È stato ospitato nel pomeriggio per la prima volta nella Casa Cava di Matera, nell’anno di capitale europea della cultura 2019, il tour letterario estivo degli scrittori del Premio Campiello, concorso di narrativa italiana contemporanea organizzato dalla Fondazione Il Campiello, risultato di un’iniziativa degli industriali del Veneto, per l’impulso della famiglia Valeri Manera. La cerimonia di premiazione avviene a Venezia, solitamente nel Palazzo Ducale o al Gran Teatro La Fenice. Il primo Premio Campiello fu assegnato nel 1963, al romanzo di Primo Levi, La tregua.
Dal 1996 è stato istituito anche il premio Campiello Giovani riservato a giovani di età compresa fra i 15 e i 22 anni per la scrittura di un racconto a tema libero in lingua italiana.
Ad accogliere i cinque scrittori il sindaco di Matera, Raffaello De Ruggieri, l’assessore comunale alla cultura, Giampaolo D’Andrea, il Presidente di Confindustria Basilicata, Pasquale Lorusso e il Presidente di Confindustria Veneto, Matteo Zoppas.
In un incontro coordinato dalla giornalista Angela Maria Salvatore si sono ritrovati a Matera gli autori con le rispettive opere selezionate il 31 maggio scorso a Padova: Giulio Cavalli ha presentato “Carnaio” (Fandango), Paolo Colagrande ha presentato “La vita dispari” (Einaudi), Laura Pariani ha presentato “Il gioco di Santa Oca” (La nave di Teseo), Francesco Pecoraro ha presentato “Lo stradone” (Ponte alle Grazie) e Andrea Tarabbia ha presentato “Madrigale senza suono” (Bollati Boringhieri).
Il Premio Campiello non poteva mancare quest’anno nella Capitale Europea della Cultura 2019, per portare il proprio messaggio di contaminazione possibile e virtuosa tra impresa, letteratura e società e, allo stesso tempo, farsi a sua volta contagiare dall’effervescente spirito culturale che qui si respira.
Un incontro che ha appassionato il pubblico presente che è stato catturato dalle storie dei romanzi, dai loro personaggi, dagli ambienti e dai periodi storici in cui sono stati catapultati: cominciamo da Lo stradone di Francesco Pecoraro , autore de La vita in tempi di pace (premio Viareggio 2013), ambientato negli anni Venti di questo secolo, nella “Città di Dio”. Un uomo osserva dal settimo piano della sua palazzina le vicende dello “Stradone”, i personaggi che lo percorrono che incarnano il ristagno della nostra società: conformismo, razzismo, sessismo, integralismo islamico.. .Un “Grande ripieno”, il non senso del nostro presente osservato da una strada che concorre a un’esperienza di lettura illuminante, tragica ed esilarante avventura di conoscenza.
È la volta di Laura Pariani, pittrice, fumettista e narratrice, con Il gioco di Santa Oca: ci ritroviamo nell’autunno del 1652 con un gruppo di uomini stanchi di subire le angherie dei nobili e dei soldati che fanno razzie nei paesi della brughiera lombarda. Il protagonista, Bonaventura Mangiaterra, é un capopolo che affascina i suoi compagni con la Bella Parola, una versione della Bibbia, predicando la libertà. C’è un’altra figura affascinante in questo romanzo, una donna: Pulvara, la cantastorie che in gioventù si era unita a quegli contadini travestendosi da uomo. Un romanzo di ribellione e libertà , la coinvolgente storia di un sogno di giustizia e di una donna coraggiosa che sfida le convenzioni del suo tempo.
Carnaio di Giulio Cavalli, scrittore e autore teatrale, membro dell’Osservatorio sulla legalità, in cui l’autore racconta la storia di Giovanni Ventimiglia, un pescatore che da tutta la vita raccoglie acciughe e le vende al mercato di DF,un paesino aggrappato alla costa come tanti altri. Ma un giorno di marzo, Giovanni trova cadaveri sbiaditi dall’acqua, tutti giovani, neri. Carnaio è un i cimitero di carne e soldi, la profezia di un mondo che scivola verso l’orrore.
E poi Andrea Tarabbia, autore de La calligrafia come arte della guerra, Il giardino delle mosche e Il peso del legno, in Madrigale senza suono ci racconta la storia di un uomo solo , tormentato, il celebre principe madrigalista, Gesualdo da Venosa, che compie un efferato omicidio da cui scaturisce il suo inarginabile genio artistico. Da qui nasce la scandalosa domanda sottesa al romanzo: come può il male dare vita a tale e tanta purezza su uno spartito? Un labirinto in cui l’autore trascina il lettore ai confini imprendibili tra delitto e genio.
E, infine, Paolo Colagrande ci accompagna nella “vita dispari”, quella che conduciamo tutti noi quando tentiamo di indovinare la parte mancante delle cose. La vita dispari è l’esilarante parabola umana di un ragazzino che vede solo una metà del mondo.E se metà fosse meglio di tutto?
Il tour estivo dei finalisti del Premio Campiello prevede una decina di tappe da nord a sud dell’Italia, per un’estate all’insegna della letteratura. Dopo Venezia, Firenze, le due tappe siciliane di Catania e Palermo, Modena, Coriano (RN) ospiti della Comunità San Patrignano e Matera il tour prevede tappe il 25 luglio a Cornuda (Treviso), alle 21.00 presso la Tipoteca Italiana Fondazione; venerdì 26 luglio a Jesolo Lido (Venezia) alle 21.00 in Piazza Milano; sabato 27 luglio al Lido di Venezia, alle 18 al Grande Albergo Ausonia & Hungaria ed infine sabato 3 agosto a Cortina (Belluno) alle 17.30 al Cinema Eden all’interno della manifestazione Una Montagna di Libri.
Il vincitore della 57^ edizione del Premio Campiello sarà proclamato sabato 14 settembre a Venezia sul palco del Teatro La Fenice, selezionato dalla Giuria dei Trecento Lettori anonimi.
La fotogallery dell’incontro con i cinque finalisti del Premio Campiello 2019 (foto www.SassiLive.it)