È in edicola “Con i Sassi nel Cuore”, graphicnovel che chiude, si spera provvisoriamente, l’esperienza dell’etichetta Midi – Fumetti per il Sud, nata dagli sforzi congiunti de La Gazzetta del Mezzogiorno e la casa editrice milanese Hazard. Per dodici mesi, la collana ha proposto prima in edicola (come allegati alla Gazzetta) e successivamente in libreria altrettanti racconti a fumetti il cui trait d’union fosse il radicamento nel territorio di Puglia o Basilicata: si è trattato di biografie, ricostruzioni di eventi storici, narrazioni leggendarie, storie di drammatica attualità come anche piacevoli derive nel fantastico o nel fantascientifico. Nel caso di “Con i Sassi nel Cuore”, la Storia della città di Matera e di quelli che oggi sono i suoi monumenti più peculiari, appunto i rioni Sassi, confligge con la vicenda minuta, inventata seppure plausibile dell’anziano Eustachio e della sua famiglia.
Alle porte del 2019, è quasi difficile concepire i Sassi, il tanto celebrato patrimonio dell’Unesco, nei terminidi “infamia nazionale”, così come li si nominava a fine anni Quaranta sulla scorta delle accuse mosse platealmente da Palmiro Togliatti: grotte umide e buie che fungevano da casa a famiglie intere di poveri contadini e ai loro animali. Il primo passo verso il “risanamento” di queste aree, sancito dall’approvazione della legge 619 del 1952 ma realizzato con pigrizia nel corso di decenni, fu l’emigrazione più o meno coatta degli abitanti dei Sassi in case popolari costruite appositamente. Per i più giovani, abbracciare la modernità e i suoi agi, fu tutt’altro che problematico; i più anziani, come il capofamiglia Eustachio, hanno invece vissuto in maniera tragica la fine dei modi di vita secolari in cui consisteva quella che oggi siamo soliti chiamare “civiltà contadina”.
“Con i Sassi nel Cuore” abbraccia quindici anni cruciali della storia del capoluogo lucano e da essi trae spunto per indagare problemi di portata più universale, come l’attaccamento alle proprie radici e l’attrazione/repulsione per il cambiamento in relazione all’avanzare dell’età, che ciclicamente rinnova i contrasti generazionali e rende inevitabilmente simili a coloro che si era sempre contestati in quanto vecchi, testardi e tradizionalisti. Trovare una ciclicità nella progressione vorrebbe significare una risposta al problema presentato dalla metafora del Cristo di Carlo Levi, snodo centrale nella storia della narrazione della civiltà contadina lucana e della stessa Storia del suo crepuscolo. “Cristo si è fermato a Eboli” è l’inevitabile punto di partenza di “Con i Sassi nel Cuore”, che significativamente si conclude nel 1964 con la discesa a Matera di un altro Cristo, quello pasoliniano de “Il Vangelo secondo Matteo”.
Simbolicamente denso ma anche filologicamente accurato, “Con i Sassi nel Cuore” è luogo di sperimentazione grafica e narrativa, come il resto della collana. Antonio Mirizzi e Salvatore Centoducati, rispettivamente sceneggiatore e disegnatore di “Con i Sassi nel Cuore”, condividono infatti con gli altri autori Midi la giovane età e una carriera in nuce (oltre che i natali nel Mezzogiorno d’Italia). Hazard e la Gazzetta del Mezzogiorno hanno il merito di aver scommesso sui giovani e sul territorio: sta ora al lettore giudicare se il gioco è valso la candela.