“Dante settecento anni dopo – 1321-2021”. E’ il volume presentato nel pomeriggio nella sala Levi di Palazzo Lanfranchi a Matera a cura di Giovanni Caserta e con venti tavole di Franco Carella.
“Ai miei mille alunni, incontrati nei miei quarant’anni di insegnamento, durante i quali Dante fu maestro di vita e di pensiero, viatico per la faticosa ascesa ad essere uomini”.
Sono, queste, le parole di dedica con cui Giovanni Caserta accompagna la pubblicazione del suo volume su Dante Alighieri, per il quale, come è noto, in data 17 gennaio 2020, il Consiglio dei Ministri ha istituito una giornata nazionale, fissata per il 25 marzo. Il Ministro della Pubblica Istruzione Franceschini, ha precisato che “Dante è l’unità del Paese. Dante è la lingua italiana. Dante è l’idea stessa dell’Italia”. Né si può trascurarlo come modello di virtù morale, civile e politica, campione di libertà nella vita e nell’arte.
Questo significa che Dante torna ad occupare un ruolo importantissimo nella scuola, nella cultura, nella società italiana e nella formazione della nostra gioventù. E’ stata questa la ragione per cui, già un anno fa, nel dibattito che si stava aprendo, quale editore, Villani chiese a Giovanni Caserta di preparare, innanzitutto per le scuole italiane, un testo che fosse di preparazione alla conoscenza di Dante e segnasse una presenza di Matera e della Lucania Basilicata nel dibattito nazionale e internazionale che si sarebbe creato. Era una iniziativa che mirava a recuperare alla regione di Lucania Basilicata la figura del poeta nazionale per eccellenza, che nella nostra regione non ha fatto registrare mai grandi presenze, ove si escludano gli studi di Francesco Torraca, nativo di Pietrapertosa, nell’Ottocento, e Rocco Montano, nativo di Stigliano, nel Novecento.
“Sappiamo bene – scrive l’editore Villani nella premessa del volume – che “sulla provincia, purtroppo, pesano molti pregiudizi, come se dalla provincia non possano veniree non siano venute voci e testimonianze di alto livello e di spiccata originalità. L’emarginazione e l’isolamento, anzi, possono essere un vantaggio rispetto al coro e alla ricerca di facile consenso, che spinge a chinarsi al mercato, al successo, alla moda. Abbiamo invece l’ambizione di credere che il nostro sia un viaggio diverso, fatto alla distanza di settecento anni e nella lontananza dai centri di potere culturale, condizione indispensabile per scoprire, fuori del coro, aspetti ed elementi mai trovati altrove”.
Una giornata di studio e di riflessione collegiale intorno a Dante e alla sua figura di uomo, grande intellettuale e poeta, di straordinaria attualità. Non a caso il volume si intitola “Dante settecento anni dopo – 1321-2021”.
A discorrere sul tema – ed è una novità culturale notevole – sono stati non dantisti o comunque specialisti della materia, ma cittadini comuni, tutti ex alunni di Giovanni Caserta, espressione della società civile. Ciò si è deciso anche in ossequio all’obiettivo poetico di Dante, che pensò sempre di parlare alla società civile e laboriosa del tempo. Cosa che lo spinse, come si sa, alla coraggiosa e rivoluzionaria scelta del volgare al posto del latino.
Dopo i saluti dell’assessore comunale Giampaolo d’Andrea, dell’illustratore Franco Carella e dell’editore Franco Villani, editore l’incontro, coordinato dal giornalista Rossano Cervellera, ha offerto al pubblico cinque relazioni programmate. Nicola Falotico ha presentato “In classe con Dante” del Liceo Duni di Matera, Antonio Montemurro ha presentato “Dante o del coraggio della verità”, Isabella Abbatino ha presentato “Società aperta, società chiusa in Dante”, Manuela Taratufolo ha presentato “La condizione della donna secondo Dante” e Osb don Donato Giordano ha presentato Dalla “Commedia” al “Poema Sacro”.
La fotogallery dell’incontro dedicato a Dante (foto www.SassiLive.it)