Presentato a Matera nella sala conferenze dell’hotel San Domenico il libro Ciocchégiusto, che inaugura “A ruba”, la nuova collana di instant book che intende raccontare fatti di pubblico interesse. Come quello che hanno coinvolto proprio due giornalisti materani, Nino Grilli e Nicola Piccenna, entrambi bloccati per 6 anni a seguito di un’inchiesta giustiziaria che ha fermato l’attività giornalistica del settimanale “Il resto, quello che gli altri non dicono” per poi essere assolti dall’accusa di associazione a delinquere. All’incontro erano stati invitati anche lo scrittore Pino Aprile e la giornalista Federica Sciarelli. Aprile ha fatto recapitare un messaggio letto da Piccenna, mentre la Sciarelli ha registrato un video messaggio diffuso in occasione dell’incontro.
La presentazione del volume “Ciocchégiusto” è stata l’occasione per ascoltare alcuni aneddoti giudiziari e non di Nicola Piccenna e Gianloreto Carbone e quelli dei relativi avvocati difensori sulle vicende, Leonardo Pinto e Alessandro Sisto, mentre le conclusioni sono affidate a Enzo Iacopino. Ma chi è Ciocchégiusto? Ciocchéggiusto è un avvocato parto di fantasia ma non è un personaggio inventato. È la summa di tanti avvocati che Nicola Piccinna, in questo libro Mattia Solvèri, ha avuto modo di conoscere negli ultimi anni, un periodo in cui le circostanze imprevedibili della vita e, soprattutto, l’attività di giornalismo d’inchiesta lo hanno portato a frequentare assiduamente le aule giudiziarie. Piccenna precisa: “Stranamente, però, tutti quelli che leggono questi brevi racconti, mi guardano con complicità e, a mezza voce, sibilano: “l’ho riconosciuto, è…”. Non c’è verso di far loro cambiare idea, lo riconoscono tutti e tutti gli attribuiscono nome e cognome, data e luogo di nascita, ascendenti e discendenti. La cosa sarebbe stata imbarazzante per me che sono stanco di ricevere querele (da giornalista ne ho ricevuto molte decine e tutte quelle il cui iter giudiziario è concluso definitivamente, con assoluzione o proscioglimento) ma, a ben vedere, si rileva un falso problema.
Interrogati approfonditamente, sino ad estorcere loro il nome dell’avvocato “riconosciuto” nei racconti, i lettori confessano nomi assolutamente vari o, dicendola meglio, per ogni città, per ogni consiglio dell’Ordine Forense di appartenenza, viene fuori un nome diverso. In pratica, posso affermare senza tema di smentita, che in ogni città c’è un avvocato Ciocchéggiusto e qualcuno riesce ad affermarsi anche in ambito comprensoriale e persino regionale. Cambiano le fisionomie, l’aspetto, l’età ma resta identica la perfidia, la malvagia determinazione di nuocere al prossimo, la capacità di millantare e spettagolare: tutto il peggio di un uomo che, attraverso percorsi e destini insondabili, si concentra nall’avvocato Ciocchéggiusto di turno e ne fa il centro dei guai di un territorio, di un palazzo di Giustizia, di un’epoca”.
Nicola Piccenna riporta anche una guida alla lettura di “Ciocchéggiusto”.
Il libro riprende il racconto a puntate pubblicato a partire dal settembre 2011 sul settimanale: “L’indipendente Lucano” e dedicato alle gesta giudiziarie e, soprattutto, extragiudiziarie di un avvocato immaginario in cui non è difficile scorgere una figura reale, anzi tante figure realmente esistite. Diversamente dallo spirito della collana “A ruba”, in questo volumetto non sono riportati nomi e dati di politici, magistrati, avvocati e “quisque de populo” e, nemmeno, risultanze di indagini giornalistiche puntigliose e fastidiose. Non si tratta di un cambio di rotta e, paradossalmente, nemmeno di un cambio di genere letterario. L’autore ha ritenuto opportuno fornire elementi ulteriori e più approfonditi di lettura delle inchieste già pubblicate nel corso di 12 anni di attività giornalistica e, soprattutto, elementi per comprendere come sia potuto accadere che un giornalista d’inchiesta sia stato costretto a seguire (da indagato o parte offesa) più di 480 procedimenti giudiziari ed 80 procedimenti disciplinari a carico di magistrati in soli dieci anni.
Dei tanti avvocati “Ciocchéggiusto” che si riconosceranno in questi racconti o che verranno riconosciuti dai lettori, ve n’è qualcuno che ha avuto un ruolo determinante nel perseguire la libertà d’informazione e coloro che, senza chieder permessi e senza tributar sottomissione servile, hanno avuto l’ardire di scrivere delle sue gesta vere, con linguaggio continente e per fatti di pubblico interesse.
Questi racconti vogliono essere una testimonianza dei meccanismi mentali e pettegoli tipici delle città di provincia e delle personalità malate d’infantilismo che le popolano ma, ancor più, un monito per quel codazzo di professionisti, magistrati e codardi di ogni estrazione che all’avvocato Ciocchéggiusto tengono bordone alzando la voce quando si sentono protetti dal branco e abbassando lo sguardo quando t’incontrano da soli.
Immagino cosa pensano quando le trame sono finite e la giustizia trionfa, loro che hanno rinunciato per principio e difenderla preferendo offenderla per poterne abusare e gli altri, i peggiori, quelli che sono stati a guardare, quelli che, come Don Abbondio, danno la colpa a Lucia:
“È un gran dire che tanto i santi come i birboni gli abbiano a aver l’argento vivo addosso, e non si contentino d’esser sempre in moto loro, ma voglian tirare in ballo, se potessero, tutto il genere umano; e che i piú faccendoni mi devan proprio venire a cercar me, che non cerco nessuno, e tirarmi per i capelli ne’ loro affari: io che non chiedo altro che d’esser lasciato vivere! …Ci vuol tanto a fare il galantuomo tutta la vita, com’ho fatt’io? …Un pochino di flemma, un pochino di prudenza, un pochino di carità, mi pare che possa stare anche con la santità … E poi, se è cosí convertito, se è diventato un santo padre, che bisogno c’era di me? Oh che caos! Basta; voglia il cielo che la sia cosí: sarà stato un incomodo grosso, ma pazienza! Sarò contento anche per quella povera Lucia: anche lei deve averla scampata grossa; sa il cielo cos’ha patito: la compatisco; ma è nata per la mia rovina …” (A. Manzoni – Cap. 23 – Promessi Sposi)
La fotogallery della presentazione del libro Ciocchègiusto (foto www.SassiLive.it)