Claudio Angelini, poeta, narratore, critico letterario e traduttore di poeti classici in lingua tedesca, già collaboratore de “ Il Popolo” e “L’Osservatore Romano”, ha pubblicato “Poesia tedesca”m Sovera Editore con la copertina realizzata da D’Arcy Wretzky. Il volume è una silloge di liriche e poemetti tradotti dai più amati e noti scrittori di lingua tedesca ed è dedicato alla memoria del padre, che per primo lo ha guidato alla conoscenza della civiltà germanica”. Angelini traduce i testi tedeschi in maniera rigorosamente isometrica, cioè nel rispetto della rima, dove c’è, e della misura metrica d’ogni composizione ed è convinto del fatto che il traduttore italiano di poesia tedesca, da verso la fine dell’Ottocento in poi, abbia sempre dedicato la maggior cura a rendere, di quella esperienza, il peso specifico del suo messaggio, cioè il concetto sostanziale del discorso poetico . Già il grande Leopardi, esperto tra l’altro anche di cultura tedesca, diceva che i poeti di quella nazione “poetano filosofando”. Ma l’avvento, dopo i grandi romantici come Goethe, Shiller, Holderlin, di autentici esteti del linguaggio quali Eichendorff, Gorge, Rilke, o d’espressionisti quali Heym, Trakl, Celan, hanno indotto il traduttore a rendere, fin dove fosse possibile, il carattere personale, intimo e pieno di sfumature dell’espressione poetica. Angelini rende accessibile il suo lavoro e lascia un’identità propria a ciascuna silloge che appartiene all’autore della stessa. Angelini ricalca fedelmente nel tradurre i testi tedeschi, quella che è l’intimistica del verso, la sua penetrabilità nei sentimenti e dei sentimenti lasciando inalterato la musicalità, il ritmo, la metrica. Lo scopo del lavoro di Angelini è divulgare una poesia, in questo caso quella tedesca, che ha nella sua essenza originale i valori della vita e la bellezza della natura e del divino.
Angelini nel tradurre i testi tedeschi ricalca l’intimistica del verso, la sua vulnerabilità nei confronti dei sentimenti lasciando inalterate la musicalità, il ritmo, la metrica. Non è semplice e non è facile passare alla traduzione se non si ha un animo preposto a leggere la vocalità della poesia degli altri. Angelini, autore contemporaneo nella storia della letteratura italiana, ha ricevuto anche il prestigioso riconoscimento del Certamen di poesia Latina, il premio intitolato a Scevola Mariotti per le sue traduzioni di poeti latini nel volume “Poesia Latina”. Riportiamo alcuni versi tratti da questo volume. “Il Divino” di Goethe: “Sia l’uomo nobile/pietoso e buono!/Ché solo questo/lo rende unico/fra tutti gli esseri/che conosciamo.(…); quello religioso che è ricerca del significato della vita umana in una dimensione trascendentale o mistica, vedi “Preghiera” di Else Lascker Schuler (1869-1945). “ Dovunque una città vado cercando/che alle porte abbia un angelo, vegliando.(…)Chiudimi, o Dio, nel manto tuo possente,/nel tuo calice sono il rimanente,/e se l’ultimo uomo il mondo vuota/ da te più non cacciarmi, Onnipotente,/ e un nuovo globo a me si chiude e ruota.”; quello artistico, da individuare nello specifico della poesia come espressione d’arte.
Lo scopo del lavoro di Angelini è divulgare una poesia, in questo caso quella tedesca, che ha nella sua essenza originale i valori della vita e la bellezza della natura e del divino. La poetica tedesca ha nel suo intimo espressivo la stessa caducità che la vita ha in ogni angolo di mondo. Mi piace riportare uno stralcio del “Canto della Sera” di Andreas Gryphius (1616-1664) che pur lontana nel tempo ha la perfetta sintonia con la vita quotidiana. Interessante come l’autore paragona il corpo dell' uomo ad un battello e dice (…): “Il battello delle membra giunge in porto lentamente./ Come questa luce muore, così pochi anni consumano/me, te, quel che possediamo, tutto intorno deve estinguersi; è la vita un campo in cui tutto scorre follemente./(…) Intensa la silloge “Il Divino” di Goethe: “Sia l’uomo nobile/pietoso e buono!/Ché solo questo/lo rende unico/fra tutti gli esseri/che conosciamo(…). Angelini da vigore all’espressione lirica di Bertold Brecht (1898-1956) “Lode della dimenticanza” : (…)Come potrebbe alzarsi la mattina/ l’uomo , se non dimenticasse /la notte, che annulla ogni traccia?/
Come potrebbe uno, buttato al suolo sei volte,/risollevarsi una settima,/ rivoltare la terra sassosa, affrontare/i pericoli del cielo?/ La debolezza del ricordo dà/vigore all’uomo./ La poesia va avanti così nel suo calendario di tempo fissato da Angelini.
"La silloge di Angelini- come scrive in prefazione Camilla Miglio , ordinaria di letteratura tedesca all’università “Orientale” di Napoli- è una testimonianza di amore e di coraggio. Amore per una idea di letteratura e per una idea di poesia. Dietro questa scelta c’è una visione, un taglio dell’occhio, un sogno di poesia tedesca”. La chiave musicale delle liriche scelte da Angelini è prevalentemente malinconica, accordata, si potrebbe dire, secondo la terza minore. La visione
del sublime, presente da sempre nel canone lirico tedesco, qui dà forma e figura alle domande sull’esistenza, al dubbio sulla sua vanitas, ma sempre alla certezza disperata della sua bellezza, specchiata o vista nel suo manifestarsi in analogia con la natura.(…) "Chi si avvicina per la prima volta alla poesia tedesca attraverso questa silloge non potrà sottrarsi al suo richiamo alla
contemplazione delle cose ultime, delle cose intime, nell’uomo e nella natura”.
Questa antologia che raccoglie le poesie in lingua tedesca di autori dal medio evo ai giorni nostri ha riscosso notevoli consensi di critica e di pubblico. E, lo stesso Angelini ha ottenuto lusinghieri riconoscimenti per la poesia e la narrativa. Questo volume troverà facile varco nella lettura di studiosi, appassionati di poesia in quanto si fa leggere con estrema passione.