Achille Occhetto a Matera per presentare il suo ultimo libro “La gioiosa macchina da guerra: veleni, sogni e speranze della sinistra” nella sala consiliare della Provincia di Matera. Un’iniziativa promossa dal Gruppo Basilicata per Civati che ha aperto il ciclo di appuntamenti sul tema “Ragioni e passioni della sinistra (alla ricerca dell’identità perduta…”. Al tavolo il moderatore Nino Carella ha introdotto l’intervento di Felice Tauro, responsabile regionale Giovani Democratici e dello storico e scrittore Giovanni Caserta, che ha offerto ai presenti quella che l’autore ha definito una “prolusione universitaria” sul libro scritto dallo storico leader del Partito Comunista. Il libro contiene un’escursione storica e politica sulla “svolta” del 1989 che ha ridisegnato la tappa della sinistra italiana, per ritrovare e rileggere le radici del presente tra errori, speranze, vittorie e delusioni.
Achille Occhetto, protagonista indiscusso di una delle stagioni più travagliate della politica italiana è considerato un portatore di verità “scomode” che offre ai lettori la possibilità di rileggere quelle vicende che una profonda influenza hanno avuto e continuano ad avere sul nostro presente.
Achille Occhetto ha evidenziato nel corso del suo intervento motivazioni e contenuti di questa “fatica letteraria”: “E’ evidente che stiamo vivendo una stagione di permanente contemporaneità, di un eterno presente senza radici e senza punti di riferimento. Quindi ho pensato che sarebbe stato superfluo affrontare questi temi. Ma poi ho pensato canche che questo libro può servire a coloro che vogliono capire come sono andate realmente le cose quando c’è stata la svolta e siamo passati dal Partito Comunista Italiani ai Democratici di Sinistra. Il libro ha elementi storici, autobiografici ed è un continuo dialogo con il presente. E’ scritto con emozione e fatica psicologica. La vita politica ti fa vivere momenti esaltanti e altri piuttosto difficili e io provo a raccontarli in questo libro, che non è un’autobiografia classica. Ci sono momenti autobiografici che illuminano la storia. Devo confessarvi che questo libro è stato pubblicato perchè sentivo il bisogno di scrivere per rispondere alla critiche che ho ricevuto in questi anni per la decisione che abbiamo maturato. Non avendo un giornale mi sono affidato ad un libro e non è un caso se in copertina ho sottolineato gli aspetti legati alla “gioiosa macchina da guerra”. Nel corso degli anni sono passato da uomo della svolta alla Bolognina a quello che ha provocato la sconfitta della sinistra e della “gioiosa macchina da guerra”, una definizione che spiego all’interno del libro. Nel libro provo a spiegare alcuni interrogativi. Innanzitutto come è avvenuto il passaggio dal Partito Comunista all’intesa con i socialisti. Spiego come si è arrivati al 1994 cercando di ripercorrere tutte le tappe intermedie. In politica sapete benissimo che ci sono degli stop and go. E non era facile in un partito con una disciplina notevole provare a dare una svolta, che non è arrivata certamente per il colpo di testa di una persona sola. Il libro presenta uno spaccato del ‘900 vissuto all’interno del Partito Comunista e nel quale metto insieme una serie di mattoni per far emergere la storia di un comunista originale. Nel libro c’è una rivalutazione del Partito Comunista e ho ribadito di non essere d’accordo con la definizione denigratoria della Prima Repubblica. Ci sono critiche anche verso il “mostro sacro” di Palmiro Togliatti, perchè nel 1956 ha perso un’occasione per favorire l’accordo tra comunisti e socialisti. Allora si poteva fare un accordo con Nenni ma non hanno avuto il coraggio di andare oltre il Partito Comunista. Nel 18° congresso del PCI abbiamo posto il problema del rapporto tra pubblico e privato, della diversità, della donna ed evidenziando i limiti del partito siamo riusciti a ripartire chiamandolo Nuovo Partito Comunista. La domanda che ci siamo posti è questa: “Si può perseguire la libertà senza andare a destra? Allora c’erano due vie di uscita: quella che indicavo io e quella di D’Alema, che poi ha portato gli eredi del PCI al governo e ai successivi inciuci con Berlusconi”. La sala applaude. E Occhetto prosegue: “Se ci pensate chi si riconosce nell’ideologia post comunista è passato da Berlinguer a Renzi. Credo sia un caso da psicanalisi collettiva. E quando Renzi ha salutato l’ingresso del PD nel PSE i giornalisti hanno sottolineato che finalmente un partito post comunista entrava a far parte di quest’area politica europea. Nessuno ha detto che sono stato io a proporre il PSE.” La domanda che mi fanno oggi è questa: “Il PD è la continuità della svolta che ho fatto io?” Si e no. Si perchè con la fine della guerra fredda era necessario dare un’impronta diversa alla nostra azione politica, no perchè il PD invece di dare vita ad una migliore contaminazione delle diverse posizioni politiche rappresenta una fusione a freddo di apparati di potere. Dentro c’è il peggio del PCI e il peggio della DC. C’è il PC ottuso con un visione salvifica della politica e una DC che ha una visione correntizia che punta esclusivamente al potere. Penso che Renzi ha fatto bene quando ha avviato il tema della rottamazione ma non si spara nel mucchio, occorre fare nomi e cognomi. Io credo e lo ribadisco nel libro che se si distrugge il peggio presente nel PD si compirà quel processo cominciato alla Bolognina per dar vita ad una costituente ideale in grado di affrontare seriamente i problemi dei cittadini. Un partito come il PD non deve pensare a vincere per il gusto di conquistare il potere ma deve vincere per raggiungere gli obiettivi indicati nel programma dai propri elettori. Ecco in sintesi perchè si parla di “macchina da guerra” nel mio libro. Abbiamo voluto vincere con uno schieramento ristretto e di conseguenza non abbiamo voluto fare alleanze con i popolari, accusa che smentisco ma sopratutto mi definiscono un antisocialista. Una critica che non accetto perchè sono stato proprio io a portare il partito dal Comunismo internazionale all’Internazionale socialista. Ricordo che con Martelli abbiamo fatto un comizio insieme a Mantova ma qualche giorno dopo Martelli ha ricevuto un avviso di garanzia. Il sospetto è che sia arrivato su richiesta di Craxi, contrario all’accordo tra socalisti e comunisti. Nel libro parlo del male oscuro della sinistra. Ricordo infatti che nel PC erano proibite le correnti mentre oggi le correnti sono garantite e questo favorisce la creazione di consortierie di potere. La data di nascita del Berlusconismo non è il ’94 ma va ricercata più indietro nel tempo, quando esplode lo status della “Milano da bere” e si registra la degenerazione culturale italiana. Per asfaltare il Berlusconismo bisogna combattere il buonismo della politica italiana. L’avversario di fondo della politica moderna, incapace di dare risposte ai problemi degli italiani, è l’oligarchia trasversale che ha formato un cerchio magico con il gruppo che fa riferimento ai quotidiani La Repubblica e Corriere della sera. Fino a quando ci sarà questa alleanza sarà difficile ipotizzare un futuro migliore per i nostri figli”.
Michele Capolupo.
La fotogallery della presentazione a Matera del libro di Achille Occhetto (foto www.sassilive.it)