Riportiamo di seguito la presentazione di Arjana Bechere, professoressa della Unibas di Matera, al libro “Anna la luce oltre il buio. Diario di una cieca” a cura dello scrittore materano non vedente Vito Coviello. La copertina è stata realizzata da Annamaria Antonelli, scrittrice ed artista della fotografia materana.
Di seguito il testo di Arjana Bechere
“Anna, la luce oltre il buio”
Ancora una volta, lo scrittore materano di nascita aviglianese mette in opera con tanta dedizione le pagine di un diario, di pura fantasia. Eppure, non è difficile credere che le esperienze vissute dalla protagonista rimandano a vissuti di ciascuno di noi. Il testo si presenta con una raccolta enumerata. Colpisce la tecnica stilistica dello scrittore non vedente, Vito Coviello, è ineguagliabile la forza ed energia che emergono dalle parole del personaggio centrale; la signora Anna Deusebio. Partendo dal dolore e dal dissidio interiore dei rapporti tra madre e figlia. Anna e la madre, sono due figure in antitesi, Anna è dolce, è ingenua, è curiosa, la madre è una donna fredda d’animo, è l’antitesi della protagonista. Questo antagonismo è presente nel racconto numero Cinque dove lo scrittore riporta: ”Anna, nata ad Orvieto, figlia di una madre poco affettiva e piuttosto stanca di una vita difficile e sofferta”. Merita un’attenta osservazione l’immagine del padre, che Anna guarda con occhi grandi come il mare, una similitudine che ci riporta all’infinitudine del mondo. Vito Coviello, mette a disposizione pagine che ti toccano l’animo. Ma ti riporta anche ad una componente esilarante, strappandoti un sorriso profondo e meditativo, come nel racconto numero Quattro, dove, Anna è intenta a rubare delle ciliegie presenti nella parrocchia di Don Pino. Questi sono per dirla con le parole dello scrittore Vito Coviello “i peccatucci” di Anna. Continuano le diverse numerazioni, racconto dopo racconto, vivendo pagine dopo pagina, i diversi momenti del vissuto della protagonista, come quello insieme alla sua amica Giulia. Infine, il passaggio dall’infanzia all’adolescenza, all’età adulta con il matrimonio con Gianni. Anna non lascia spazio all’apotropaico essere anzi è lei stessa che plasma il proprio destino. Non lo subisce ma lo vive. Emerge la potenza delle sue parole che lo scrittore Coviello le affida. Con questo racconto, ancora una volta, lo scrittore Vito Coviello afferma la propria sensibilità verso il mondo, verso le minuziose realtà che accompagnano le pareti più intime del cuore. E’ Vito Coviello, dopo i meravigliosi versi poetici a regalarci racconti che ci guidano nel buio dei vedenti. Tutti dovremmo riflettere sulle nostre “normalità” eppure lo scrittore Coviello più di una volta come se non bastasse dimostra la sua grandezza e intelligenza, sensibilità verso i sogni e verso il futuro. Grazie Vito Coviello per averci donato questa apoteosi dedicata ai sentimenti più nascosti e inconsci, alle malinconie e solitudini, speranze e sogni. La narrativa contemporanea può accogliere e promuovere lo scrittore Vito Coviello a pieni voti.