Si chiama Sedimenti e racchiude una “Matera noir” in tre racconti. E’ la seconda produzione letteraria di Francesco Sciannarella, che ha scelto Casa Cava per la presentazione ufficiale della pubblicazione inserita nella collana “I narratori” di Altrimedia edizioni. L’autore ha colto l’occasione per discutere dei Sassi di Matera attraverso un interrogativo: “Quale ruolo per i Sassi di Matera? Soggetto protagonista o scenografia d’effetto? Ne hanno discusso con l’autore il giornalista Luigi Mazzoccoli, che ha curato la prefazione di “Sedimenti”, Rocco Calandriello, direttore della rassegna cinematografica Lucania Film Festival, il professore Francesco Marano, docente di Etnografia presso l’Università degli Studi della Basilicata e Gigi Esposito, presidente dell’Onyx jazz club, operatore turistico e residente degli antichi rioni Sassi. Ad introdurre i lavori Vito Epifania per Altrimedia: “Raccontiamo i Sassi e la città di Matera con personaggi nuovi, con un vissuto declinato al presente, con storie della città, il tempo del materiale preso in prestito, anche se famoso, è finito. Servono autostima, creatività e responsabilità”.
“Il nuovo libro di Francesco Sciannarella, “Sedimenti”, – dichiara l’editore Vito Epifania -, ha soprattutto il pregio di avere “riempito” la scena di Matera con materani, con gente e vite del luogo che di “remake” non hanno davvero nulla. Perché la questione sulla quale si è inteso avviare una riflessione è tutta lì: che ne vogliamo fare dei Sassi e della futura Capitale Europea della Cultura? Vogliamo ancora che gli antichi rioni vengano celebrati perché identici a una Gerusalemme che non esiste più o decidiamo di scrivere pagine nuove?”
“Il libro di Sciannarella – ha ricordato Mazzoccoli — è ambientato nel centro storico di Matera e consente di avviare una riflessione sul futuro della nostra città. La città è destinata a rappresentare solo un’antica Gerusalemme o può fare un salto di qualità sopratutto dopo aver conquistato il titolo di capitale europea della cultura per il 2019?. Una riflessione importante in tal senso è offerta da Rocco Calandriello. “Parlare di cinema è molto complesso ma se vogliamo soffermarci sulla scelta di Matera come location privilegiata per produzioni cinematografiche di carattere religioso credo che la città oggi si può permettere di far rispettare una serie di regole a coloro che scelgono di girare nei Sassi. Si può chiedere per esempio di consumare meno anidride carbonica durante le riprese, di non utilizzare gruppi elettrogeni ma di allacciarsi alla rete elettrica del Comune, di non far consumare prodotti di plastica, di rispettare una serie di comportamenti eco-friendly attraverso anche la presenza di stewart ambientali che controllano cosa accade durante le riprese di un film. Il tema affrontato è dunque la compatibilità tra la fragilità del nostro patrimonio tutelato dall’Unesco e le produzioni cinematografiche.
“Se ci interessa esclusivamente l’economia che i Sassi possono generare e l’aspetto della loro tutela non rientra nelle nostre preoccupazioni, allora va bene tutto, persino il clamore che terribili fatti di cronaca, come quelli raccontati da Sciannarella, provocano. Ma allora, senza regole che definiscano l’ambito entro il quale muoversi, – evidenzia Gigi Esposito dell’Onyx Jazz Club – la luce di cui stiamo brillando sarà destinata a consumarsi nel giro di poco. La metafora del cerino che brucia, che inizialmente abbaglia e subito dopo lascia al buio, sintetizza il rischio nel quale stiamo incorrendo.” La provocazione di Gigi Esposito, però, non sostiene una visione museale e recalcitrante al nuovo, quanto piuttosto un atteggiamento “eticamente responsabile” che chiama a raccolta tutti i cittadini, abitanti dei Sassi e non. Una sorta di patto sociale che rivendichi un protagonismo sano per il quale tutti, piccole o grandi produzioni che siano, devono impegnarsi a rispettare le regole.
Ma cosa rappresentano oggi i Sassi di Matera? Ecco il punto di vista di Francesco Marano della Università della Basilicata: “Un ambiente che richiama tanti altri ambienti, Un iperluogo che rischia di perdere la sua storia, il suo passato. La memoria orale interrompe il suo corso quando non c’è più chi la tramanda, per questo il museo demo-etno-antropologico ricopre un ruolo fondamentale. A partire dal passato si vive un presente e si costruisce un futuro che non è nostalgico di qualcosa che non c’è più, perché forte di quella identità è capace di andare oltre.”
Per quanto riguarda “Sedimenti” ecco le curiosità sul libro di Francesco Sciannarella. “Accalappiacani, Piove e Avana Club sono le tre brevi storie – racconta Sciannarella – con le quali ho voluto un po’ distaccarmi da quello che è l’immaginario di Matera come città troglodita, fatta di gente povera, ma anche dallo scenario cinematografico che sembra ormai essere diventato, più che unico, univoco: Matera ergo Gerusalemme. Senza nulla togliere alle scelte di registi di un certo calibro (uno su tutti Mel Gibson) che vedono nei Sassi l’ambientazione più conforme alle proprie esigenze cinematografiche, mi sento di asserire, senza ombra di dubbio, che Matera sa essere anche noir e sa esserlo in maniera egregia.”
Una visione “diversa” che nasce sulla scorta di una passione che lega Francesco agli antichi rioni: “Attento quando scendi giù nei Sassi! Questa è un’espressione che spesso mi sono sentito ripetere quando ero più che bambino. All’epoca i Sassi – ricorda l’autore di Sedimenti – erano forse nel periodo di maggiore degrado (o questa era la mia percezione) ed è stato purtroppo questo il mio “approccio ai Sassi”, per niente appagante. Con il passare degli anni, però, le cose cambiarono, non solo in me ma anche negli stessi antichi rioni di tufo. Iniziarono infatti gli infiniti cantieri che li stanno lentamente riportando all’antico splendore, facendo di Matera una meta turistica internazionale, anche se moltissimo c’è ancora da fare e non solo nel tufo, ma anche e soprattutto in noi: il rispetto e il mantenimento di questo inestimabile patrimonio è solo e soltanto un nostro onere. E assieme alle strade, ai vicoli, ai colori è cambiato anche il mio modo di “vedere”, di giudicare i Sassi. Parte di questo cambiamento è dovuto, oltre alle tante letture sugli usi e costumi di Matera, anche a mio padre che ci è nato e vissuto fino alla soglia dei trent’anni. Lui, attraverso il suo vissuto, mi ha fatto conoscere i rumori, le voci, gli umori di chi viveva in quelle case umide e fredde, ma lo ha fatto senza l’assillo della sofferenza quotidiana. Forse perché mio padre aveva una visione positiva della sua esistenza in quegli anni, forse perché non era uomo da lamentarsi dell’amaro destino, o forse semplicemente perché la vita nei Sassi non era solo fame e miseria, ma anche comunione, condivisione, famiglia e rispetto reciproco.”.
Breve biografia dell’autore
Francesco Sciannarella è nato, vive e lavora a Matera; spostato, con due figli. Ama profondamente la scrittura, che ha preso in mano dall’adolescenza. Ha ricevuto diversi riconoscimenti. Scrive sceneggiature. Nel 2012 è stata portata in scena una delle sue commedie teatrali, “Oh sorte mia!”. Nello stesso anno, è stato pubblicato, sempre per i tipi di Altrimedia Edizioni, il racconto lungo “Nel cuore dei Sassi”, tratto dalla commedia teatrale “Il vicinato”.
La fotogallery della presentazione del libro “Sedimenti” di Francesco Sciannarella (foto www.SassiLive.it)