Presentato nel pomeriggio nell’aula conferenze dell’Università degli Studi della Basilicata di Matera il libro “Materiali Made in Italy. Avanguardia Italiana nell’Industria delle Costruzioni del primo ‘900” di Antonello Pagliuca, Professore di Architettura tecnica dell’Università degli Studi della Basilicata.
All’incontro hanno partecipato Giambattista De Tommasi, già professore Ordinario di Architettura Tecnica del Politecnico di Bari, Antonella Guida, Coordinatore del Corso di Studi in Architettura dell’Università degli Studi della Basilicata, Mauro Saito, Presidente Do.Co.Mo.Mo Italia – Sezione Basilicata e Puglia ETS e Giuseppe Acito, Amministratore Unico di Cogem s.r.l.
Di seguito la prefazione del volume a cura dell’autore Antonello Pagliuca
Il volume, parte di uno studio più ampio che interessa l’analisi delle architetture del Movimento Moderno, è incentrato sullo studio dei materiali per l’edilizia di matrice propriamente nazionale, prodotti in Italia nella prima metà del Novecento.
Per una lettura “critica” del testo, è opportuno soffermarsi su alcune precisazioni propedeutiche che riguardano in primis la scelta del lasso temporale di riferimento. Pur non avendo individuato una forbice “netta” nella definizione diacronica, lo studio parte dalle conseguenze che il processo di industrializzazione ha avuto anche nel settore delle costruzioni e giunge alla sua massima espressione – tra gli anni Trenta e Quaranta del Novecento – come risposta alle politiche protezionistiche governative con la produzione di materiali nazionali realizzati con manodopera italiana. Evidenti sono anche le implicazioni conseguenti alle scelte imperialistiche, con l’approvvigionamento di materiali provenienti dalle colonie, ormai considerate una “estensione” del territorio nazionale.
Si tratta di un proficuo periodo di sperimentazione che però trova un inevitabile momento di arresto con il Secondo Conflitto Mondiale; infatti, solo dalla prima metà degli anni Cinquanta riprenderanno – e in taluni casi saranno portate avanti – alcune innovazioni che però sono già proiettate in una nuova fase dello sviluppo del Paese e che catalizzeranno, a partire dal Secondo Dopoguerra, il processo di nascita del “Made in Italy”.
Una seconda riflessione, funzionale alla fruizione critica del volume, riguarda i materiali trattati. Infatti, nel panorama mondiale, sono molteplici i materiali che si affacciano nel settore delle costruzioni, proponendosi, e talvolta imponendosi, in modo significativo nel processo edile.
Il testo si occupa in maniera specifica di tutti i materiali che sono prodotti in Italia e realizzati con materia prima italiana (o “naturalizzata” in Italia, in quanto proveniente dalle colonie); alcuni di essi sono una versione nazionale di prodotti già esistenti in commercio (come l’Italeum, versione propriamente italiana del ben più noto Linoleum); altri, invece, costituiscono delle vere e proprie nuove sperimentazioni (come ad esempio il Lanital, mutuato addirittura dal settore tessile).
Una terza ed ultima riflessione, propedeutica alla lettura del volume, riguarda l’impostazione del testo, costituito da due sezioni. La prima, in cui viene tratteggiato il contesto culturale ed economico nel quale nascono e si sviluppano le suddette sperimentazioni, e la seconda, che invece raccoglie le schede dei 631 materiali (443 materiali e 188 varianti) classificati a seconda della loro matrice (lapidei artificiali, legnosi, metallici, ceramici, sintetici, compositi, vegetale o animale e quelli con una matrice che non è possibile classificare a causa della scarsità di informazioni).
La trattazione, sebbene perfettibile per quanto concerne la raccolta di materiali, risente d’altro canto della scarsità di informazioni disponibili. Un lavoro di “ricucitura” storica è stato effettuato attraverso l’analisi delle fonti più disparate, spesso anche “non convenzionali” (come le brochure pubblicitarie, le inserzioni pubblicitarie nelle riviste del settore) e con il supporto di schede tecniche specifiche e riferimenti testuali o bibliografici. Il testo, quindi, si propone come una sorta di glossario dei materiali, per ciascuno dei quali (sempre in funzione delle informazioni disponibili) è possibile individuare tipologia, caratteristiche, sistemi costruttivi nei quali veniva utilizzato il materiale e, spesso, alcuni riferimenti di applicazione in architetture realizzate.