Sabato 14 dicembre 2019 alle ore 17 nella sala ex biblioteca comunale di Atella è in programma il seminario sul tema “La Provincia di Potenza per la diffusione della cultura”, un seminario di sintesi della storia degli studi e di programmazione di attività future di ricerca archeologica e promozione culturale del territorio di Atella e nell’occasione sarà presentato il libro “Piccole pietre e vite impietrite sotto la cenere – Atella: 800 milioni prima della astoria” di Edoardo Borzatti von Lowenstern.
Il Bacino di Atella costituisce uno dei siti archeologici più interessanti e significativi per lo studio della preistoria e della geologia in Basilicata, collocandosi tra le più antiche testimonianze dell’Acheulano (Paleolitico inferiore)della penisola italiana.
Occupa un’area compresa tra le falde meridionali del Vulture e il territorio di Lagopesole
Già tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento, il geologo e paleontologo Giuseppe De Lorenzo aveva pubblicato i risultati delle sue ricerche sui depositi fluvio-lacustri e sulle frequentazioni degli antichi bacini pleistocenici dell’area di Atella.
Successivamente il Segre individuò, sul riscontro dei materiali, significative analogie culturali con il Paleolitico inferiore di altri siti della Basilicata.
Le prime ricognizioni sistematiche della zona negli anni Settanta si devono alla proficua collaborazione tra Francesco Ranaldi, Direttore del Museo Archeologico Provinciale di Potenza ed Edoardo Borzatti von Lowenstern, Direttore del Laboratorio di Ecologia del Quaternario dell’Università degli Studi di Firenze.
Le testimonianze antropico-naturalistiche di quest’area pongono in evidenza le associazioni tra le attività dei gruppi umani del Paleolitico inferiore e gli elementi di uno scenario naturalistico dominato dalle glaciazioni pleistoceniche e dagli interglaciali e caratterizzato da vari fenomeni (attività eruttiva del Vulture, costituzione dell’antico bacino lacustre, suo successivo svuotamento, massicce migrazioni di grossi mammiferi).
In questo contesto cronologico si colloca l’Homo Erectus, o uomo di Atella, una forma di ominide in grado di fabbricare strumenti litici molto semplici, ma, al tempo stesso, esperto conoscitore dei luoghi e delle risorse. Le sue interazioni con l’habitat sono legate, essenzialmente, alla sopravvivenza attraverso l’elaborazione di strategie sempre più efficaci per procacciarsi cibo. L’economia di sussistenza, pertanto, si basa sulle attività di caccia lungo le rive del paleolago, dove, secondo quanto attestano le evidenze archeologiche, i grossi mammiferi si recano in branchi per abbeverarsi.
Gli strumenti litici associati ai resti di animali cacciati con una certa frequenza sono le amigdale, a forma di mandorla, usate come armi da lancio, ma sono presenti anche grattatoi e altri attrezzi utilizzati per la macellazione, con una corrispondenza, abbastanza inconsueta in altri contesti, ma peculiare di questo giacimento, tra materia prima e manufatto.