E’ nata a Chigago ma da quindici anni si è trasferita in Italia, dove ha scelto prima Bari e poi Vicenza per motivi professionali. La voce ruggente e raffinata di Cheryl Porter ha scaldato all’Auditorium i cuori del pubblico che ha scelto di seguire il secondo appuntamento della rassegna “Officina del jazz urban club”, curata dal direttore artistico Angelo Calculli. Cheryl Porter, stella della musica gospel mondiale, è un’artista iper-sensibile e già venerdì sera aveva partecipato alla serata di beneficenza promossa al Duni dall’associazione D.i.v.a. (donate il vostro aiuto) per la lotta contro la violenza. Nell’Auditorium ha offerto il meglio del suo repertorio, selezionando per la scaletta del concerto non solo i brani più noti di Mina già inseriti nel suo cd Mina in black ma anche altri pezzi storici di musica classica, jazz e gospel. Artista a tutto tondo grazie alla sua voce dirompente ma anche una donna vera, che non esita a chiedere un fazzoletto ad una signora in prima fila per asciugarsi il trucco che si scioglie sotto i riflettori. Cheryl Porter è una grande donna e un’artista eccezionale, che vanta collaborazioni con Paolo Conte, Katia Ricciarelli, Tito Puente, Mariah Carey, David Crosby e Amii Stewart. Indimenticabile anche l’incontro con il compianto Luciano Pavarotti nel 2003. Il tenore per eccellenza della musica italiana la chiama a guidare un coro gospel londinese per cantare al suo matrimonio con Nicoletta Mantovani il 13 dicembre 2003; un evento in cui Cheryl dividerà il palco con Bono e Andrea Bocelli e Zucchero. La scelta di sperimentare una contaminazione tra la musica italiana e il mondo jazz and blues porta Cheryl Porter a cantare prima in inglese e poi in italiano i successi della “tigre di Cremona”. Nasce così Mina in Black, titolo scelto anche per il concerto di Matera. Tre giorni fa ero a Chicago – confessa Cheryl – e l’affetto enorme che mi lega alla famiglia mi rende difficile ogni ripartenza verso l’Italia. Poi penso che sia bellissimo fare la musica per gente come voi e così anche il distacco diventa più semplice.” Cheryl si commuove e pensa ancora una volta al motto che da trent’anni è diventato il suo stile di vita: “Canterò ogni volta che il Signore mi dirà di cantare, obbedendo alla volontà di Dio”. E da dieci anni Cheryl la sua carriera artistica si è trasformata in una missione musicale, per portare un messaggio di unità ad un mondo diviso. La scelta di cantare Imagine di John Lennon va proprio in questa direzione. Un concerto che esalta anche la qualità dei suoi compagni di viaggio: Guido Torelli al basso, Gianni Bertoncini alla batteria e Paolo Vianello al pianoforte, tutti veneti. Un concerto straordinario, in cui i classici di Mina come “Parole, parole”, “E se domani”, “Sei grande”, “Tintarella di luna” e “Se telefonando” rappresentano solo alcuni dei momenti magici della serata promossa da Officina del jazz urban club. Il pubblico apprezza e si fa coinvolgere nella parte finale dello spettacolo dal grande amore per la musica di Cheryl Porter. Con tre bis Cheryl Porter ha chiuso in bellezza, meritando il suo piatto di orecchiette al tegame che lo attende per cena…
Michele Capolupo
La fotogallery dedicata al concerto di Cheryl Porter
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