E’ stato lo slargo di vico Giambattista Bruno al rione San Pardo a Matera ad ospitare nel pomeriggio la scrittrice Carmen Verde per la seconda tappa dell’ottava edizione di Amabili Confini, il progetto di rigenerazione sociale delle periferie incentrato sulle tre parole chiave: condivisione, inclusione, contaminazione. Genni Caiella ha presentato al pubblico Carmen Verde, autrice del romanzo Una minima infelicità, pubblicato nel 2022 per Neri Pozza.
La prima parte dell’incontro è stata dedicata alla sezione “Periferie sociali”, riservata ai testi scritti dai detenuti della Casa Circondariale di Matera. E’ intervenuta per l’occasione la docente Liliana D’Ercole. A seguire la conversazione tra Carmen Verde e gli autori dei due racconti scelti, provenienti dai quartieri Granulari, San Giacomo e San Pardo: Doriana Frascati ha presentato ill racconto “Una ragazza in cerca di futuro”, Fabio Volpe il racconto “Dodici maggio”.
L’incontro si è concluso con la presentazione del romanzo Una minima infelicità. Storia di una donna piccola di statura e della sua vita vissuta all’ombra della madre, bellissima e fredda ma venerata come una dea. Come abiti su misura, il romanzo racconta alcune infelicità individuali. Quella della protagonista, prigioniera del suo corpo minuto; l’infelicità incomprensibile di una madre inquieta e irregolare, nel suo inseguimento irrazionale dell’amore assoluto, e quella di un padre, anch’egli infelice nella sua debolezza e mancanza di volontà. Una famiglia unita dal sentimento dell’infelicità, come segno di riconoscimento identitario. Segnata dall’arrivo di una domestica che sconfinerà dal suo ruolo ma la cui presenza avvicinerà la protagonista ancor più alla madre, di cui si prenderà cura definitivamente. Hanno dialogato con l’autrice, la studentessa Sabrina Charis Dragone e il docente Lelio Camassa. Le letture affidate ad Andrea Fontanarosa.
Nella mattinata di venerdì 26 maggio, Carmen Verde incontrerà i detenuti della Casa Circondariale di Matera per soffermarsi con loro sul valore della scrittura come sinonimo di libertà.
Carmen Verde è nata a Santa Maria Capua Vetere e vive da tempo a Roma. Suoi racconti sono stati pubblicati in antologie, saggi, riviste e plaquette (Nottetempo, Biblohaus, Cadillac, Succedeoggi, Cultura e dintorni, Babbomorto editore). Con Alex Oriani ha scritto Tutta la vita dietro un dito (Salani editore, 2019), segnalato dal Premio Calvino 2018. Nel 2022 ha pubblicato per Neri Pozza il suo romanzo d’esordio, Una minima infelicità.
Una minima infelicità è un romanzo vertiginoso. Una nave in bottiglia che non si può smettere di ammirare. Annetta racconta la sua vita vissuta all’ombra della madre, Sofia Vivier. Bella, inquieta, elegante, Sofia si vergogna del corpo della figlia perché è scandalosamente minuto. Una petite che non cresce, che resta alta come una bambina. Chiusa nel sacrario della sua casa, Annetta fugge la rozzezza del mondo di fuori, rispetto al quale si sente inadeguata. A sua insaputa, però, il declino lavora in segreto. È l’arrivo di Clara Bigi, una domestica crudele, capace di imporle regole rigide e insensate, a introdurre il primo elemento di discontinuità nella vita familiare. Il padre, Antonio Baldini, ricco commerciante di tessuti, cede a quella donna il controllo della sua vita domestica. Clara Bigi diventa così il guardiano di Annetta, arrivando a sorvegliarne anche le letture. La morte improvvisa del padre è per Annetta l’approdo brusco all’età adulta. Dimentica di sé, decide di rivolgere le sue cure soltanto alla madre, fino ad accudirne la bellezza sfiorita. Allenata dal suo stesso corpo alla rinuncia, coltiva con ostinazione il suo istinto alla diminuzione. Ogni pagina di questo romanzo ci mostra cosa significhi davvero saper narrare utilizzando una lingua magnifica che ci ipnotizza, ci costringe ad arrivare all’ultima pagina, come un naufragio desiderato. Questo libro è il miracolo di una scrittrice che segna un nuovo confine nella narrativa di questi anni.
La fotogallery dell’incontro con Carmen Verde (foto www.SassiLive.it)