Giovedì 22 dicembre 2022, alle ore 18.30, nel Jazz Club in via Torraca 65 a Potenza è in programma la presentazione de “L’odore del bianco – a tu per tu con l’endometriosi”, viaggio/romanzo tra le storie di donne che hanno combattuto l’endometriosi a cura di Antonella Lettieri. Di seguito i particolari.
Una storia dedicata a chi, in un modo o nell’altro, ha sofferto la convivenza con “una strana compagna che si chiama endometriosi”, partendo dal “bianco”, ovvero da una tela che può essere nuovamente colorata, e “dall’odore delle sale d’aspetto e degli ambulatori” degli ospedali che in questo percorso si affrontano e si vivono.
Sono alcuni degli ingredienti di “L’odore del bianco – a tu per tu con l’endometriosi” (Edizioni Hermaion) – con la copertina disegnata da Giulio Giordano – scritto dalla psicologa e psicoterapeuta Antonella Lettieri e curato dalla giornalista Carla Zita, che sarà presentato a Potenza, giovedì 22 dicembre 2022, alle ore 18.30, nel Jazz Club in via Torraca 65. L’incontro sarà moderato da Salvatore Toti Licata (già professore a contratto e cultore della materia presso l’Università Milano-Bicocca, che ha anche curato la prefazione) con la partecipazione, al pianoforte, del maestro Toni De Giorgi. In Italia sono affette da endometriosi il 10-15% delle donne in età riproduttiva. La patologia interessa circa il 30-50% delle donne infertili o che hanno difficoltà a concepire. Le donne con diagnosi conclamata sono almeno 3 milioni. Il picco si verifica tra i 25 e i 35 anni, ma la patologia può comparire anche in fasce d’età più basse. La diagnosi arriva spesso dopo un percorso lungo e dispendioso, il più delle volte vissuto con gravi ripercussioni psicologiche. Negli ultimi anni sono state scritte altre storie di donne che hanno dovuto affrontare l’endometriosi, eppure il tema presenta sempre spunti diversi e risvolti psicologici in continua evoluzione. In questo libro, quindi, l’autrice ha deciso di raccontare la storia di Sibilla Zanche, un personaggio che racchiude in sé le esperienze dell’autrice, come donna e come professionista, che ha seguito e aiutato donne “al bivio”. Sibilla è una psicologa, ma è anche la sintesi delle storie ascoltate e vissute dalle molte donne affette, come lei, da endometriosi. La sua non è la testimonianza di una singola storia, ma di tante che insieme hanno dato vita al romanzo. Dall’inizio alla fine, lo stretto legame tra salute fisica e psicofisica accompagna la lettura che si sviluppa affrontando i labirinti della mente e dell’anima fino ad arrivare, dopo molti vicoli ciechi, all’uscita dal doloroso ma fondamentale percorso. “Mi chiamo Sibilla Zanche, faccio la psicologa e sono la mamma di Emma. Come tante altre donne, ho sofferto di endometriosi per molti anni. Anni durante i quali ho conosciuto numerose guerriere che hanno saputo affrontare la malattia dando prova di coraggio e forza. La mia storia inizia con un desiderio diventato realtà”. Inizia così un cammino dell’anima, oltre che del corpo, ma soprattutto la composizione di un messaggio, di una testimonianza di positività, che si chiude con un appello alle donne: “Non sentitevi come macchine rotte! Quello che siete non lo può condizionare una malattia! Cercate piuttosto di capire cosa vi limita nel vostro animo. Non dobbiamo essere perfette per essere donne desiderabili o amabili. Non dobbiamo avere paura della solitudine né di non avere figli. Piuttosto dobbiamo amarci di più e ascoltarci di più e, se necessario, chiedere aiuto, senza vergogna”.