L’artista visivo materano Dario Carmentano, i registi Giorgio Barberio Corsetti e Géraud Didier, direttore artistico del teatro internazionale Le Maillon di Strasburgo, la direttrice di produzione Valeria Camardo, la musicista Loredana Paolicelli, il rappresentante di Zétema Antonio Nicoletti e il presidente della cooperativa Artezeta, l’assessore al turismo del Comune di Matera Cornelio Bergantino e il vice-presidente esecutivo dell’API Matera Nicola Fontarosa, che rappresenta l’associazione capofila del partenariato previsto dalla Regione Basilicata nella gestione dei fondi Piot per Matera e la collina materana. Questi i protagonisti della conferenza stampa promossa nella sede dell’associazione Arteria per presentare “La città di pietra” il primo evento che aprirà la nuova rassegna artistica Viva Verdi/Multi Kulti. “Un evento – ha precisato con un pizzico di ironia Loredana Paolicelli – frutto di un rito voodoo avvenuto in compagnia dell’artista Dario Carmentano, che abitualmente si serve della tela per esprimere la sua arte visiva. Questa volta invece ha scelto la scrittura e il testo, già presentato con successo in diverse città italiane è stato utilizzato per realizzare un evento multimediale destinato a stupire tutti coloro che avranno la fortuna di assistere alla rappresentazione, in programma per tre giorni consecutivi, dal 12 al 14 all’interno della chiesa di San Pietro Barisano. I posti disponibili sono appena 90 e la produzione ha previsto pertanto uno spettacolo nella giornata inaugurale alle ore 21 e due repliche nei giorni successivi, alle 18 e alle 21. Le prenotazioni vanno effettuate contattando i numeri ai numeri di Arteria 0835/337363 – 333/4984245 – 339/8931949 oppure presso Artezeta al numero 320/5350910.
Dario Carmentano spiega l’origine dell’evento “La città di pietra”. Il testo iniziale era ispirato alla genesi dei Sassi ed era stato utilizzato per una installazione sonora, una sorta di narrativa artistica nella quale la mia voce era diffusa da un lettore cd già registrato con un sottofondo di musiche tribali ed etniche a cura di Mario Montemurro, un lettore che poi era occultato da un mucchio di pietre. L’evento si chiamava “il ponte”, perchè avevo immaginato la presenza di un ponte tra i Sassi e la Gravina. Un ponte che descrivo come un prolungamento dei Sassi, perchè il ponte è un “non luogo”, una struttura non compatibile con la natura che si trova nella parte sottostante le grotte abitate dai nostri antenati. Dal “ponte” è nata “la città di pietra”. In realtà noi siamo la città del tufo ma ho scelto il termine “pietra” perchè ha un suono più forte e permette di descrivere il passaggio dalla cultura scavata alla cultura dell’edificazione, un processo che ha determinato l’evoluzione del nostro agglomerato urbano nel corso dei secoli. Quando ho scritto questo testo non avrei mai immaginato di scatenare tutto questo “ambaradan”. Dopo aver realizzato la favola del pane, un evento che ha permesso di presentare il pane di Matera alla Biennale di Venezia sono fiero di aver contribuito alla realizzazione di questo nuovo lavoro artistico.”
Un lavoro che ha visto la luce grazie alla regia a quattro mani firmata dal Géraud Didier, direttore artistico del teatro internazionale Le Maillon di Strasburgo eGiorgio Barberio Corsetti. Géraud Didier, che ha espresso le sue considerazioni in lingua madre e si è affidato alla traduzione di Valeria Camardo, ha rimarcato che l’evento è frutto di un rapporto di amicizia avviato con le persone di Matera, una città di cui si è innamorato. Géraud Didier tiene a precisare che di Matera ha apprezzato sopratutto i suoi abitanti prima che le sue bellissime pietre e come accade quando ci si innamora di qualcuno il flirt ha portato Loredana Paolicelli a suonare a Strasburgo.
Giorgio Barberio Corsetti ha espresso grande soddisfazione per il lavoro portato a termine a “quattro mani” con Géraud Didier, in apertura ha ricordato che il teatro è un lavoro che non si può mai portare a termine da soli. Io da questo punto di vista invidio un po’ gli scrittori, che possono chiudersi dentro una stanzetta e lavorare in solitudine. Ma naturalmente è solo una battuta. “Questo evento (che si avvale anche della preziosa consulenza di Palma Domenichiello, impegnata a coordinato il supporto logistico offerto dagli studenti dell’Isabella Morra), mi ha permesso di entrare in una sorta di macchina del tempo che è Matera, città tranquilla dove le giornate si allungano anche perchè non c’è traffico e questa è una benedizione per chi ci abita. Qui abbiamo trovato un tesoro, c’è una ricchezza umana e una qualità artistica che può appartenere a tutti e il risultato ottneuto è straordinario”.
Dopo l’intervento di Nicola Fontanarosa, che ha sottolineato gli obiettivi previsti dal Piot, il pacchetto integrato di offerta turistica predisposto dalla Regione Basilicata per finanziare gli eventi che favoriscono il turismo di qualità e che offrono ai visitatori la possibilità di vivere nuove suggestioni e nuove esperienze all’interno del nostro territorio, spazio alle riflessioni di Antonio Nicoletti, che ha rappresentato per Zètema il presidente Raffaello De Ruggieri, ha spiegato i retroscena che hanno portato la Fondazione ad avviare un rapporto di collaborazione con Artezeta ed Arteria per la promozione di questo evento culturale. “Zétema è impegnata nella valorizzazione delle risorse culturali e questo evento si innesta nel progetto che dal 2003 ci vede impegnati per l’affermazione del distretto culturale dell’habitat rupestre, perchè siamo convinti che il nostro territorio sia in grado di raccontare la storia della civiltà dai buchi neri della preistoria ai buchi neri dello spazio.”
L’assessore al turismo Bergantino, sottolineando la qualità dell’evento proposto per dare il via alla nuova rassegna Viva Verdi/Multi Kulti ha espresso un concetto destinato ad avviare un dibattito molto interessante. “E’ evidente che il distretto del mobile imbottito deve cedere il passo al distretto culturale dell’habitat rupestre. Il 5 novembre il distretto presenta un programma di interventi a sostegno del settore attraverso il design e l’innovazione ma solo adesso si registrano interventi di questo tipo, probabilmente andavano effettuati molto prima”.
Michele Capolupo
La fotogallery sulla presentazione dell’evento La città di pietra
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Presentata la prima mondiale de “La città di pietra”
L’opera visuale all’interno del VivaVerdi/Multikulti 2010 dell’associazione ARTErìa. Regia di Giorgio Barberio Corsetti e Géraud Didier da un testo di Dario Carmentano
E’ stato presentato oggi, nella sede dell’associazione ARTErìa di Matera, il programma delle prossime settimane di VivaVerdi/Multikulti, la rassegna artistica giunta alla sua quattordicesima edizione.
Si comincia subito il 12, 13 e 14 novembre con la prima mondiale de “La città di pietra”, opera visuale liberamente tratta dal testo “Il Ponte” di Dario Carmentano per la regia di Giorgio Barberio Corsetti e Géraud Didier (presidente onorario del VivaVerdi 2010), con le musiche originali di Gianfranco Tedeschi e Loredana Paolicelli (Sassi di Matera – chiesa di San Pietro Barisano – ore 21.00 il 12/11; ore 18.00 ed ore 21:00 il 13 e 14/11; ingresso libero con prenotazione obbligatoria telefonica ai numeri 0835/337363 – 333/4984245 – 339/8931949; Artezeta 320/5350910).
Proprio Loredana Paolicelli, presidente di ARTErìa e direttore artistico musicale di VivaVerdi, spiega com’è nata l’opera : “Il lavoro compositivo realizzato per l’Opera visuale della Città di Pietra nasce da un “laboratorio” realizzato a Matera insieme ai compositori ed ai musicisti, insieme co-arrangiatori delle musiche. Il risultato di questa scrittura e riscrittura, secondo un work in progress delle musiche, si avvale di molti spunti che s’allontanano dai sistemi chiusi della musica colta ed extra colta europea, senza escluderne il metodo insito della scrittura di quella musica stessa.”
“La città di pietra” come racconta il suo autore, Dario Carmentano, “parla di una arcaica città, immersa nel suo profumo di fresco, nel silenzio, fiera del suo decoro e della sua dignità, dedita alla parsimonia ed alla sacralità ed al contempo vincolata dai suoi pregiudizi, dalla superstizione e dall’isolamento atavico in cui si è rinchiusa.”
Gli attori impegnati nella pièce sono Andrea Santantonio, Nadia Casamassima, Marta Manduca, Gennaro Bianchi, Marana Vizziello, Ada Rondinone ed Angelo Roberti. Per le esecuzioni musicali, la rappresentazione si affida al Nucleo Theatron Ensemble, con Vito Soranno al sax e clarinetto, Biagio Orlandi al sax, Francesco Clemente al violino, Pino Basile alle percussioni, Giovanni Fossanova alla chitarra, Antonio Carmentano al contrabbasso, Beatriz Fornabaio (soprano), Morena Tamborrino (voce), e la stessa Loredana Paolicelli al pianoforte.
La musica nello spettacolo ha una forza impressionante per l’energia che profonde. Essa è “cucita” sulle scene secondo la volontà dei registi, divenendo una sezione insita nello spettacolo e non precostituita come spesso succede nell’Opera Contemporanea. “Un muro a secco capace di muoversi e ricomporsi come una collana fatta di pietre, diverse per colore e forma. La musica che ho scritto nasce e si sviluppa in questo modo. Una scrittura secca ed affilata, modulabile e componibile, con un fondo di leggero umorismo e con dichiarati debiti nei confronti di amati maestri”: sono le parole di Gianfranco Tedeschi.
L’opera si avvale di sezioni video, musica, azioni sceniche, coreografie di gesti, unita ad una sapiente regia delle luci. Uno spettacolo multimediale e “visuale” con impatto fortemente emotivo. L’adozione nella forma della “opera visuale” produce “una regia prossima al linguaggio poetico e surrealista del cinema delle origini. Musiche, immagini e azioni si associano ad esso per comporre una successione di quadri viventi montati alla maniera di Méliès”, conferma Géraud Didier, che è anche direttore artistico del Théâtre Le Maillon di Strasburgo.
L’evento è stato reso possibile grazie alla collaborazione della società Prog e dell’associazione Fattore K di Roma, della Fondazione Zétema e della Cooperativa Artezeta di Matera, il cui presidente, Raffaele Vitulli, fa sapere che l’evento animazione de “La Città di Pietra” rientra nella programmazione culturale del progetto “Il Distretto Culturale dell’Habitat Rupestre della Basilicata”, cofinanziato dalla Fondazione per il Sud: “Il testo narrativo di Dario Carmentano racconta della “inimmaginabile genesi dei Sassi” ed è ricco di rimandi alla cultura rupestre da cui proviene la città di Matera e su cui si fonda l’intero territorio del Distretto.” Ampia collaborazione è stata inoltre offerta al progetto da un buon numero di aziende materane, che partecipano a vario titolo all’esecuzione delle attività in programma.
Tra gli altri eventi di VivaVerdi in programma, figura la rassegna “Interpretazioni”, dal 26 novembre all’8 gennaio, con concerti e guide all’ascolto di giovani talenti, una mostra di fotografia e rappresentazioni teatrali; inoltre, dal 4 all’8 dicembre, all’interno del Festival Multimediale delle Arti, saranno di scena le performance di “Rupextre, i sensi del vuoto. Residenza artistica in collaborazione con artisti e associazioni indipendenti”. Infine, dal 29 al 30 dicembre si terranno le serate conclusive del Premio Internazionale Matera Autori.
L’associazione ARTErìa comunicherà periodicamente il dettaglio delle prossime iniziative di VivaVerdi/Multikulti in programma. Il calendario completo sarà presto disponibile anche su questo portale.