Un vero e proprio manifesto per i beni culturali e il paesaggio e una riflessione a 360 gradi sugli effetti della Riforma delle Soprintendenze nell’ambito del dibattito sul patrimonio culturale. Questi i temi contenuti nel volume “Patrimonio al futuro” di Giuliano Volpe, presidente del Consiglio cuperiore dei Beni culturali e Paesaggistici che ieri ne ha parlato nella sala Levi con il sindaco Raffaello de Ruggieri, l’assessore comunale all’Urbanistica Francesca Cangelli, Ferdinando Mirizzi, direttore del Dipartimento delle Culture europee e del Mediterraneo dell’Università di Basilicata, Francesca Sogliani, direttore della Scuola di specializzazione in Beni archeologici – SSBA dell’Università di Basilicata e Marta Ragozzino, direttore del Polo museale di Basilicata.
“Il libro è il risultato del lavoro portato avanti nel tempo, partendo dall’esperienza fatta nell’ambito del mio incarico nel Consiglio Superiore dei Beni culturali”. Sottolineandol’esigenza di superare l’egemonia culturale rappresentata da posizioni di “Chi pensava ancora al ventennio Berlusconiano”, l’Autore ha messo in evidenza il blocco provocato da questo fenomeno.
“Non ho voluto scrivere un testo accademico, ma un libro che raggiungesse un pubblico più ampio – ha aggiunto – La scelta di scrivere un libro è nata quando la prima parte della riforma c’era già e speravo che il confronto e l’ascolto consentissero di superare alcuni aspetti.
Il ministro Franceschini – ha aggiunto – ha avuto il coraggio di cambiare le cose, di prendersi delle responsabilità che hanno modificato il clima rispetto alla palude in cui si viveva. Mi interessava dimostrare come ci fosse su alcuni temi della riforma, una ampia condivisione”.
Sottolineando le critiche che paventavano ad esempio la morte dell’archeologia, l’Autore ha aggiunto: “E’ fondamentale che si dialoghi fra diversi settori tra gli architetti e gli altri professionisti, dagli ingegneri strutturisti agli esperti di comunicazione”.
Volpe ha affrontato anche il tema dei “policlinici dei beni culturali”, strumenti attraverso i quali approcciarsi ai contenuti della riforma. “All’interno dei quali si può svolgere un lavoro significativo”.
Aprendo l’incontro il sindaco de Ruggieri aveva sottolineato, tra l’altro: “Non bisogna sentirsi schiavi dei vincoli del passato . Il libro di Giuliano Volpe si muove sulla linea di proposizione di nuovi percorsi e nuove azioni che il Ministero deve mettere in campo. L’Autore richiama più volte il tema della conservazione che ha sterilizzato i beni culturali e che richiama la necessità di unire conservazione, valorizzazione e gestione del patrimonio. E’ il momento di eliminare il confronto dialettico e avviare la rete delle alleanze. Credo che a Matera, un modello simile, si sia realizzato attraverso il coinvolgimento, la partecipazione, la responsabilizzazione. Il modello materano di azione culturale – ha aggiunto – rimane uno dei punti forti nelle buone pratiche”
L’assessore Cangelli si è soffermato sugli aspetti principali affrontati nel testo: “Mi ha colpito molto il percorso giuridico che sottende al volume di Giuliano Volpe e che affronta l’analisi di un tema importante come il patrimonio culturale”. Ripercorrendo le tappe storiche che hanno riguardato sotto il profilo giuridico e istituzionale il settore del patrimonio culturale, l’assessore ha aggiunto: “Nel volume di Volpe vengono interpretati i percorsi della riforma passata attraverso fasi come quella della devolution. Pensare che la tutela equivalga alla conservazione sarebbe una bestemmia – ha aggiunto – Il punto di equilibrio è delicatissimo. Il soggetto privato, in questo senso, non deve essere demonizzato, perché è necessario puntare su strumenti come il paternariato pubblico-privato e la condivisione”.
Feb 05