Con uno spazio dedicato al tema “Dalla Basilicata a Londra: tradurre Scotellaro, intellettuale della modernità”, il Centro di documentazione “Rocco Scotellaro” ha partecipato al XXX Salone Internazionale del libro di Torino 2019 all’interno del Programma realizzato dalla Fondazione Matera-Basilicata 2019 e dal Consiglio Regionale della Basilicata.
L’incontro, avvenuto nella giornata di apertura del Salone, è stato condotto da Carmela Biscaglia, direttore del Centro, e da Caroline Maldonado, poetessa e traduttrice inglese, esponente del «Modern Poetry in Translation», il più importante periodico britannico di poesia tradotta, pubblicato dal Queen’s College – Università di Oxford, il cui sito lo scorso anno è stato visitato da 152.000 persone (37.000 solo dall’India!).
In linea col filo conduttore del Salone del libro, “Oltre il confine”, è stata illustrata la figura di Scotellaro di per sé poeta “oltre il confine” per le sue aperture intellettuali ai nuovi orizzonti culturali e politici dell’Italia del dopoguerra e per l’attenzione verso la letteratura straniera. Ci si è poi soffermati sull’odierno rinnovato interesse degli stranieri verso il poeta lucano, manifestato condue pubblicazioni di sue poesie in traduzione inglese: il volumetto Rocco Scotellaro. Poems, pubblicato nel 2009 da Allen Prowle, che per primo ha scoperto e tradotto Scotellaro nel Regno Unito, e Rocco Scotellaro. Your Call Keeps Us Awake, curato nel 2012 dallo stesso Prowle e da Caroline Maldonado per le edizioni Smokestack Books. Si tratta di libri già presentati a Londra in sedi autorevoli come la “London Review of Books”, la prestigiosa libreria del Bloomsbury il cuore letterario di Londra, l’“Italian Bookshop” e la “Waterstones di Piccadilly”, la più grande libreria d’Europa, che hanno accresciuto il risalto internazionale della poesia di Scotellaro.
Ma perché le traduzioni in inglese promuovono di per sè l’“oltre confine”? La risposta ‒ ha commentato Carmela Biscaglia ‒ ci è data da un poeta inglese tra i maggiori del nostro tempo e lungamente direttore di «MPT», David Constantine: «se scrivere non è di per sé un’attività individualistica e soggettivistica, la traduzione presuppone, a sua volta, una vera valenza “politica”, perché veicola la parola liberamente attraverso i confini dello spazio e del tempo e promuove uno scambio libero di idee per il bene dell’umanità. Lo spirito essenziale della traduzione è anche “utopistico”: addita come il mondo dovrebbe e potrebbe essere, come bisogna che gli uomini condividano le buone cose della terra, incrementando la comprensione reciproca. La traduzione diventa, dunque, un atto di reciproco aiuto, un atto di resistenza e di opposizione ai fondamentalismi. E in questa prospettiva, la poesia di Scotellaro, radicata alla sua terra e legata al particolare, diventa nello stesso tempo vera per lui e figurativa di una verità che si estende oltre quel tempo e quel luogo. Leggere è, infatti, una continua traduzione della poesia nella nostra vita».
«Scotellaro è un poeta molto moderno e molto europeo, ‒ scrive Prowle ‒ la cui umanità e fiducia nell’uomo sono per noi un’ispirazione e un conforto. L’approccio al suo pensiero, basato sulla conoscenza e la profonda comprensione della storia della sua terra, mi ha permesso di capire che le sue sono poesie di riconciliazione, ispirate agli antichi valori del sud Italia. Esse aprono ai lettori inglesi una prospettiva storica, che estende a noi dell’Europa del Nord la comprensione di un’esperienza europea più ampia, che conosciamo poco».
«L’amore al “particolare”, tanto caro a Scotellaro,diventa una metafora universale ‒ ha spiegato la Maldonado ‒ Egli è un poeta a noi vicino, perchè ci ricorda alcuni dei nostri poeti più importanti del ‘700-‘800, come William Blake, anche lui un politico che lottò contro le ingiustizie sociali, eJohn Clare, che in Inghilterra è spesso chiamato come Scotellaro ‘the peasant poet’, il poeta contadino. Oggi viviamo in un’epoca globale e ci confrontiamo con nuove sfide. Una conseguenza del capitalismo globale è l’immigrazione dai paesi extra-comunitari. Scotellaro aveva capito e vissuto la condizione dell’“oltre confine” nei suoi aspetti fisici, intellettuali, emozionali. I suoi versi ci parlano dell’impatto che l’emigrazione e la cittàebbe su di lui (il padrefu emigrato negli Stati Uniti,egli compì continui viaggi dal Sud verso il Nord d’Italia)».
L’incontro si è completato con un reading di poesie di Scotellaro curato da Rocco Ditella (Associazione culturale “I terrazzi di Ada” di Roma),e dalla stessa Maldonado per la versione in inglese, con l’accompagnamento musicale di Rocco Di Bisceglie.
Mag 23