Lunedì 25 aprile 2022 alle ore 19 presso la Sala Giovani Paolo II della chiesa di San Rocco a Montalbano Jonico sarà presentato il libro di poesie “Parlàme mundalbanèse, taliane e ppure nglese!” del professor Antonio Romano.
Relatori, ossia “anna parlà”, Ines Nesi, Assessore, Antonio Rondinelli, critico letterario, Patrizia del Puente dell’Unibas, Piero Marrese, sindaco di Montalbano jonico.
Durante la serata Maurizio Petrocelli e Tersa Grieco leggeranno alcune poesie tratte dal libro. L’evento sarà allietato da intermezzi musicali a cura di Domenico Castello e Pino Asprella, del Maestro Mario Dimitolo, Teresa Allemma e Maurizio Lopatriello.
Un vero e proprio elogio al dialetto, a quello che esso rappresenta e potrebbe rappresentare per le future generazioni.”La ragione del presente divertimento letterario – si legge nella presentazione è proprio nel voler dare un contributo alla conservazione, al mantenimento in vita e alla divulgazione del dialetto montalbanese.
Un lavoro che si va ad inglobarsi e che ne rappresenta la continuità, con le lezioni di dialetto montalbanese, che il professor Romano con la professoressa Del Puente, stanno portando avanti proprio a Montalbano jonico.
Nel libro di Romano si potranno trovare tracce di storia, di soprannomi e poesie che l’autore propone in dialetto ma che vengono poi tradotte in italiano e in inglese. Tre livelli linguistici, dunque, che rappresentano, il passato, il presente ed il futuro. Se l’italiano rappresenta l’appartenenza ad una nazione, se l’inglese rappresenta la globalizzazione, il dialetto rappresenta la tipicità, rappresenta l’individualità che deve essere valorizzata e riproposta, perché come scrive Cesare Marchi, “rinunciare al dialetto significa ripudiare secoli di storia, di tradizioni orali,, di sapienza gnomica trasmessa dagli antenati. Significa perdere un inestimabile patrimonio di metafore, similitudini, modi di dire frutto della fantasia popolare che quando crea le sue immagini sfolgoranti le crea in dialetto”.
Il lavoro di Antonio Romano si propone proprio questo, non far dimenticare il dialetto, non permettere che ad esso si rinunci.