Angelo Mellone , giornalista e capostruttura di Rai 1 già impegnato nella città dei Sassi per l’organizzazione dei grandi eventi di Rai 1 per Matera 2019 , è ritornato nel pomeriggio nella città dei Sassi per presentare nella Palestra di Area 8 il libro “Fino alla fine. Romanzo di una catastrofe” per la rassegna Metropolis Extra 2019. L’evento si è concluso con la proiezione del film “Due giorni, una notte” di Jean Pierre e Luc Dardenne.
L’incontro, che fa riferimento al Festival Metropolis. Cinema e lavoro, è stato introdotto da Alessandro Ventura e Beppe Recchia mentre Stella Laforgia ha dialogato con l’autore.
Angelo Mellone racconta i contenuti del suo romanzo: “E’ un romanzo che si svolge nel 2022 tra Roma e Taranto, un romanzo che ha come tema l’amicizia e le prove di amicizia sullo sfondo di una città come Taranto, dove c’è una guerra in atto tra una parte della popolazione e una grande industria. Lo scenario è quello di una campagna elettorale molto complessa. C’è un governo tecnico, una coalizione di destra, un blocco nazionale che è dato per vincente. Uno dei quattro protagonisti che riprendo dal mio romanzo precedente “Nessuna croce manca” è vice ministro del Lavoro e si ritrova ad un tavolo, lui che è un tarantino e orfano di un capoturno dell’Italsider, per discutere la gestione di crisi dello stabilimento con un il suo vecchio capo attivista, Francesco detto Chiodo. Chiodo è tornato a Taranto, lui estremistra di destra, per siglare un’alleanza con il suo vecchio nemico di estrema sinistra per creare un movimento che ha come obiettivo di combattere fino alla fine per la chiusura dello stabilimento. C’è la prova dell’amicizia perchè i due grandi amici si ritrovano ad essere grandi nemici e uno dei due soccombe, non ce la farà a reggere l’urto di questa prova di amicizia dopo 40 anni.
Un romanzo pubblicato proprio nel periodo in cui si parla di chiusura di stabilimento per l’impianto siderurgico di Taranto. “Chiusura di stabilimento che per quanto mi riguarda è un incubo. La storia di Taranto è una storia di sette anni di attenzione da parte di media per una inchiesta per uno stabilmento in cui va completato il processo di ambientalizzazione. Oggi esistono le tecnologie per rendere quello stabilimento perfettamente compatibile con il rispetto delle norme di legge, già in parte lo si sta facendo adesso. La questione, che affronto nel libro e per questo motivo sposto di tre anni la narrazione, è che quando un problema così cruciale, drammatico, decisivo e complesso viene banalizzato nella logica dei social, della polarizzazione, del “con me o contro di me”, del “mi piace o non mi piace”, del “entro domani devi fare” la questione salta per aria. Taranto ha una minoranza molto attiva sui social che ha creato un’immagine di una città inquinata, per fortuna la maggior parte di questa immagine è falsa. Io, per quello che posso fare nel mio mestiere di pubblico e privato, provo a raccontare un’altra Taranto che mi auguro sia totalmente diversa da quella che immagino nel romanzo, una Taranto messa a ferro e fuoco da questo conflitto intorno alla fabbrica”.
A seguire il film “Due giorni, una notte” dei fratelli Jean-Pierre e Luc Dardenne. I registi arrivati dal Belgio denunciano, che razza di carneficina sia diventato il mondo del lavoro votato, ancor più in tempo di crisi, al neoliberismo senza argini, all’ ossessione della performance alla concorrenza violenta fra persone egualmente ricattate, egualmente infine deboli. (…). Un film sulla «solidarietà, che è sempre una decisione, un atto morale, ed è ancora possibile». Sulla fine della politica che media fra gli interessi individuali in nome di quelli collettivi. È sparita dalla scena: la storia di Sandra non ha colore. E’ una faccenda di anime. II lavoro ai tempi del colera.” (Concita De Gregorio, ‘La Repubblica’, 21 maggio 2014).
Michele Capolupo
La fotogallery dell’incontro per Metropolis Extra (foto www.SassiLive.it)