‘Viaggi e Ritorni’ un appuntamento che, traendo linfa dalla tradizione delle fiabe, ha tessuto un filo narrante che arriva fino ai giorni nostri, consentendoci di incontrare personaggi fantastici come ‘Colapesce’, la ‘Sposa Sirena’ e il ‘Signor Conchiglia’. Figure che raccontano di viaggi e di cadute in fondo al mare e che, affidandosi alla dimensione fantastica della fiaba, ci mostrano che oltre la vita si apre un’altra vita. Figure mangiate dal mare che anziché morire si trasformano, regalando emozioni sorprendenti.
È il senso dell’evento promosso dal Consiglio regionale della Basilicata all’interno del programma di manifestazioni organizzate per la XXXVI edizione del Salone Internazionale del Libro di Torino, quest’anno dedicato alla ‘Vita immaginaria’, tenutosi oggi, 11 maggio, presso lo stand istituzionale, allestito al Padiglione 3, presso il Lingotto Fiere.
A condurci per mano in questa narrazione fantastica, lo scrittore lucano Gianluca Caporaso, che con il ‘Signor Conchiglia’ ha vinto il ‘Premio Elsa Morante Ragazzi, 2024 – sezione prosa e poesia’.
L’evento narrante ha preso il via con gli interventi del Direttore generale del Consiglio regionale della Basilicata, Domenico Tripaldi e del coordinatore della Struttura di coordinamento Informazione, Comunicazione ed Eventi del Consiglio regionale, Pierluigi Maulella Barrese che ha ricordato “l’importanza del premio nato per diffondere la lettura tra i più giovani e valorizzare il valore educativo della lettura”. Nell’occasione il Direttore Tripaldi ha consegnato allo scrittore lucano, a nome del Consiglio regionale della Basilicata, la medaglia celebrativa dei 50 anni della Regione Basilicata come segno di riconoscimento “per le storie narrate da Caporaso, frutto di impegno e determinazione”. “Questo riconoscimento – ha sottolineato il Direttore Tripaldi – rappresenta una conferma della passione che Gianluca Caporaso mette nelle storie che racconta, storie rivolte in particolar modo al mondo dei ragazzi. Ciò dimostra che gli interessi, se perseguiti in maniera costruttiva, nel possono produrre frutti e dare tante soddisfazioni”.
Caporaso, che ama definirsi prima di tutto un lettore, le storie, come ha sottolineato rivolgendosi al pubblico, le scrive e le racconta con un intento ben preciso, “quello di insegnare a stare insieme, guarire dalla paura del silenzio o dall’illusione di essere invulnerabili e perfetti”.
Innamorato del potere magico delle parole, convinto che ogni lemma porti con sé una valenza emotiva e una proprietà intrinseca di capacità relazionale, lo scrittore lucano ha tratteggiato la figura del ‘Signor Conchiglia’, un bambino che sogna di arrivare dall’altro lato del mare. “Un libro la cui narrazione è dedicata alla memoria di Alan Kurdi – ha spiegato Caporaso – il bimbo siriano di tre anni, morto nel 2015, naufragato sulle spiagge turche di Bodrum durante uno dei tanti, infiniti viaggi della speranza e diventato un simbolo delle tragedie dei migranti”. Una fiaba che, nel solco degli intenti dello scrittore lucano, “prova ad accendere fuochi di parole per radunare persone, trovare ragioni per camminare insieme, tessere trame di comunità”.
Con ritmo coinvolgente, Caporaso ha incantato i tanti ospiti presentando, poi, ‘Colapesce’, un bimbo di nome Cola, nato dell’amore di Agatina e del marito Mario, un pescatore. L’arrivo al mondo del bimbo è frutto di una magia che lo condurrà ad amare intensamente il mare, tanto da potervi rimanere sempre più a lungo, proprio come un pesce. Con questa fiaba, Caporaso ha dimostrato che è importante alimentare le potenze fantastiche di ognuno di noi al fine di modulare al meglio il proprio rapporto con il mondo. “Un atteggiamento – ha sottolineato lo scrittore – che, a volte, consente di uscire dagli schemi della razionalità e permette alla mente di esplorare nuove prospettive”.
L’incontro è stata l’occasione anche per narrare ‘La Sposa Sirena’, fiaba tarantina, in cui la protagonista, è una sposa che, salvata dalle sirene da un triste destino in mare, diventa sirena essa stessa. Anche da questo racconto l’invito a utilizzare la fantasia, ricordando che l’essere umano non è soltanto ragione, ma anche emotività, fantasia, meraviglia, creatività, immaginazione. “Pensiamo sempre a quest’ultima facoltà – ha rimarcato Caporaso – come ad una marcia in più che consente a ciascuno di noi di ‘muovere la vita creativa’, come scrive Natalia Ginzburg nel suo interessante saggio ‘Vita immaginaria’. E quale posto migliore per celebrare la vita immaginaria – ha concluso lo scrittore lucano – se non questo, il Salone del libro, dove si incontra tutto il mondo del libro, dalle case editrici, scrittori, librai, bibliotecari, agenti, illustratori, traduttori ai tanti, tantissimi lettori. Uomini e donne innamorati del fascino delle parole. Uomini e donne che si confrontano e si cibano di fantasia, memoria, oblio, estro, strumenti che consentono di scoprire mondi, anche inesistenti, che altrimenti sarebbe impossibile vivere”.