“La Martella il più bel borgo rurale d’Italia” è il lavoro editoriale realizzato dal professore Francesco Paolo Francione, edito da Antezza Tipografi di Matera. Un lavoro di straordinaria cura e meticolosa attenzione che consente al lettore di scoprire il borgo materano, definito dall’autore “il più bello d’Italia”. Vista dall’occhio del sociologo, questa pubblicazione consente di poter entrare nella storia che ha caratterizzato Matera negli Anni Cinquanta, quando era permeata di quella vita contadina e artigiana, di quella esistenza umana fatta di povertà, di umiltà ma soprattutto di grande fratellanza, quella storia che catturò tutte le attenzioni possibili da parte di antropologi, fotografi, architetti, ingegneri che correvano a Matera perché la nostra città si stava per dotre di un’edilizia nuova, fiammante, originale e ricca di particolari soluzioni architettoniche che ancora oggi sono un esempio di elevata concezione dello spazio in cui l’umana gente materana si muove. Francione “narra” del suo Borgo come se fosse una fiaba, una favola. Mette in risalto e focalizza situazioni che hanno fatto parte della propria costruzione e soprattutto della propria esistenza. La presentazione del volume è stata curata dal parroco de La Martella don Egidio Casarola, altro punto di riferimento altamente culturale per aver fornito alla chiesa di San Vincenzo De Paoli, che amministra il verbo di Dio, un’impronta di marcato riferimento religioso-storico-culturale grazie alla mostra allestita con il contributo di numerosi artisti che fornito opere singolari. Don Egidio racconta che: “Il 17 maggio 1953 l’allora presidente del Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana, l’on, Alcide De Gasperi di venerata memoria, consegnò le chiavi delle nuove abitazioni della nascente borgata La Martella alle prime cinquanta famiglie che nei giorni seguenti vi si trasferirono abbandonando le case-grotte del Sasso Caveoso per vivere in dimore piene di vita, asciutte e dotate di tutti i conforti e le attrezzature moderne dell’epoca. Con questo atto ebbe inizio la storia di La Martella, progettata dopo la seconda guerra mondiale con il coinvolgimento di molti studiosi e realizzata dall’Istituto UNRRA-CASAS, diretto dall’ingegnere Adriano Olivetti, con l’intento di accogliere non solo le famiglie degli assegnatari della Riforma Fondiaria che abbandonavano gli antichi rioni cittadini di Matera , ma anche con idee tendenti al decentramento burocratico –decisionale, alla formazione professionale e all’insediamento industriale in zone pianeggianti per lo sviluppo del Mezzogiorno d’Italia. La Martella doveva rappresentare il borgo ideale per accogliere i contadini che erano legati ai Sassi di Matera e alle loro abitazioni che li avevano visti crescere. E’ facile comprendere che non sarà stato facile per i nuovi residenti del borgo accettare il trasferimento perchè di colpo la propria esistenza doveva mutare a causa delle precarie condizioni igienico-sanitarie presenti nei Sassi. Una mucca, un’abitazione secondo gli schemi architettonici di una casa rurale e un pezzo di terreno: erano questi i beni che il “Gioverno” garantiva per far si che i contadini accettassero questo trasferimento dalla città di Matera al Borgo, che poteva essere raggiunto con un pullman una volta o due volte al giorno con partenza da Piazza Matteotti. Doveva iniziare una forma nuova di aggregazione e di rifondazione sociale. Il professore Frangione ha prodotto con questo volume un autentico elemento di storia che va letto sino in fondo perché nel suo interno c’è l’anima e il senso della vita di uno spaccato sociale e umano che non può essere dimenticato da nessuno.