L’attore e regista materano Antonio Montemurro ha presentato nella sede di Talìa Teatro in via Lombardi, nel Sasso Barisano di Matera, il libro “Dov’è la verità?”. All’incontro, coordinato da Patrizia Minardi dell’Ufficio Cultura e Turismo della Regione Basilicata, hanno partecipato l’autore in compagnia di Nunzio Dilena, Presidente della Società Filosofica Italiana Seziona lucana, Giovanni Spedicati, Editore de “La Mongolfiera”. L’autore svela perchè ha deciso di pubblicare questo volume: “In questo libro si parla della verità dei personaggi che interpreto sulla scena, che sia Pitagora, Chjtaridd, Carlo Levi, ognuno cerca a suo modo, secondo la sua educazione, la sua cultura la propria verità. Nessuno in realtà la trova perchè non è facile trovarla. E’ più facile smascherare la bugia che trovare la verità. Quello che è importante è stimolare il cammino, lo sforzo che uno compie per raggiungere questa verità e migliorare la propria posizione sulla terra. Trovare le grandi verità forse non è alla portata dell’uomo secondo me e quindi secondo i miei personaggi di cui narro. Sia il lettore che chi viene a vedere i miei spettacoli ha una gamma di personaggi di fronte a se in modo da poter riflettere insieme ai personaggi quel discorso catartico di Aristotele. Aristotele, infatti, nella Poetica, definisce la poesia imitazione del reale. Dobbiamo intendere il termine poesia usato da Aristotele più generalmente come espressione o genere letterario. La tragedia, sempre per Aristotele, ci mostra i casi più importanti della realtà, con personaggi che riproducono i fatti mediante l’azione scenica, provocando nello spettatore attento la catarsi, ovvero la purificazione dalle passioni. I fatti narrati devono presentarsi come verosimili, non come veri, perché il vero è compito della Storia. Pertanto la letteratura si occupa del verosimile, la Storia del vero. Il verosimile attinge all’universale che è l’oggetto della poesia, vicina alla filosofia che è la scienza dell’universale. Eduardo De Filippo chiosava questi concetti affermando che la verità è noiosa, che per emozionare lo spettatore occorreva una favola ben scritta da un autore e ben rappresentata dagli attori in un teatro. Passo quindi ad esporvi in breve il contenuto di questi tre copioni teatrali. I miei personaggi, Carlo Levi, Luisa Levi, il contadino di Aliano, la Santarcangiolese, Pitagora, Ippaso da Metaponto, Teano, Damo, Aristoclea, Chjtarìdd, sua madre, la nonna, le popolane materane, ciascuno a proprio modo, ricercano la verità. Tutti lo fanno sotto la spada di Damocle del dubbio di Pilato, quando, nel Vangelo di Matteo chiede a Gesù: “Cos’è la verità?”. Evidentemente si tratta di una ricerca difficile, che ciascun personaggio conduce nel modo in cui la sua natura, il tempo in cui vive, la morale di quel tempo, l’educazione ricevuta e le vicissitudini della vita gli suggeriscono e gli permettono di adoperare. Naturalmente non c’è nessuna risposta alla domanda del titolo. Si vuole soltanto fermare l’attenzione dello spettatore o del lettore su questa importante ricerca dell’uomo, un essere forse poco attrezzato per risolvere questo secolare problema”.
Michele Capolupo
La fotogallery della presentazione del libro “Dov’è la verità” di Antonio Montemurro (foto www.SassiLive.it)