La semplicità e l’improvvisazione, “perchè qui – come confesserà alla fine dello spettacolo Raul Cremona – di magia ce n’è poca”. Raul Cremona, già protagonista sul piccolo schermo con una serie di personaggi lanciati prima a Mai dire gol (il mitico Mago Oronzo) e poi a Zelig (Silvano il mago di Milano, Jacopo Ortis, Omen e Evok), approda anche a Matera con il suo show “Hocus molto pocus”, cento minuti di spettacolo dove la magia si confonde con la verve comica. Uno spettacolo costruito anche con il pianista Lele Micò e le “irruzioni” sul palco di un “disturbatore”, interpretato dall’attore comico Felipe.
Lo spettacolo è legato ai ricordi di infanzia dell’attore, quando non c’era la play-station e con i compagni si giocava a pallone dalla mattina alla sera senza che la mamma ti veniva a chiamare per invitarti a mangiare una “fetta a latte” o un “kinder ai cinque cereali”. Il mondo è cambiato e anche i nomi dei bambini non sono più quelli di una volta. Prima si chiamavano Franco, Pino, Mario, adesso Mattias, Elias, Jacopo…e persino il mendicante chiede l’elemosina con il cellulare…
Ironico e malinconico. Questo lo show che Raul Cremona presenta anche al pubblico di Matera. Legato a personaggi come Gino Bramieri, Cino Tortorella e Jonny Dorelli, Raul Cremona confessa anche la sua passione cinematografica per Robert De Niro. Altri tempi. E lo spettacolo è dedicato alla sua prima passione, l’arte della magia, quella che lo ha portato a frequentare i circoli per diventare un prestigiatore. Il suo mito era naturalmente il mago Silvan ed la sua imitazione è diventato ormai un “cavallo di battaglia” di Raul Cremona. A Matera è proprio Silvano, il mago di Milano, a sorprendere il pubblico quando il sipario è ancora chiuso per distribuire a cinque persone in platea cinque carte da poker. Al termine dello spettacolo Silvano indovinerà che tipo di carta hanno ricevuto.
La magia di Raul Cremona è quella che i prestigiatori rappresentavano già duecento anni fa. E per rendere ancora più divertente lo spettacolo si affida anche al pubblico presente in sala. Per il gioco dell’anello prima nascosto in una scatoletta e poi ritrovato in un gomitolo di lana sale sul palco prima un bambino e poi un volto noto della città di Matera, il presidente della Camera di Commercio Angelo Tortorelli. Gioco perfetto e stupore in sala. Poi viene rispolverato anche un altro classico, quell dell’acqua in una brocca che non cade anche se viene girata al contrario a meno che non sia il mago a decidere di svuotarla con dei colpi “magici”. Straordinario e molto divertente anche il gioco in cui Silvano chiede al disturbatore Felipe di provare a far passare da un tubo all’altro una bottiglia di liquore e un bicchierino. Felipe utilizza il trucco del tavolo girato, Silvano regala al pubblico un numero di prestigio da applausi. La prima parte finisce qui.
Il secondo tempo dello spettacolo si apre con Omar, un omino che si presenta con una tuta blu e che a Zelig ha lanciato il tormentone “giusto” per raccontare le sue disavventure familiari in compagnia di una moglie insopportabile. Omar racconta che le donne si dividono in tre categorie: la woman, ormai estinta, che lavava, stirava e stava in silenzio, la “mezza woman”, che asseconda il marito nelle sue richieste ma poi va in depressione e si sfoga con il vizio del fumo e la “no-woman…no cry” che è la donna moderna, quella che “parla parla, non cucina e balla balla”. E mentre Omar sogna un divano, una birra, un telecomando e l’abbonamento a Sky calcio, la sua donna è pronta a “somatizzarlo”. Uno stereotipo più reale di quanto si possa immaginare. Perchè tutti gli uomini si lamentano della propria compagna ma alla fine sono disposti a fare tutto quello che viene richiesto. Omar compreso. Sul palco arriva un moderno Jacopo Ortis, personaggio nel quale Raul Cremona cerca di ispirarsi a Vittorio Gassman e per rendere ancora più divertente lo sketch ecco sul palco due giovani spettatori, che naturalmente cambieranno il nome di battesimo da Bruno e Francesco in Adanselmo Mario Orso e Ulderico De La Grand Mer. Uno spettacolo leggero, chiuso da Raul Cremona con un “rompicapo aritmetico” che si risolve sempre con la stessa soluzione. L’obiettivo è definire il nome di uno Stato e quello di un animale che porterà fortuna. Ma Raul Cremona ricorderà a tutti che in Danimarca non ci sono elefanti… Al termine dello spettacolo Raul Cremona ci concede una breve intervista.
Raul, come è nato questo spettacolo teatrale? “Avevo voglia di raccontare il mio passato, legato alla mia vera passione, quella del prestigiatore. Io ancora oggi mi sento un mago e sono un attore “tra virgolette” perchè ho massimo rispetto verso persone che fanno questo mestiere. Non mi considero un attore perchè non sono mai legato al canovaccio e questo spettacolo lo ha dimostrato con gli interventi del pubblico coinvolto sul palco. Se dovessi recitare sempre la stessa cosa mi annoierei a morte. Per questo ho pensato di costruire uno spettacolo in cui presento i giochi di prestigio che risalgono a duecento anni fa. Il pubblico è così smaliziato che non ricorda più il giochino dell’anello nel gomitolo di lana piuttosto che quello dell’acqua nella brocca che non cade. E’ uno spettacolo dedicato ai bambini ma che fa divertire anche gli adulti.” Dal teatro alla tv perchè Raul Cremona è tornato anche a Zelig. Un programma che ormai deve fare i conti con la concorrenza di Colorado e adesso anche di quella di Cuork su La 7. Cosa pensi di questi nuovi contenitori? “Io credo che Zelig resta la navicella madre, poi ci sono tanti satelliti che ruotano attorno. La presenza di tanti programmi comici ci fa capire c’è un’altissima richiesta di attori comici.”
Per quanto mi riguarda con il personaggio “Evok” (ovvero un Messia di una pseudoreligione che porta luce e prosperità esaltato da un monaco senza nome che porta la parola di Evok nel mondo interpretato proprio da Raul Cremona- ndr) sei riuscito ad esprimere il meglio del tuo “istinto comico”, sei d’accordo?
“Ti ringrazio per questo complimento. Io credo che in questo personaggio sia emersa la mia caratteristica principale, quella legata ai giochi di prestigio. Quando devo inventare un nuovo personaggio cerco sempre di lasciare il segno e di stupire, una parola che viene utilizata non a caso per la magia. Evok è una macchia di colore che cerco di buttare addosso allo spettatore e ha funzionato secondo me perchè è un personaggio che trasmettere una grande carica emotiva e tanta energia positiva. A Zelig, dove ho già registrato due puntate, tornerà anche Evok, non appena invento qualcosa di nuovo anche per lui…”
Michele Capolupo
La fotogallery sullo spettacolo “Hocus molto pocus”
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