“Frammenti di terra e magia” è la raccolta di poesie dello scrittore materano Domenico Dimase.
Dopo l’esperienza nella Narrativa con le opere edite “ Gli occhi sulla montagna” (EditricErmes 2005) e “Le Magnifiche stagioni di Ermenengildo” (Il Filo Editore 2009) e la produzione di altre opere inedite, lo scrittore materano, si cimenta con il variegato mondo della Poesia, regalandoci un affresco intrigante, moderno di liriche, che rappresentano una sorta di cammino sui generis in questo genere letterario, come se avesse voluto sorprenderci e attirare la nostra attenzione sulla dimensione reale
dell’uomo contemporaneo e su ogni realtà che lo circonda.
Con la Raccolta “ Frammenti di terra e di magia”, Tindari Patti editore 2011, l’autore si mostra in tutta la sua straordinaria sensibilità e pacatezza, artista in grado di dilatare i confini del tempo e dello spazio e di offrirci una silloge dalla incomparabile poliedricità, una sorta di opera omnia dove protagonista assoluto è l’amore per la vita, per un mondo ricco di sfumature e di tesori che il poeta mette a disposizione, sciorinando con maestria delicate liriche.
Con questi suoi “Versi e non solo” coinvolge il lettore inebriandolo, avvolgendolo in un turbine di emozioni, sensazioni, sussulti. E su queste pagine che l’artista lentamente trascende se stesso, immedesimandosi in tutto ciò che vede con il suo sguardo ora nella natura, ora tra la sua
gente, tra le note di una musica bandistica o tipicamente ritmica o insinuandosi nell’ intimo sentiero dell’animo umano. Avventurandosi tra le pagine dell’opera si sperimenta l’inevitabile,
l’imprevedibile, la magia di ritrovarsi come d’incanto su di una tavolozza di colori sulla quale il poeta ha riversato ogni più piccola sfumatura, estrapolato ogni più intima sensazione, dando vita ad una immensa scala cromatica.
Il risultato che ne deriva è tangibile, concreto, e si risolve in un mirabile affresco che prende corpo, imprimendo nei suoi tenui colori, rendendoli così indelebili, quei sentimenti di amore viscerale per la terra natale di Lucania, per la sua gente, le tradizioni, le sonorità che riecheggiano in ogni pagina, in ogni lirica, talora con evocazioni quasi onomatopeiche tra gli spazi di ogni singola riga, impregnando di sapori l’anima che ne traspare.
La raccolta espande il suo fascino discreto come fragranza, come essenza di una primavera che continuamente fiorisce, muore e rinasce in ciclica frequenza nel cuore del poeta, alimentata dall’abilità di saper leggere con gli occhi tra le mille sfumature della vita.
Tante sono le terre esplorate da Di Mase: quelle di montagna, quelle di mare, quelle italiane – meridionali, in particolare – e quelle straniere, dalla Galilea all’Andalusia, in un viaggio che non è solo della penna, ma anche del cuore.
Gli originali versi nonsense che concludono il corposo compendio poetico, dietro il sorriso e i funambolici giochi verbali, fanno trapelare vere e proprie perle di saggezza nonché irriverenti verità.
La “luganesità” dell’Autore trova poi bella e verace espressione nell’ultima composizione: “Il Lucaniccio”, una divertita descrizione del “suo” popolo (“Il Lucaniccio è il lucano dedito alla sua attività preferita, cioè al chiacchiericcio”) con cui Egli si congeda dai lettori, attenti compagni del
suo cammino coinvolgente e a tratti quasi magico.
Provocatoria e classica al contempo, questa raccolta induce a riflettere sulla quotidianità e sui temi esistenziali.