A 50 anni dalla morte di Gabrielle Chanel (Parigi il 10 gennaio 1971), per tutti Coco Chanel, sono stati scritti numerosi libri sulla nota creatrice di moda che ha rivoluzionato la moda – “Non faccio moda, sono la moda” (la sua frase forse più celebre) e “icona ambigua” del mondo femminile. Ma tra i tanti testi c’è una sola “psicobiofrafia” – “Il caso Coco Chanel, l’insopportabile genio”(Saggi Giunto) scritta dalla professoressa (lucana, di Bernalda) Liliana Dell’Osso con la sua allieva, la psichiatra Barbara Carpita e il filosofo Dario Muti. Il libro, dopo mezzo secolo dalla scomparsa di Coco, tutt’altro che scomparsa nella moda, va riletto innanzitutto perché rilancia l’attualità dell’interrogativo: Chi era effettivamente Coco Chanel ?
Dicono di lei che abbia liberato le donne dai corpetti, aprendo loro la via di un’epoca nuova. Chi la conosceva la definiva ”insopportabile”, bizzarra, a volte persino crudele. Idolo androgino dall’irresistibile carisma, icona contemporanea di stile ed eleganza, fece dei suoi amanti le sue muse e dei maggiori artisti del Novecento i suoi protetti. Molti hanno riconosciuto la sua indubbia genialità, pochi hanno compreso appieno la sua opera e forse nessuno l’ha capita in quanto donna. Capace di esprimere originalità ed energia senza precedenti, ancora oggi la sua esistenza rimane un mistero abilmente dissimulato. La Dell’Ossoracconta il vissuto della stilista e la crescente dissonanza fra la sua dimensione pubblica e quella privata. Approfondisce il nesso fra sintomatologia psichiatrica e creatività in una forma divulgativa e accessibile, ma di grande rilevanza scientifica.
Il testo di grande capacità divulgativa, conquista il lettore, lo sorprende e scombina le carte come solo una certa sensibilità femminile sa fare.
La narrazione si apre con l’enigmatica rappresentazione di una donna circondata da specchi, su una scala a chiocciola che sale (e scende!) verso l’ignoto. Il soggetto fotografato è Gabrielle Chanel e lo scatto è di Robert Doisneau, il celebre autore del Baiser de l’Hôtel de Ville. Icona planetaria, è stata la donna che ha rivoluzionato il mestiere dello stilista, da sempre dominio incontrastato di produttori di sesso maschile. Creatura androgina, ha rapito il cuore di principi e poeti.
Ma che c’entra la psichiatria con la moda? Il lettore ne prende rapidamente coscienza: dietro alle storie raccontate davanti ai riflettori ed al di là dello specchio, Gabrielle Chanel era una figura lieve, in precario equilibrio fra i due opposti orizzonti: quello della follia e quello del genio. Complice la padronanza scientifica di Liliana Dell’Osso e dei suoi collaboratori, si inizia ad apprezzare rapidamente tutti quegli indicatori di un pensiero divergente, irrequieto, ma potenzialmente brillante, da sempre individuato come motore della creatività. Ma anche tutti i predittori di psicopatologia: i comportamenti ortoressici, l’insonnia cronica, i pensieri di morte, la scelta di un ritmo di lavoro massacrante, per non parlare delle relazioni instabili e burrascose che fruttarono alla stilista il soprannome di “insopportabile genio”. E tra le sue frasi più note: “Non mi pento di nulla nella mia vita, eccetto di quello che non ho fatto”. “Gabrielle e Coco, personaggio e persona, individuo e maschera – scrive la Dell’Osso tentando una risposta all’interrogativo iniziale – possono essere riscoperti da una visione compleessa che integri ricostruzione storica e ricerca scientifica, pensiero paradigmatico e medicina narrativa. Solo così è possibile conservare il mito e scoprire la donna che lo ha creato”.
Liliana Dell’Osso nel 1972 ha conseguito a Matera la maturità classica con 60/60 e si è poi trasferita a Pisa per gli studi di Medicina e Chirurgia. Si è laureata nel 1979 con 110/110, lode e dignità di stampa e specializzata in Psichiatria nel 1984 con 70/70 e lode. Dal 1983 al 1987 è stata Ricercatore in Farmacologia e, dal 1987 al 1992 in Psichiatria. Professore associato di Psichiatria dal 1992, ha conseguito l’ordinariato nel 2001. Dallo stesso anno è diventata Direttore dell’UO di Psichiatria. Dal 2010 è Direttore della Scuola di Specializzazione, dal 2011 è Presidente del corso di Laurea in Tecniche della riabilitazione psichiatrica e del Master in Medicina delle dipendenze. Dal 2015 è Vicepresidente della Società Italiana di Psichiatria. E’ autrice di oltre 600 pubblicazioni su riviste scientifiche prevalentemente internazionali.Ha uno Scholar h-index di 53 ed è al 55 posto nella Top ItalianScientists, ClinicalSciences, della Virtual Italian Academy che include tutti gli scienziati italiani che lavorano nel mondo.È inserita nel catalogo online delle scienziate italiane 100esperte.it, che raccoglie i 100 profili di professioniste della scienza.