Nel giro di qualche mese il professore e giornalista Vincenzo Carlomagno ha pubblicato due libri: “Il brigantaggio nell’area del Pollino – Storia d’amore del capobanda” e “La mietitura di una volta – Il gioco della falce” . Due libri che affrontano tematiche differenti ma comunque preziosi per arricchire quel bagaglio culturale di cui c’è sempre bisogno.
Per quanto riguarda il libro sul brigantaggio nell’area del Pollino l’autore ha scelto di ampliare le conoscenze visitando la cittadina di Francavilla sul Sinni. Il suo interesse storico è improntato sulla conoscenza del brigante, il capobanda francavillese Giuseppe Antonio Franco e i suoi uomini che nell’area del Pollino si diedero alla macchia oltre un secolo e mezzo fa. Carlomagno sostiene nel libro che la questione meridionale ancora non è stata risolta nonostante oggi ci siano migliori condizioni di vita rispetto al passato e mette in evidenza i motivi che indussero quegli uomini al brigantaggio in un momento storico molto difficile. L’autore spiega evidenzia in particolare lo stato di miseria in cui viveva la popolazione e nel contempo la ferocia e la cattiveria con cui i briganti, sotto i quarant’anni, compirono rapine e omicidi e l’altrettanta cattiveria con cui i soldati piemontesi esprimevano nel tagliare la testa ai briganti infilzandola su pali appuntiti e portandoli in giro per i paesi esponendola nelle piazze. A riguardo Carlomagno sottolinea che lo studio sul brigantaggio pre e post risorgimento ha messo in evidenza che la reazione dei briganti era dovuta alle ingiustizie dei governanti , alla mancanza di prospettive di miglioramento, alle promesse non mantenute per permettere le migliori condizioni di vita a tutti.
“Essi si aspettavano condizioni di vita migliore per aver partecipato alla lotta contro i Borboni e i signori del posto loro rappresentanti- sottolinea Carlomagno- e il problema demaniale non venne mai risolto e la terra fu sempre in possesso dei signorotti, dei ricchi del posto. Migliorare le condizioni di vita dei giovani lucani, calabresi vissuti nel periodo risorgimentale doveva anche scaturire dalla considerazione che avevano servito la Patria. Alle ingiustizie subite e alle promesse non mantenute i giovani reagirono e si diedero alla macchia”.
Nel libro di Carlomagno ci sono ben 21 capitoli di fatti storici che avvincono alla lettura e parte del testo della sentenza del tribunale militare di guerra di Potenza del 29 dicembre 1865 pubblicata nel testo di Antonio Capuano “Vita Francavillese”. Si tratta di sentenze relative ad azioni banditesche di Giuseppe Antonio Franco e dei suoi uomini che portarono alla loro condanna a morte mediante fucilazione.
Nel libro “La mietitura di una volta – – Il gioco della falce” l’autore parte dal presupposto di lasciare memoria ai giovani di quello che ha rappresentato in passato l’agricoltura, fonte di sostentamento alle famiglie. Il lavoro focalizza in modo analitico la situazione economica del tempo alla pastorizia, squarci di vita paesana alla cultura, esalta i figli come ricchezza della famiglia, si occupa dei mietitori e racconta il gioco della falce e come si è giunti alla piccola proprietà contadina e alla presenza di sociologi come De Martino Pinna e Quilici a San Giorgio Lucano. Le fotografie a colori e in bianco e nero presenti nei due libri di Carlomagno esaltano il lavoro del professore di materie letterarie e giornalista di San Giorgio Lucano. Giornalista della Gazzetta del Mezzogiorno, Carlomagno ha ricoperto le funzioni di di San Giorgio Lucano e di assessore della Comunità Montana “Basso Sinni”. Le due pubblicazioni seguono “Il Sarmento allo specchio -Storia e folklore”, “Sul Pollino la montagna cara al dio Apollo”, “Dal Sarmento al grido di viva l’Italia”, “Nicola Carlomagno- martire lauriota”, “San Giorgio Lucano, tra emozioni e ricordi – carrellata di vita paesana”.
Carlo Abbatino
Apr 15