Da una tesi prodotta per conseguire il dottorato in Utroque Iure presso la Pontificia Università Lateranense è nata la pubblicazione di Don Ennio Tardoli per raccontare “Il rappresentante Pontificio all’ONU: la novità nella continuità”. Il lavoro del cancelliere dell’Arcidiocesi di Matera-Irsina è stato presentato dall’autore nel corso di un incontro promosso nella sala degli Stemmi dell’ Episcopio di Matera che ha coinvolto l’Arcivescovo della Diocesi di Matera-Irsina Monsignor Pino Caiazzo, il vaticanista del Tg1 Ignazio Ingrao e il responsabile dell’ufficio Comunicazioni Sociali Mimmo Infante. Sono intervenuti anche Antonio Cardinale, governatore del Serra Distretto 73 di Puglia e Basilicata ed Emanuele Pirato, della Fondazione Beato Junipero Serra. E’ stato inoltre letto il saluto del Maria Luisa Coppola, past presidente del Serra International Italia; Antonio Cardinale, governatore del Serra Distretto 73 di Puglia e Basilicata; Emanuele Pirato, della Fondazione Beato Junipero Serra. In prima fila il Prefetto di Matera Antonella Bellomo, il presidente del Consiglio Comunale Angelo Tortorelli, il Vicario Giudiziale Antonio Cardillo.
A distanza di circa 40 anni, con la Risoluzione 58/314 del 1° luglio 2004, la Santa Sede ha formalizzato la sua presenza all’ONU, in qualità di Stato osservatore qualificato. Questa sua modalità di partecipazione è solo per motivi di opportunità. La Santa Sede infatti desidera rimanere neutrale nelle questioni politiche, militari e commerciali, poiché in caso contrario si arrogherebbe competenze che non avrebbero nulla a che fare con la sua natura spirituale.
Per dare luce a questi argomenti, non molto conosciuti, don Ennio Tardioli, Cancelliere dell’Arcidiocesi di Matera-Irsina, ha scritto il libro “Il Rappresentante pontificio all’ONU: la novità nella continuità”.
“Questo lavoro – spiega don Ennio Tardioli – nasce come idea nel 2009, quando ricorrevano i quarant’anni del Motu proprio Sollicitudo omnium Ecclesiarum del 24 giugno 1969, con cui il Beato Paolo VI volle ridefinire il ruolo dei Legati pontifici, per renderlo più attuale alla luce della ecclesiologia nata dal Concilio Vaticano II. E’ seguita una riflessione maturata nel tempo attraverso confronti constanti con il Segretario di Stato, il Cardinale Pietro Parolin che mi ha seguito in questo lavoro di ricerc con i suoi preziosissimi consigli insieme ad altri due docenti, Giuseppe dalla Torre e Piero Antonio Bonnet, che hanno affinato la mia riflessione giuridica.
Queste idee sono divenate una tesi originale con cui ho conseguito il Dottorato in Utroque Iure presso la Pontificia Università Lateranense il 31 ottobre 2014. Il titolo originario del mio lavoro era “Il rappresentante pontificio nella diplomazia multilaterale con particolare riferimento all’ONU”, che ho cambiato per renderlo più fruibile a coloro che avranno la bontà e la pazienza di leggerlo. Questo lavoro di ricerca mi ha molto appassionato sia perchè è un tema affascinante e sia perchè è sconosciuto alla maggior parte di noi. Sui Rappresentanti pontifici si è detto di tutto e di più, ma se oggi abbiamo questa situazione italiana e internazionale in cui regnano sentimenti di unità, di fratellanza, di libertà culturale, lo dobbiamo anche ai Legati pontifici.
Con la discussione del Dottorato pensavo di aver terminato il mio percorso di studi, ma l’anno scorso incontrando il Cardinale Parolin, con grande sorpresa mi chiese se avessi già dato alla stampa il mio lavoro molto apprezzato in Laterano e mi incoraggiò a farlo quanto prima.
Questo dialogo con il Cardinale insieme al sostegno di Monsignor Ligorio allora Arcivescovo di Matera, fui spronato a pubblicare il testo rendendolo meno tecnico e più fruibile anche ai non “addetti ai lavori”.
Per questo mi sono avvalso del contributo di don Rocco Pennacchio, don Basilio Gavazzeni e don Severino Donadoni ai quali va la mia gratitudine per il confronto, l’aiuto e il tempo impiegato a leggere il testo e a sottopormi opportunamente le sue criticità. E’ il segno dell’amicizia presbiterale in virtù dell’unico sacerdozio di Cristo che ci lega.
Nel corso di questo lavoro di ricerca mi sono posto delle domande, considerati gli interventi di Papa Francesco fatti all’ONU e ad alcune sue Istituzioni collegate, per cercare di smuovere una situazione di stallo di cui le Nazioni Unite sono vittime ormai da decenni.
Ritengo sia giunto il tempo di una riforma seria delle Nazioni Unite secondo le direttrici dell’inclusione, del dialogo e dell’accoglienza verso le diversità partendo da una apertura culturale che deve portare alla formazione delle coscienze e giungere a valorizzare l’uomo partendo dalla sua umanità in cui per chi crede, come il Diplomatico pontificio che è un Sacerdote o un Vescovo, si inserisce anche la fede che, sono convinto sia una marcia in più.
La proposta della Santa Sede come Presidente permanente onorario nel Consiglio di Sicurezza,, il cuore delle Nazioni Unite, certamente servirebbe a formare le coscienze e a superare gli interessi e i particolarismi degli Stati”.
Don Ennio Tardioli ha ringraziato per la presenza tutte le autorità, le associazioni e i movimenti presenti, la Fondazione San Junipero Serra, il Serra Club di Matera di cui è socio onorario e i due Club Lions della città dei Sassi e don Mimì Falcicchio che lo ha sopportato e supportato nell’organizzazione di questa presentazione ufficiale del suo volume.
Conclusioni affidate all’Arcivescovo della Diocesi di Matera-Irsina Monsignor Pino Caiazzo: “Quello di don Ennio non è solo un testo giuridico ma un lavoro che ci fa capire come la Chiesa nel silenzio e a volte anche alzando la voce si ritrova accanto ad ogni uomo del mondo. In questo libro si parla di Santa Sede e Stato Pontificio e molti criticano la presenza dello Stato Pontificio all’ONU perchè non riescono a comprendere per quale ragione un piccolo Stato deve essere rappresentato in quella sede. E’ presente perchè indipendentemente dal fatto religioso questa realtà difende l’uomo in tutte le sue sfaccettature. Alla base di tutto c’è la pace ma deve essere accompagnata dalla giustizia perchè la pace senza la giustizia è peggio della guerra. Lo Stato Pontificio è all’ONU anche per difendere i diritti umani, continualmente violati. Si dice che oggi i cristiani vengono perseguitati come è accaduto all’epoca delle prime comunità cristiane, io dico che vengono perseguitati di più di allora. Ogni 5 minuti si dice che viene ucciso un cristiano. C’è chi si serve della religione per violare i diritti fondamentali dell’umanità. Il terzo aspetto che vogliono sottolineare è la cultura, che aiuta l’uomo a venire fuori da condizioni stantie come l’assistenzialismo, perchè questo la cultura è promozione umana”.
Michele Capolupo
La fotogallery della presentazione ufficiale del libro di don Ennio Tardioli (foto www.SassiLive.it)