzato da Zétema, utilizzando un gruppo interdisciplinare formato, fra gli altri dall’Istituto centrale di Restauro di Roma e da professionalità materane, sarà trattato nella sezione del convegno dedicata a “Le buone pratiche e le nuove prospettive”.
Il coordinatore e responsabile del convegno, l’archeologo Roberto Caparra ha scelto il “caso Matera” come terminale del convegno a testimonianza e a modello di un esempio positivo di restauro, capace di divenire codice di pratica per tutti gli altri interventi di conservazione e valorizzazione del patrimonio rupestre nazionale e internazionale. Ancora una volta Matera diviene fecondo laboratorio e di buone pratiche per il restauro del patrimonio culturale.
La Cripta del Peccato Originale
La grotta del Peccato Originale è da molti considerata la Cappella Sistina degli insediamenti rupestri. Fu affrescata tra la fine dell’ VIII secolo e gli inizi del IX secolo sulle pareti di una piccola chiesa scavata da monaci benedettini.
Il restauro ha permesso di scoprire alcuni particolari inediti oltre ad aver ridato sostanza e vita alle celebri sembianze di Adamo ed Eva cacciati dal Paradiso, alla figura imponente del Cristo giunto sulla terra per collegare Vecchio e Nuovo Testamento, alle personificazioni della Luce e delle Tenebre e sulla parete laterale alla Madre Regina accompagnata da una lunga ed allegra teoria di santi.
Le scene rappresentate nella Cripta del Peccato Originale sono complesse, quasi come se fossero una “Bibbia dei poveri”.
La chiesa rupestre del Peccato Originale fu scoperta il 1 maggio 1963. Sino a tale data essa era totalmente sconosciuta. In quel periodo i soci del Circolo culturale ‘La Scaletta’ di Matera, erano impegnati nella ricognizione del patrimonio storico-artistico-naturale di Matera con un’attenzione particolare al fenomeno inesplorato della civiltà rupestre. L’obiettivo era quello di recuperare e valorizzare l’identità storico-culturale di Matera, violentata da un demagogico vuoto di memoria collettiva che l’aveva bollata come la “città dei trogloditi” e come vergogna e infamia nazionale. Nel pomeriggio del l maggio 1963 quattro soci del circolo ‘La Scaletta’, Carlo Scalcione, Teresa de Ruggieri, Maria Sinatra e Raffaello de Ruggieri, riuscirono a individuare la grotta dei ‘Cento Santi’, com’era nota nella memoria popolare. Grotta che fu poi ribattezzata ‘Cripta del Peccato Originale’ per l’esistenza di uno straordinario ciclo pittorico con la scena della creazione dei progenitori e del peccato originale.
I1 monumento ipogeo fu considerato come la più importante scoperta di archeologia cristiana degli ultimi anni ed il Circolo La Scaletta, in data 2 giugno 1967, ricevette, dal Presidente della Repubblica Giuseppe Saragat e dal Ministro della Pubblica Istruzione Luigi Gui, il Diploma di Medaglia d’oro ai benemeriti della scuola, della cultura e dell’arte per l’attività di ricerca e documentazione sugli insediamenti rupestri del Materano.