Sabato 4 settembre 2021 alle ore 18 al Museo Archeologico Nazionale di Metaponto è in programma la presentazione libro d’arte “L’ odore della terra” di Caterina Rotondaro e Salvatore Sebaste.
I due artisti fuori dagli standard e dalle convenzioni artistiche tradizionali, hanno unito la loro passione per l’arte e per la creatività componendo un cofanetto, una sorta di cassetta per gli attrezzi valoriali da portare costantemente nel quotidiano per non dimenticare mai, guardando al futuro, il proprio passato, entrambi sempre in necessario equilibrio.
La cassetta è formata da una pittoscultura di Salvatore Sebaste, uno scritto di Caterina Rotondaro e una fiala contenente la terra di Basilicata, (sigillata con la ceralacca affinché il suo odore non vada perduto), integrano concetti, pensieri, simboli legati alla creatività, al tempo, al cambiamento, all’ambiente.
Come ha scritto Jolanda Carella Presidente dell’Associazione Culturale “La Spiga d’Oro” Metaponto in una riflessione che accompagna il libro ed inserita anch’essa all’interno del cofanetto:
La cassetta “L’odore della terra” di Rotondaro e Sebaste, realizzata durante il periodo della pandemia, è uno scrigno che lancia messaggi sociali e ‘vitali’ alla società contemporanea, concentrata spesso a inseguire veloci realtà effimere, trascurando la significatività di quei vissuti che un tempo erano valori.
Alla serata parteciperanno:
Savino Gallo – Direttore Museo Archeologico Nazionale di Metaponto;
Maria Rita Iaculli – Commissario Prefettizio Comune di Bernalda;
Piero Marrese -Presidente Provincia di Matera;
Tiziana D’Oppido – Assessora alla Cultura-Comune Matera;
Paolo Emilio Stasi – Presidente Circolo Culturale “La Scaletta” di Matera;
Emanuele Brescia – Presidente Circolo ACLI Bernalda;
Tra gli interventi:
Biagio Russo – Membro del Comitato Tecnico-Scientifico Fondazione “Leonardo Sinisgalli”;
Caterina Rotondaro – Autrice e Psicoterapeuta;
Salvatore Sebaste – Artista e Cordinatore dell’evento;
Pino Gallo – Presidente Proloco Metaponto
Coordinamento tecnico Jolanda Carella Presidente dell’Associazione Culturale “La Spiga d”Oro”-
La serata sarà allietata dal violino del Maestro Antonio Fauzzi
Scrigno di messaggi significativi, intervento di Jolanda Carella, Presidente dell’Associazione Culturale “La Spiga d’Oro” Metaponto
La psicoterapeuta Caterina Rotondaro nel breve racconto “L’odore della terra”, illustrato dall’artista Salvatore Sebaste, mi ha fatto pensare quanto sia importante la propria storia.
Ho risentito, come da ragazza, l’odore della pioggia quando il caldo veniva interrotto da temporali e ho ricordato lo spettacolo dell’arcobaleno che con i suoi colori univa la terra all’infinito.
Mi è tornato alla memoria un pomeriggio d’inverno degli anni Cinquanta quando, per la prima volta in piazzetta Pascoli mi affacciai a Matera sui Sassi e sentii odori, rumori, vociare, segni della vitalità di quel luogo.
Ho ricordato quando, negli anni Sessanta conobbi l’ottantenne zio Antonio, pastore in un’azienda agricola, il quale indicando col bastone la linea dell’orizzonte diceva: “Questo terreno è tutto mio perché solo io sento il profumo di questa terra, degli animali, degli alberi, delle piante che producono e provvedono al nostro nutrimento. Il padrone che vive a Roma non conosce tutta questa bellezza”.
La cassetta “L’odore della terra” di Rotondaro e Sebaste, realizzata durante il periodo della pandemia, è uno scrigno che lancia messaggi sociali e ‘vitali’ alla società contemporanea, concentrata spesso a inseguire veloci realtà effimere, trascurando la significatività di quei vissuti che un tempo erano valori.
Una pittoscultura di Salvatore Sebaste, uno scritto di Caterina Rotondaro e una fiala contenente la terra di Basilicata, (sigillata con la ceralacca affinché il suo odore non vada perduto), integrano concetti, pensieri, simboli legati alla creatività, al tempo, al cambiamento, all’ambiente.
Rotondaro e Sebaste sono due creativi che non rifiutano la ragione e la logica, però, a volte, si abbandonano all’intuizione, all’irrazionalità e al sogno. Entrambi sono riusciti a imprimere una svolta in senso realista alla scrittura e alla pittura rappresentando un aspetto dell’essere umano sempre più incapace di slanci ideali, pressato da un conformismo scambiato per progresso.
Rotondaro e Sebaste rigettano gli standard e le convenzioni artistiche tradizionali, rispondendo con opere che guardano al futuro che non può esistere senza il necessario equilibrio con il passato. Il linguaggio artistico dà la capacità al creativo di valorizzare qualsiasi oggetto povero, attribuendogli dignità estetica richiamando lo spettatore a meditare sulla relazione tra immagine e parola, in termini logici e semiotici.
Caterina Rotondaro nel suo racconto evidenzia come l’essere umano è la sintesi di tutti i suoi vissuti e le sue esperienze ed il suo comportamento esprime la modalità attivata per adattarli funzionalmente al proprio vivere quotidiano. La ricerca di un equilibrio dinamico tra passato e presente è la giusta formula per avviarsi lungo la strada del futuro. Nelle parole aleggia un monito al non rinnegare mai le proprie origini e farne di esse una pozione magica propulsiva e positiva. L’ambiente e i luoghi con il proprio odore si riconnettono alla natura e alla sua bellezza ancora casta. Una ‘natura’ a cui ritornare e da valorizzare con capacità, competenze, saperi appresi in ogni dove. Il ritorno ai luoghi del passato dimenticati per tanto tempo, la loro memoria e rievocazione rappresenta un percorso di consapevolizzazione emotiva proiettata verso un futuro in cui mai più si affideranno i ricordi alla dimenticanza e mai più si rinuncerà a parti della propria personale ‘essenza’ affidandoli ai luoghi dell’inconscio.
Nella lettura del racconto sono accompagnata dall’eco delle parole di Sant’Agostino: “Il presente del passato è la memoria, il presente del presente la visione, il presente del futuro l’attesa”.
Sebaste, versatile sperimentatore e ricercatore, nelle diverse espressioni artistiche (dal figurativo antropologico all’impressionismo, dall’arte concettuale all’informale, dall’arte materica alle pittosculture) ha saputo crearsi una coerenza stilistica sempre in evoluzione, un linguaggio riconoscibile e inconfondibile. Con la sua pittoscultura ben strutturata inserita nello ‘scrigno’, mostra l’abilità di manipolare, dominare la materia e la capacità di creare e dare sempre nuovi significati alle sue opere.
Dopo più di sessanta anni di proficuo lavoro, raggiunta la sua maturità artistica, continua incessantemente a sperimentare e ricercare formule sempre più innovative.
L’artista e la psicoterapeuta nell’integrazione dei loro ‘saperi’ hanno realizzato qualcosa di unico, in cui elementi vivi e significativi hanno trasformato ‘l’oggetto’ in qualcosa di completamente nuovo che suggerisce all’uomo contemporaneo di rispettare la terra, la natura e l’ambiente.