Venerdì 30 luglio a Montescaglioso nell’ambito della manifestazione letteraria “Il Paese dei libri” sarà presentato il volume “Othmar Winkler a Matera. La genesi del monumento ad Alcide De Gasperi” (Cassa Rurale di Trento). All’incontro, previsto per le ore 20,presso il Josafat Cafè, interverranno il presidente dell’associazione culturale Cecam di Pisticci,Giovanni Di Lena, e il coautore della pubblicazione Filippo Radogna. Il libro tracciala storia della realizzazione dell’imponente statua bronzea dedicata allo statistatrentino e realizzata a fine Anni ‘60 dallo scultore Othmar Winkler per conto di Matera. Il testo, già presentato a Trento, è stato fondamentale per la realizzazione del patto di gemellaggio siglato tra Trento e Matera lo scorso anno. Vi sono contenuti tre saggi: nel primo il giornalista Filippo Radogna, ricostruisce i due viaggi a Matera di De Gasperi nel 50 e nel 53, le leggi di risanamento dei Sassi e l’inaugurazione del monumento il 5 dicembre del ‘71 da parte dell’allora presidente del ConsiglioEmilio Colombo. Nel secondo lo storico dell’arte trentino Roberto Pancheri (curatore del testo) effettua una disamina sulla formazione artistica e sulle opere dello scultore Othmar Winkleranalizzando dettagliatamente le fasi di realizzazione del monumento. Nella terza parte, lo studioso di semiotica di Paolo Malvinni, partendo dalla statua svolge uno studio sui significati delle opere d’arte sui personaggi italiani, giungendo al telero “Lucania ‘61” che Carlo Levi dedicò al poeta Rocco Scotellaro.
“Qui lo Stato è più lontano del cielo”, intervento di Paolo Domenico Malvinni
Le porte erano aperte per il caldo. Io guardavo passando, e vedevo l’interno delle grotte, che non prendono altra luce e aria se non dalla porta. Alcune non hanno neppure quella: si entra dall’alto, attraverso botole e scalette. Dentro quei buchi neri, dalle pareti di terra, vedevo i letti, le misere suppellettili, i cenci stesi. Sul pavimento stavano sdraiati i cani, le pecore, le capre, i maiali. Di bambini ce n’era un’infinità. In quel caldo, in mezzo alle mosche, nella polvere, spuntavano da tutte le parti, nudi del tutto o coperti di stracci. Io non ho mai visto una tale immagine di mise-
ria…
(Cristo si è fermato a Eboli, Matera nel racconto della sorella di Carlo Levi in visita al fratello confinato. Testo che ispirerà una rivoluzione per i Sassi e i suoi abitanti.)
Si presenterà venerdì nel materano, precisamente a Montescaglioso (Il Paese dei Libri, 30 luglio h. 20.00), un libro che parla della vicenda “Sassi” e di un protagonista della rinascita di Matera, Alcide De Gasperi, a partire dal monumento di via Nazionale che lo raffigura e lo celebra (opera realizzata da Othmar Winkler, artista nato a Brunico nel 1907 e vissuto per molti anni a Trento).
La particolarità del volume consiste proprio nel ricostruire vicende storiche, politiche, sociali e artistiche a partire dalla statua monumentale, considerata come testo che racconta e suggella una vicenda di enorme complessità che ancora oggi evolve e si sviluppa e ha trovato in “Matera19” un importante apice di visibilità.
Ma cosa dice questa statua?
Rappresenta un uomo di mezza età vestito in modo elegante e sobrio. Il suo braccio
è alzato. Saluta? Si tratta di un richiamo? Una richiesta di essere ascoltato? Una esortazione? Non si tratta certo di un impettito e rigido saluto “romano” al quale si era abituati pochi anni prima. Pare piuttosto il gesto di un suscitatore… Di cosa? Di attenzione, di pensieri e idee. Di speranze. Non è imperativo il movimento, comunque energico. Deciso. Il volto mantiene una riconoscibile severità. Il corpo è colto in movimento, mentre muove un passo. Raffigurazione e racconto di un uomo politico “semplice e di potere”. La statura dell’opera è certamente superiore all’altezza media umana, ma visto in prospettiva e alla distanza che lo slargo di via Nazionale rende possibile, la statua ha un’imponenza relativa, quindi la figura bronzea dello statista non sovrasta chi la osserva. Il basamento consiste in un muretto di piccole dimensioni ed è fatto di sassi comuni, non di marmo. Davanti ai piedi della statua due gradini danno l’idea di poter salire verso quel personaggio o di permettergli di scendere verso la strada. È opera che ci dice di qualcuno che non è esattamente uno di noi, ma possiamo valutare la sensazione che si tratti di qualcuno che è con noi. Figura non distante. Qualcuno di importante che ci è vicino. Certo, una vicinanza che al giorno d’oggi potrebbe sembrare non sufficiente, abituati come siamo ad essere informati dei dettagli personali degli uomini di governo collegati al grande pubblico tramite il cinguettare dei social media. Va pertanto ricordato il contesto storico. Nella Basilicata di cui stiamo parlando si poteva ancora pensare, “qui lo Stato è più lontano del Cielo,” come rilevò Carlo Levi riportando fatti e umori percepiti negli anni intorno al 1935. Mentre la statua di via Nazionale a Matera pare dirci che c’è un’altra politica, un’altra amministrazione della cosa pubblica, con un’idea nuova di civiltà rispetto al passato. Una politica capace di interloquire con i cittadini e nello stesso tempo accompagnare verso una vita migliore. Così racconta questo monumento, icona di un politico fatto uomo.
Nello stesso tempo, non può sfuggire ad uno sguardo attento ai racconti che le immagini sanno portare, ciò che si rapprensenta in una fotografia scattata in occasione della visita di De Gasperi a Matera nel maggio 1953. Sullo striscione che decora il palco campeggia la scritta: “Sul Meridione altri grandi scrissero, De Gasperi realizza.” La sequenza è precisa: “scrittura denuncia”, seguita da “progetto e realizzazione del cambiamento”, si riscontra un pizzico di clima propagandistico ma non è questo il punto. Al contrario possiamo rilevare quanto vi fosse consapevolezza che la politica di risanamento che si andava adottando a partire da Matera fosse frutto di una presa di coscienza del problema giunto con forza e clamore a livello internazionale, soprattutto grazie al processo di informazione e denuncia suscitato dal romanzo di Carlo Levi.
Ed è per questo motivo che nelle pagine del libro in presentazione venerdì a Montescaglioso, e che si spera un giorno non lontano di presentare direttamente ai cittadini di Matera, chi scrive oggi queste righe, nella parte di testo del quale è autore, inserisce un’idea/proposta che potrebbe apparire bizzarra: la statua di De Gasperi a Matera dovrebbe recare in mano proprio una copia del libro di Levi, in quanto strumento di straordinaria efficacia per lo sviluppo delle politiche, ad esempio per la casa, in quegli anni.
Porre in mano alla statua di Alcide De Gasperi quel romanzo significa inserire la vicenda dei Sassi nel monumento stesso. È illustrare il grido di dolore di una popolazione, ricordare le proteste indignate del dopoguerra, rappresentare il contesto sociale e politico nel quale il problema fu rilevato e affrontato.
La genesi del monumento ad Alcide De Gasperi. Othmar Winkler a Matera, a cura di Roberto Pancheri, con Filippo Radogna, Paolo Domenico Malvinni, Trento, Cassa Rurale Trento, 2019.
(lo si trova presso la Biblioteca Provinciale di Matera)