Nella sala ragazzi della Biblioteca Provinciale di Matera, l’autrice Fausta Losquadro ha presentato il libro “Ho scritto d’Amore, voce di una mamma”, che può fregiarsi della prefazione del Cardinale Ersilio Tonini. L’incontro è stato promosso dall’Associazione Matera Poesia 1995.
Relatori Giuseppe Mastromarino, ex direttore amministrativo Soprintendenza per i Beni Artistici e Culturali di Matera, Don Michele Ciliberti direttore dell’Istituto Minozzi di Policoro, Maria Antonella D’Agostino, presidente dell’Associazione culturale “Matera Poesia 1995” e l’autrice Fausta Losquadro.
Un incontro denso di parole d’amore, di aforismi e di massime in latino che hanno avvinto e gratificato un pubblico molto attento e silenzioso. Nella prefazione l’Eminenza Cardinal Ersilio Tonini dichiara che: “Questo libro ha origine da una persona segnata drammaticamente dalla morte del figlio e si presenta con uno solo intento; innalzare al cielo il dolore più grande trasformando in croce l’angoscia più profonda che il cuore di una mamma può conoscere. Non esiste dolore più grande di quello che vive una donna, consegnando alla tomba un figlio il cui corpo da lei è stato intessuto e generato. Fausta, con la sua opera, ci presenta una sorta di miracolo che possiamo paragonare , se ci è lecito rapportare le vicende umano ai misteri divini, a quello che avviene sull’altare: il pane e il vino diventano Gesù Cristo; l’atroce dolore diventa speranza , pace e gioia”.
Giuseppe Mastromarino nel corso della sua relazione precisa che “Il dolore per Fausta diviene catarsi, preghiera e percorso interiore della mente e del cuore verso Dio che si trasforma in speranza. Tra il prima e il dopo c’è una trasformazione che dipende da come noi viviamo la morte. Dal libro, che diventa una preghiera, una meditazione, ho tratto alcuni punti fondamentali che il dolore per Fausta diventa nostalgia quale dolore del ritorno, che la nostalgia fa parte della vita e che le cose terrene vanno contemplate per vederle in un caleidoscopio in cui riscoprirle in un’ottica nuova e di speranza”.
Don Michele Celiberti in alcuni passaggi dice: “Il libro di Fausta è intriso di Sapienza. E’ esistenziale. Dopo aver letto il libro ti senti amico della vita. La vita non va pensata ma vissuta, se la pensi ti crei diverse illusioni che portano alle delusioni”.
D’Agostino: “Fausta nel libro ci parla della sua dolorosa esperienza ripercorrendo i ricordi del figlio, il tragico momento, l’alleviarsi del dolore con il sostegno della fede. Non è un libro che si legge d’un fiato, piuttosto il fiato si spezza a metà di fronte alla descrizione delle fasi del dolore. I principi su cui si basa il libro sono adattabili ad ogni tipo di dolore, magari ce ne rendiamo conto solo di fronte ad un grande dolore, purtroppo, mentre dovremmo ricordarcene sempre immedesimandoci nei grandi dolori del nostro prossimo e il suo libro può essere spunto di riflessione an che per chi non crede o non ha una fede forte”.
L’autrice Fausta Losquadro: “Ringrazio Don Michele, Mastromarino, Loponte, soprattutto quest’ultima per la scelta delle pagine da leggere. Nel libro parlo dell’amore orizzontale, di quello mio, di Mariano mio figlio e della sua famiglia. Lui amava la vita, la società con cui lavorava e nel libro affiora questa unione familiare e si evidenziano i valori importanti che emergono in un grande dolore. Parlo dell’amore verticale quale è l’amore di Dio che ti plasma, ti sostiene, ti prende per mano e racconto questo amore di Dio. Per la copertina ho voluto scegliere un uccello marino, il gabbiano, che rappresenta la mia nostalgia per Mariano e quando lo vedo spiccare il volo si fa terreno. Più che di dolore il libro parla di sofferenza che ti prende tutto: cuore, mente, psiche. Racconto la sofferenza che porta al Signore, spieco che la sofferenza è nata con l’uomo stesso e la sofferenza comincia con la nascita. Ma noi non ci dobbiamo scoraggiare, perché è progenitore della sofferenza di Gesù. Lo Spirito Santo è lo Spirito di Dio e con la sofferenza dobbiamo nutrirci, dobbiamo dare are del tu alla Speranza e di questa mi devo cibare per cercare l’amore di Dio. Dobbiamo metterci in meditazione. Cristo à il nostro Cireneo, la nostra Veronica. E noi lo dobbiamo sempre invocare ovunque ci troviamo. Il collirio della visione di Dio è la fede per dire con consapevolezza “Signore sia fatta la tua volontà” davanti alla bara del figlio. Nella fede non dobbiamo mai sentirci arrivati. Noi cristiani abbiamo l’obbligo di dire che la gioia cristiana è la serenità, sentimento per suscitare negli altri una sana invidia nella fede consapevole. Come Maria dobbiamo abbandonarci nelle braccia di Dio perché non succederà niente e vivere la fede cristiana per dare un senso a ciò che accade ogni giorno. La fede si ravviva con la preghiera meditata. Voglio sperare che leggiate il libro per meditare, per dire “ho letto d’amore, vivere, pensare, vivere, ascoltare”. Loponte in chiusura ringrazia l’autrice: “Grazie per questo capolavoro d’amore”.
Di seguito alcune notizie sull’autrice e sul libro.
Fausta Losquadro è nata ad Altamura ma fin da piccola vive a Pisticci. E’ sposata e mamma di tre figli: Stefania, Massimo e Mariano che non ancora quarantenne ha raggiunto la casa del Padre in seguito ad un incidente stradale. E’ di tale evento che ci parla nel libro che l’Ass.Matera Poesia 1995 presenterà il prossimo 9 aprile e soprattutto di come la fede le abbia fatto superare e accettare il suo grande dolore. Ha svolto con entusiasmo per 33 anni l’attività di insegnante di scuola elementare. Da molti anni svolge attività di volontariato presso l’associazione volontari Maria di Nazareth”. Fa parte del gruppo carismatico del “Rinnovamento nello spirito”. Autrice di poesie e di due libri: “Itinerari di solidarietà” e “Ho scritto d’amore” ha ricevuto importanti riconoscimenti letterari. E’ socia-onoraria dell’ AVIS sezione di Pisticci “Mariano Pugliese” ed il quindici Marzo scorso ha ricevuto il premio “Donna in questione” per il suo impegno nel sociale e per meriti letterari. E’ socia dell’Ass. Cult. Matera Poesia 1995.