Il giornalista e scrittore Vincenzo Carlomagno ha pubblicato “Il principe compositore di Colobraro Michele Enrico Carafa amico di Gioacchino Rossini”. Un libro di alto significato culturale dedicato a una figura divenuta storica nell’ambito della musica e che Carlomagno rispolvera tracciandone un profilo affinchè tutti possano conoscere le opere di un uomo di cultura della provincia di Matera.
Carlomagno, che è stato docente di lettere nella scuola media di Colobraro, comune belvedere del basso Sinni, ha dato vita a questa pubblicazione, “convinto che troverà interesse nei lettori con l’intento di conoscere la vita e le molte opere del principe –compositore vissuto nell’Ottocento ricco di grandi talenti musicali”.
Il volume è diviso in diciannove capitoli e tutti mettono in evidenza come il territorio di questo ameno comune del basso Sinni ha cambiato nei secoli diversi feudatari e i principi Carafa furono tra le famiglie importanti di questo centro della collina materana.
Nel libro l’autore si sofferma anche sulla figura del sociologo-antropologo Ernesto De Martino che a Colobraro vi giunse per indagare sul tema della magìa. E sono tanti i turisti che raggiungono Colobraro per approfondire notizie sulla vita del compositore Carafa.
Il corpo essenziale del volume trova la sua ampiezza proprio sulla vita del Carafa che a quindici anni rivelò il suo grande ingegno musicale componendo l’operetta “Il fantasma”. Il grande talento fu espresso da Carafa in un’altra opera, il “Natale di Giove Achille e Deidamia”.
Carafa lascia la Lucania e in compagnia della madre raggiunge Parigi, dove si avvia agli studi del piianoforte. Nel 1806 compose l’opera in un atto “La musicomania” e in seguito “Il prigioniero”, opera che fu anche rappresentata a Napoli.
Il giornalista e scrittore Vincenzo Carlomagno racconta anche i particolari sulla carriera militare di Carafa, che fu un componente dell’esercito francese.
Esordì come operista a Napoli e poi ha lavorato molto anche a Milano e Venezia. Quindi un’altra esperienza a Parigi dove ha composto un’opera comica.
Poi un ritorno a Roma e il definitivo approdo a Parigi dove, nel 1827, scrisse l’opera comica “Masaniello ou le pecher napolitain”. Sempre a Parigi l’Opera e Giocacchino Rossini gli affidanoro l’incarico di adattare per le scene francesi il resto della Semiramide e comporre le musiche del balletto. Rossini gli assegnò tutti i diritti d’autore di quella composizione e in pochi mesi fruttarono al Carafa quindicimila franchi.
Il volume di Vincenzo Carlomagno, di facile lettura, è ricco di argomentazioni dedicata ad un personaggio lucano di grande spessore culturale che merita ampia considerazione.
Carlo Abbatino