La sede di Inchubatori, gestita da Sviluppo Basilicata in sinergia con l’Università degli Studi della Basilicata e la Regione, al Campus Universitario, oltre alle attività di promozione di impresa per cui è nata, rivela sua seconda “”anima””: la cultura. Lo fa presentando, per la prima volta, un libro perché il sapere è strettamente intrecciato al fare e all’ innovare. Per questa prima volta, la scelta (non casuale) è ricaduta su Tabacco clan (Marsilio) di Giuseppe Lupo, scrittore lucano, che oltre ad essere tra gli intellettuali lucani più noti, da tempo si è affermato come “narratore” di storie di imprese italiane. A presentare il libro, insieme alla “padrona di casa” Gabriella Megale, au Sviluppo Basilicata e al prof. Michele Greco responsabile scientifico del progetto Inchubatori, Simona Bonito, direttore Letti di Sera, Piero Bongiovannni, presidente Meic Potenza e Paolo Albano Presidente Letti di Sera.
Giuseppe Lupo nel romanzo racconta di una giovinezza avventurosa, di padri di famiglia, di professionisti. Un libro dove tutti hanno un soprannome, un nome segreto che a pronunciarlo riporta in vita un mondo, e oltre alla nostalgia il suo autore racconta la tenerezza, l’avventura e la goliardia di un gruppo di uomini, un clan, che si sono affacciati all’età adulta quando il Novecento stava per morire, schiacciati tra i loro padri che hanno costruito il miracolo economico e i loro figli che vivono il tempo dell’incertezza e dell’instabilità.
Tanti gli spunti per collegare l’attività di Inchubatori alla cultura. Megale sottolinea il lavoro che si svolge tra i giovani universitari (e non solo) in un percorso di accelerazione dei processi di digitalizzazione, innovazione e internazionalizzazione del sistema produttivo delle imprese lucane al fine di capitalizzare le esperienze realizzate fino a questo momento in Basilicata nell’ambito degli Incubatori, con gli obiettivi di raccogliere e valorizzare le specificità e i fabbisogni delle imprese lucane attraverso una nuova formula più dinamica e creativa. “Innanzitutto il fattore conoscenza e poi – dice Megale – vogliamo rendere tutti parte del progetto in un sistema di competenze”. Il prof. Greco sottolinea che “è proprio la competenza il valore fondamentale di competitività dei nostri giovani insieme al rafforzamento della propria identità culturale”. Lupo dopo aver dialogato con presentatori del libro e partecipanti all’incontro non si sottrae da alcune considerazioni: ” I successi professionali e personali, negli anni ottanta-novanta, dei ragazzi del clan protagonisti del romanzo potrebbero sembrare oggi sogni impossibili. Non è così. I giovani, vincendo atteggiamenti di rassegnazione e insicurezza, devono tornare a sognare il proprio futuro e, perché no, a credere nell’autoimpresa, puntando sulla formazione e la competenza perché non ci può essere impresa senza una capacità di visione, elaborazione di proposte, progetti, cultura. Proprio come negli anni ottanta-novanta nel Paese c’era assoluto bisogno di professionisti lo è ancora di più in questa fase di rilancio. Del resto, la Basilicata ha numerosi esempi di intellettuali che hanno svolto funzioni di servizio per lo sviluppo socio-economico e che possono e vogliono continuare a farlo”. Al termine l’idea di Megale di dare seguito a questo tipo di attività culturali individuando in Giuseppe Lupo un testimonial di Inchubatori e di storie moderne di imprenditoria lucana.
Dic 07